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Sei graminacee irresistibili

Mondoverde - Dalla Cortaderia selloana fino alla Festuca glauca, queste alcune delle piante a prova di siccità, per far fronte alle estati sempre più calde
/ 24/04/2023
Anita Negretti

L’estate dell’anno scorso, quella del 2022, ha messo a dura prova il mio giardino: benché abbia la fortuna di avere un ruscello naturale che lo circonda sempre ricco d’acqua, l’afa ha causato qualche danno ad alcune piante.

Così, in vista di un’altra calda estate, ho deciso di indirizzare i miei futuri acquisti verdi su essenze resistenti al secco.

Le graminacee soddisfano appieno questa caratteristica e, tra tutte le varietà e le specie presenti sul mercato, ne ho scelte sei che insieme possono dare vita a un’aiuola dal sicuro impatto accattivante.

Partirò con il mettere a dimora una Cortaderia selloana che, grazie ai suoi voluminosi piumini bianchi o rosati, è conosciuta quasi da tutti come «Piuma della pampa»: è una presenza di peso in giardino, si fa notare e sembra che, nonostante la sua innata eleganza, o forse proprio grazie a questa, sfidi gli sguardi, richiamandoli a sé per farsi osservare.

In effetti le sue lunghe, arcuate e strette foglie argentee, i suoi alti fiori che raggiungono i due metri e la sua leggerezza che sembra non voler tener conto della sua mole (supera i due metri anche in larghezza), la fanno sembrare una nobile dama del Settecento, riccamente vestita con un sontuoso abito. Dalla crescita lenta ma costante, è perfetta come sfondo di un’aiuola; accanto impianterò un esemplare di Miscanthus sinensis «Morning light».

Arrivando a un’altezza di un metro e mezzo, ne lascerò almeno un paio, di metri, tra le due graminacee: anche perché sono in pieno sviluppo, per cui fra soli due anni dalla messa a dimora, occuperanno quasi tre metri in larghezza.

Questa varietà di Miscanthus ha trovato fortuna da pochi anni, diventando un vero e proprio jolly per giardinieri e paesaggisti che, sempre più spesso, lo inseriscono in aiuole, rotonde stradali, bordure miste e giardini rocciosi. Produce in estate dei fiori semplici, simili a graziosi scopini bronzei, che perdurano anche in inverno, creando magnifici giochi con il ghiaccio intrappolato su di essi. Le foglie sono molto fini, strette e con lunghe strisce bianche che le regalano un color argenteo.

Davanti a queste due graminacee, che utilizzerò in numero singolo, posizionerò due o tre piante di Muhlenbergia capillaris alla distanza di circa cinquanta centimetri l’una dall’altra. Insignificante d’inverno, diventa meravigliosa da agosto in poi, quando le sue spighe si colorano di rosa brillante, creando un mare di colore in movimento appena sale un po’ di vento. Originaria della Florida, raggiunge l’altezza massima di un metro e la larghezza di sessanta centimetri.

Se grazie alla Muhlenbergia capillaris la posizione centrale dell’aiuola è presto creata, acquisterò altre tre graminacee per completare la zona davanti, ovvero quella più bassa ma che la definisce come un fiocco sulla carta regalo. Posizionerò quindi in piena terra un singolo esemplare di Hakonechloa macra «Aureola», cercando di interrarla nella zona che rimarrà più in ombra. Raggiungerà i cinquanta centimetri creando un cespo compatto e fitto formato da foglie lanceolate, arcuate, dal color giallo brillante con striature verdi che si tingono di porpora in autunno.

Accanto, pianterò l’esemplare di Imperata cylindrica «Red Baron», un’asiatica dal fogliame nastriforme, rosso acceso, da posizionare in pieno sole e in grado di raggiungere i cinquanta centimetri, allargandosi fino a creare un ottimo punto di interesse, specie in estate, quando le sue foglie rosse diventano brillanti.

Infine posizionerò una Festuca glauca: piccola graminacea che, grazie alle sue foglie finissime e compatte dal color verde argento, darà un’altra pennellata di colore all’aiuola.

Sono tutte piante rustiche, facilissime da coltivare, che non temono il gelo ma non tollerano i ristagni d’acqua; si concimano in primavera e in autunno con un fertilizzante a lenta cessione. Ad eccezione della Festuca glauca e dell’Imperata cylindrica, le altre si potano basse, quasi a livello del terreno a fine inverno.