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Una galassia di sorprese a più livelli

Videogiochi: Astro Bot sfrutta al massimo il DualSense, mescolando nostalgia e invenzione in un platform irresistibile
/ 14/04/2025
Kevin Smeraldi

Per tre decenni, Sony ci ha offerto un catalogo sconfinato di titoli PlayStation di altissimo livello, ma è sempre mancata una mascotte platform (a piattaforme) capace di raggiungere le vette regolarmente toccate da Mario di Nintendo. Ci hanno provato con Crash Bandicoot e Jak and Daxter, senza tuttavia eguagliare tale fama. Ora, però, è arrivato un vero sfidante. Con decine di livelli variopinti e abilità sperimentali, l’ultima avventura di Astro proietta il piccolo robot sotto i riflettori, mettendo al suo fianco un cast di eroi del passato PlayStation, per offrire ore di divertimento allo stato puro.

Astro Bot si impone come un platform creativo, magistralmente realizzato e intriso di nostalgia. Forse non raggiunge sempre la stravagante creatività di capolavori come Super Mario Galaxy o Odyssey, ma è difficile considerarlo un difetto, dato che raramente si vedono simili slanci d’inventiva al di fuori dei confini Nintendo. Ciò che Team Asobi è riuscito a creare evoca con successo lo spirito di quei grandi platform, dando vita a livelli originali e ricchi di stile.

Astro Bot sfrutta le meraviglie del DualSense come nessun altro titolo finora. I grilletti oppongono resistenza, le vibrazioni percorrono i pollici, le gocce di pioggia solleticano i palmi. Ci siamo ritrovati a dondolare involontariamente guidando l’astronave di Astro con i controlli di movimento; il tutto accompagnato da fantastici suoni che fuoriescono direttamente dal controller, portando l’esperienza di gioco su un altro livello. Sebbene manchi un tema musicale iconico (un «tormentone»), la colonna sonora accompagna l’avventura con una qualità deliziosa.

Musica che fa da sfondo ai livelli, i quali, pur apparendo semplici all’inizio, si aprono presto rivelando profondità e segreti intriganti. La maggior parte segue un percorso abbastanza lineare, ma alcuni si spingono oltre, offrendo aree quasi sandbox piacevolmente intricate dove andare a caccia di collezionabili. Non si raggiunge mai l’apertura dei livelli di Mario Odyssey, ma ci sono comunque abbastanza anfratti in cui perdersi. Si possono persino scoprire interi livelli extra all’interno di altri livelli, con punti di teletrasporto nascosti come tesori sepolti che conducono a nuove zone nella «Galassia Perduta». Questo genere di struttura «a matrioska» garantisce una scorta continua di sorprese durante le circa nove ore di gioco principali.

Alcune delle sorprese più gradite sono i nuovi poteri che Astro acquisisce. Il movimento base del nostro robottino è eccellente: salto, doppio salto e planata trovano il giusto equilibrio tra leggerezza e precisione. Ma sono le abilità temporanee specifiche di ogni livello a rendere tutto davvero entusiasmante, come ad esempio i guanti «Rana Gemella», con le loro lingue appiccicose che permettono di dondolarsi come fossero un rampino. Essendo anche caricati a molla, possono respingere i proiettili nemici facendoli esplodere in faccia all’avversario. Un’altra meccanica interessante è quella del topo, che riduce Astro a dimensioni minuscole, attivando una sorta di modalità Toy Story per arrampicarsi su mensole e foglie giganti in cerca di segreti.

Il gioco non si adagia mai sugli allori, introducendo nuove idee e gadget fino all’ultimo atto. Sebbene alcune meccaniche vengano riutilizzate un po’ più spesso, quando questi poteri ricompaiono in livelli successivi vengono ricontestualizzati e dotati di usi leggermente diversi.

Al di fuori di boss e miniboss, la varietà dei nemici inizialmente non sembra eccezionale. Alcuni sono dipinti di colori diversi o vestiti a tema con l’ambiente, ma si sconfiggono tutti con le solite combinazioni di salti e colpi. Più avanti, però, il campionario si arricchisce di volti molto più amichevoli: oltre 150, per la precisione! Personaggi dall’immenso catalogo PlayStation sono approdati nel mondo di Astro sotto forma di altri bot. Tra questi troviamo i Lombax da Ratchet and Clank, un certo cane rapper da PaRappa, e molti altri. Numerosi personaggi PlayStation appaiono come brevi e affascinanti cameo, ma una manciata assume ruoli di supporto più consistenti. Non si sa mai dove potrebbero spuntare, e sono proprio questi leggeri tocchi di ironia e umorismo a mantenere vivo il tono giocoso di Astro Bot per tutta la sua durata, rendendo questo titolo magico grazie a un’elegante mescolanza di nostalgia e nuove idee.

Astro Bot ci ha fatto sorridere ininterrottamente, dall’inizio alla fine. Grazie a una collezione di livelli dall’inventiva inesauribile e abilità incredibilmente divertenti, dona gioia senza mai risultare monotono o ripetitivo. Questo titolo è una vera e propria festa per chi porta PlayStation nel cuore, offrendo uno scrigno colmo di nostalgia giocabile. Team Asobi ha creato un platform con mascotte che compete quasi alla pari con i migliori lavori di Nintendo, e questo è forse il complimento più grande che si possa fare. Voto: 9/10.