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Informazioni
Per maggior info consultare il sito Nature-Loisirs, dove si può pure ordinare il relativo materiale informativo. Grazie alla collaborazione con gli operatori del settore, è reperibile anche in diversi negozi di attrezzatura invernale e nelle principali stazioni sciistiche.

Sciare al fianco di cervi, camosci e galli cedroni
Adrenalina: la passione per gli sport invernali può convivere con la fauna selvatica, basta rispettare alcune semplici regole per proteggere gli ecosistemi montani
Moreno Invernizzi
Sci ai piedi e idee ben chiare in testa (oltre, possibilmente, al casco). Si potrebbe anche intitolare così questa puntata di «Adrenalina», che parla sì di sci e di attività adrenaliniche sulle nevi, ma che lo fa con un taglio più didattico, puntando i riflettori sull’altro lato della medaglia: quello delle aree che fanno da sfondo agli sport invernali.
Mentre gli appassionati di sport invernali fanno festa di fronte a grandi quantitativi di coltre bianca, un inverno particolarmente generoso di neve rappresenta una grande sfida per gli animali selvatici. Ciò rende ancora più importante il rispetto di alcune semplici regole, affinché cervi, camosci, galli cedroni e altri animali selvatici possano trovare pace e tranquillità e superare la stagione fredda in sicurezza. Per loro, in inverno il cibo è scarso e di solito povero di sostanze nutritive.
Anche le giornate brevi, per alcuni animali (in particolare quelli che non si cibano al crepuscolo o di notte) offrono poche opportunità di mangiare. Muoversi nella neve pesante è difficile e prosciuga le forze. Per sopravvivere ai lunghi mesi invernali, il risparmio energetico è quindi la priorità assoluta. Ecco perché ogni forma di stress può metterne in pericolo la vita.
Classe 2002, Martino Conedera conosce bene la problematica. Al suo terzo anno sul circuito di Coppa del mondo di freestyle Moguls (gobbe), il 22enne di Gnosca è molto sensibile alla causa della fauna selvatica. «Con gli sci ai piedi ci sono praticamente nato: la mia prima volta sulle nevi avrò avuto 3-4 anni, con i miei genitori» racconta lo stesso Martino Conedera. «Oggi, oltre al freestyle, che rappresenta il “pane quotidiano” delle mie attività con gli sci ai piedi, pratico anche il fuori pista e lo sci alpinismo. Anche se finora non ho mai avuto “incontri ravvicinati”, credo che sia importante che le due realtà trovino un punto d’incontro per una convivenza ideale. Gli sport invernali, se non gestiti correttamente, possono arrecare disturbo alle specie di montagna, danneggiando ecosistemi e compromettendo la biodiversità. Penso che con pochi piccoli accorgimenti, evitando ad esempio le zone protette, sia possibile vivere in sintonia, garantendo il futuro di queste specie».
Rispettare le zone di tranquillità e i siti di protezione della fauna selvatica (dove ama rifugiarsi), nel bosco utilizzare solo i sentieri e i percorsi segnalati (la fauna può così abituarsi alla presenza delle persone), evitare i margini boschivi e le superfici non innevate (sono le aree più apprezzate dagli animali selvatici) e, ancora, tenersi i cani al guinzaglio, specialmente nel bosco (i selvatici fuggono alla presenza di cani liberi). Eccola, la guida di Nature-Loisirs.
Quattro semplici, ma fondamentali, regole per garantire a tutti, persone e animali, lo spazio necessario durante i mesi più freddi dell’anno. Per divertirsi i primi, per sopravvivere gli altri. Perché se per noi umani i prati e i pendii innevati sono una delle opzioni più gettonate per trascorrere qualche ora in mezzo alla natura praticando uno sport – anche estremo se si pensa allo sci fuori pista o al sempre più in voga heli ski – per la fauna selvatica quegli stessi spazi sono la casa e il mondo tutto.
«Gli sport all’aria aperta sono molto di tendenza, così come le escursioni con le ciaspole, il fuoripista e l’heli ski in inverno» conferma Vanda Ciotti, responsabile per il Ticino della campagna Sport invernali e rispetto di Nature-Loisirs. Beninteso, non siamo contro gli sport sulla neve, ci mancherebbe, ma sensibilizzando sul comportamento responsabile, vogliamo fare in modo che le attività sulla neve fuori pista possano continuare in futuro, nel rispetto della natura e della fauna selvatica. Perché nel mondo della fauna selvatica ci sono delle regole che vanno rispettate al fine di stabilire una sana e duratura convivenza. Regole semplici ma fondamentali, dato che per questi animali possono fare la differenza tra la sopravvivenza e la morte: troppo stress, infatti, potrebbe metterne in serio pericolo la vita».
In particolare, Nature-Loisirs ha individuato sette specie di animali selvatici presenti in boschi e terreni innevati in cui ci si può imbattere durante un’escursione con le racchette ai piedi o sciando al di fuori delle piste demarcate, a forte rischio in caso di accresciuto stress. E sono: il gallo cedrone (che dispone di limitate riserve di grasso), il fagiano di monte (che pure dispone di limitate riserve di grasso), la pernice bianca (completamente sprovvista di riserve di grasso), il cervo, la lepre variabile, lo stambecco e il camoscio.
Proprio per garantire una certa protezione a queste specie sono state istituite le cosiddette «zone di tranquillità della fauna selvatica», con l’obiettivo di ridurre l’uso di queste aree da parte dell’essere umano. Nelle zone di tranquillità della fauna selvatica giuridicamente vincolanti, le esigenze degli animali hanno la priorità. «All’interno di queste zone, le attività ricreative sono consentite solo in misura limitata in inverno. Ci sono poi le zone vincolanti, iscritte tramite iter legislativo, e quelle raccomandate». In Svizzera le prime, riconosciute dall’Ufficio federale dell’ambiente, sono 784, e 14 nel Liechtenstein, a cui se ne aggiungono 243 raccomandate. E in Ticino? «In Ticino le zone vincolanti sono 34 e 3 quelle raccomandate».