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Poliedrica, ma soprattutto salubre Sansevieria
Una pianta oggi molto in auge, anche grazie alle sue capacità di assorbire diversi inquinanti
Anita Negretti
In pochi anni si è trasformata da «pianta della nonna» in presenza moderna e chic, utilizzata negli arredamenti giovani, riuscendo a tornare in auge tra le piante d’appartamento.
Molto usata in uffici, studi e negozi, viene acquistata anche per decorare le camere da letto, grazie alla sua capacità di ripulire l’aria da alcuni agenti inquinanti.
La più classica è senz’altro la Sansevieria trifasciata, da molti conosciuta come «lingua della suocera», dalle lunghe foglie verdi a bordo giallo, che nascono da radici rizomatose, che può raggiungere i 70-90 cm con cure minime: poca acqua circa ogni due settimane; in inverno una volta al mese.
Predilige posizioni a mezz’ombra al riparo dalla luce diretta, concimazioni mensili e una veloce doccia ogni 2-3 mesi per lavare le foglie dalla polvere; attenzione a non usare vaporizzatori, visto che non sopporta l’umidità, o spray lucidanti, per evitare che le foglie si macchino.
Le foglie sono in grado di assorbire alcune sostanze inquinanti, come la formaldeide, lo xylene e il tuelene, oltre che combattere l’inquinamento elettromagnetico; la pianta riesce inoltre a convertire velocemente l’anidride carbonica in ossigeno, motivo per cui è largamente utilizzata nella zona notte degli appartamenti.
La si trova spesso in vasi design alti e stretti, da appoggiare ai muri, in zone anche poco luminose come possono esserlo i corridoi o gli ingressi.
Tollera temperature molto alte, anche intorno ai 30°C, mentre teme il freddo, motivo per cui deve vivere in locali riscaldati in inverno, con temperature ottimali tra i 13 e i 18°C.
Originaria dell’Asia e del Sud Africa, specie del Kenya, la Sansevieria, più comunemente chiamata Sanseveria, appartiene alla famiglia delle Ruscaceae e da qualche anno ha fatto la sua comparsa anche la S. cylindrica, che si distingue per le foglie tubolari, rigide e carnose, color verde scuro e dal portamento eretto.
Non sviluppando un grande apparato radicale, le sanseverie possono vivere nello stesso vaso per molti anni, basterà sostituire eventualmente qualche cucchiaiata di terra superficiale con terriccio nuovo.
All’occorrenza, il rinvaso vero e proprio lo si esegue in primavera, tra marzo e aprile, utilizzando un terriccio per piante d’appartamento, con qualche centimetro di argilla sul fondo. Si possono riprodurre per divisione del rizoma, semplicemente dividendo la radice in due o più parti e tramite talea di foglia.
In quest’ultimo caso l’ingrediente principale sarà la pazienza, poiché servono 2-3 mesi prima che la lunga foglia, tagliata dalla pianta principale, radichi all’interno di un bicchiere o un vaso colmo d’acqua. Occorrerà cambiare l’acqua ogni settimana e posizionare il contenitore in un luogo luminoso.
La stessa tecnica la si potrà adottare piantando la foglia in un vaso con del terriccio fertile, l’ideale è quello per cactacee; in questo caso, dopo aver tagliato la foglia, bisognerà far asciugare il taglio per qualche ora e successivamente procedere a delle irrigazioni settimanali, lasciando i tagli in una posizione luminosa.
Oltre alle due specie descritte, vi sono anche la Sansevieria grandis, la Sansevieria liberica e la Sansevieria scabrifolia. Sono più difficili da trovare in vendita, ma ugualmente belle: la Sansevieria grandis produce una rosetta di foglie lunghe dai 15 ai 25 cm, con striature verde scuro.
La Sansevieria liberica si distingue per via delle lunghe foglie con bande bianche spesso orlate di rosso, mentre la Sansevieria scabrifolia non supera i 15 cm di altezza, ideale per vasi da scrivania.