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Nei cieli di tutto il mondo, di corsa

Adrenalina: di racconta il ticinese Mattia Vosti, uno dei più esperti piloti di parapendio Cross-country agonistico
/ 14/10/2024
Moreno Invernizzi

Ci sono le gare di velocità in pista, a corsa, e quelle sull’asfalto, a bordo di potenti macchine o in sella a una moto, o altri mezzi ancora. Ma ce ne sono anche di quelle che «vanno in scena»… sopra le nostre teste, con un tappeto di nuvole a fare da sfondo. Con una vela come «motore». Loro sono gli specialisti del parapendio Cross-country, di cui il ticinese Mattia Vosti è uno dei maggiori esperti alle nostre latitudini. L’abbiamo incontrato per conoscere più da vicino quest’adrenalinica disciplina, sportiva a tutti gli effetti, con tanto di gare e campionati internazionali.

Uno dei tanti appuntamenti, una sorta di Campionato mondiale di parapendio Cross-country, è andato in scena qualche settimana fa nei cieli della Macedonia. Tra i paraglider (piloti di parapendio), anche Mattia Vosti unitamente ad altri quattro svizzeri: «In totale, i partecipanti erano circa un centinaio, provenienti da tutto il mondo. Come gruppo, noi svizzeri ci siamo comportati bene, con tre piazzamenti tra i migliori 25, mentre gli altri due, alla loro prima uscita in una gara simile, hanno approfittato dell’occasione per fare un po’ d’esperienza che tornerà loro utile in futuro», racconta il 23enne ticinese. «Io mi sono classificato 23esimo, un risultato tutto sommato soddisfacente se si considera che ero partito con l’obiettivo di chiudere tra i primi 30, ma che lascia anche spazio a un po’ di rammarico visto che in una delle prove, prima di compromettere tutto con un errore quasi da principiante, ero addirittura tra i primi dieci».

Vediamo di conoscere da vicino questo sport: di cosa si tratta e come lo si pratica: «Le gare in parapendio non sono nuovissime: fin dagli albori di questa attività c’erano delle competizioni. Negli anni, però, a cambiare è stata la natura di queste gare: una volta ci si batteva prevalentemente sulle distanze; vinceva chi volava più lontano. Nel Cross-country agonistico, invece, a fare stato è la velocità».

A mutare è stata pure l’attrezzatura che viene impiegata in questo tipo di competizioni: «Nel Cross-country agonistico vengono infatti usate vele forse un po’ meno performanti rispetto a quelle che consentono evoluzioni più estreme, ma pur sempre molto performanti per la branca del parapendio e di conseguenza anche più complicate da far volare. Ecco perché servono piloti comunque esperti per partecipare a questo genere di competizioni. Fortunatamente ci sono molte gare sparse per il mondo, alcune di queste selezionano magari piloti meno forti e creano una gara meno complicata (e più sicura) per quelli più inesperti. La gara che ho vissuto in Macedonia era un misto, con piloti di alto livello e altri alle prime armi. Quindi anche con categorie diverse all’interno della gara. Volendo fare una similitudine con uno sport… sulla terraferma, direi che il Cross-country è affine alla corsa d’orientamento. I direttori di gara ci forniscono le coordinate del percorso da seguire, che integriamo poi nel Gps che impieghiamo per il volo. Dopodiché viene definita una “finestra” di tempo per decollare, e a quel punto ci si alza in volo, con una partenza di massa. Una volta in aria, dobbiamo completare il percorso prestabilito nel minor tempo possibile: vince il primo che arriva, un po’ come in una regata».

Viene facile da immaginare, che siano comunque pochi gli agonisti ticinesi che praticano il parapendio Cross-country e infatti lo conferma anche Mattia Vosti: «Quelli che lo fanno a livello competitivo si contano sulle dita di una mano. Ma quelli che praticano attivamente il parapendio, senza gareggiare, sono molti di più, anche perché ci sono altre discipline, come l’Hike & Fly, prova che si basa su diverse capacità sportive che esulano anche dalla vela “pura”, e che si pratica in solitaria. In termine di numeri, l’Hike & Fly è forse il più popolare in Ticino, anche se le particolarità morfologiche del nostro Cantone sono ideali per il Cross-country competitivo, e per questo mi sto dando da fare per allargare il numero di praticanti alle nostre latitudini».

Mattia Vosti è una sorta di… figlio d’arte del parapendio: «Entrambi i miei genitori sono piloti di parapendio. In più mio padre lo ha anche praticato a livello competitivo. Prendere il volo, per me, è dunque stato quasi… un passo naturale. E da lì, è stato naturale anche provare con le gare, che sono sempre state una mia aspirazione fin dai primi voli». Altre occasioni di andare in aria, dove Mattia Vosti amerebbe stare «il più possibile. Quest’anno, complici anche le varie gare, in Ticino a dire il vero ho volato poco, ma un centinaio di ore di aria le ho fatte. A frenare un po’ le attività, poi, è stata la meteo, con weekend spesso uggiosi o ventosi».

Clima che condiziona naturalmente il percorso stesso di una vela e la durata di un volo: «Nei giorni migliori con un volo si possono coprire 300-400 km. Ovviamente le condizioni devono essere ottimali, affinché si possa restare in aria per anche più di dieci ore».

Il posto più spettacolare da cui si è lanciato con la vela è «Grindelwald, arena naturale molto rinomata per questo genere di attività. Lì le montagne tutt’attorno formano una sorta di “parco giochi” per chi vola con il parapendio. Se decolli da First, subito davanti a te vedi stagliarsi la sagoma dell’Eiger, e, più in là, la Jungfrau, mentre sotto, a colorare di blu lo sfondo, ci pensa il lago di Interlaken. Emozioni nelle emozioni, insomma». E si aggiungono alle sensazioni provate quando ci si libra nell’aria: «Quando voli in gruppo, per una gara, la concentrazione è massima, per cui hai meno tempo per contemplare il panorama che ti sta tutt’attorno e sotto, ma al tempo stesso questa tensione, unita all’adrenalina del volo, ti dà tanta energia positiva, che ti spinge. Quando voli in solitaria, la cosa più bella è quando raggiungi una quota di poco inferiore alle nuvole (nelle giornate migliori puoi salire fino a quasi 4mila metri), e da lì sopra ammiri il panorama sottostante fatto di montagne e laghi, che per una volta rimiri a testa all’ingiù. Ogni volta rimango affascinato dalla tavolozza di colori che ti stanno sotto: dal bianco delle cime al blu dei laghi, passando per il verde dei prati… Mi dà veramente pace».

Resta dunque solo da stabilire se per Mattia Vosti esiste una montagna ideale per i lanci: «Non ho una montagna preferita, ma ho la fortuna che sopra casa di mio padre, sotto il Sassariente, ci sia quello che mi piace definire il mio “decollo privato”, dove già andavamo quando eravamo piccoli, con il parapendio biposto, e dove ancora oggi torno volentieri per concedermi un volo più “intimo”».

Nei cieli della Macedonia, durante l’ultima gara considerata come una sorta di Campionato mondiale di parapendio Cross-country.