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L’incredibile giro del mondo di Louis Margot

Adrenalina: la prima tappa del suo periplo è stata tra Morges e Portimao nel sud del Portogallo, ma quello era solo l’inizio
/ 29/04/2024
Moreno Invernizzi

Immaginate di pedalare da Morges, sulle rive del Lemano, a Portimao, città portuale all’estremo sud del Portogallo. Un periplo, lungo la bellezza di 2424 km. Per Louis Margot quel tragitto, coperto in poco più di tre settimane, dal 3 al 27 settembre 2023, è però unicamente la prima tappa del folle percorso che si è prefissato di fare: il giro del mondo. Da compiere in solitaria e con la potenza muscolare quale unico «motore».

Il tutto con l’obiettivo, suo e di Human Impulse, il «brand» che assicura assistenza e supporto al 30enne di Morges, di tornare a casa, nel Canton Vaud, in meno di tre anni. Un’impresa nell’impresa, considerato che l’attuale record per la circumnavigazione della terra in solitaria con l’uso della sola energia muscolare è di 5 anni e 11 giorni.

«Sì, l’obiettivo di fare ritorno alla casella di partenza entro i tre anni è sempre attuale» ci racconta il diretto interessato quando lo raggiungiamo al telefono in Martinica mentre rifiata al termine di un’altra giornata trascorsa a remare sull’Atlantico. Nel bel mezzo della seconda frazione, che lo sta portando dall’Europa all’America Centrale. «Dove conto di sbarcare verso fine mese».

Lì, Louis inforcherà nuovamente la bici per attraversare il Sudamerica, dalla Colombia al Perù, da dove si imbarcherà nella traversata del Pacifico, puntando su Bali: «Quella sarà la tappa più ostica: per completarla ci vorranno più di duecento giorni!». Giusto il tempo di rifiatare, e per Louis sarà nuovamente ora di inforcare la bici, per l’ultima fatica. La più lunga: circa 16’000 km per attraversare l’Asia e pedalare fino a Morges. «Dove spero di arrivare fra due anni e mezzo, ossia nel mese di settembre del 2026».

Dopo aver mosso i primi passi sui tatami, con lo judo, Louis Margot si… imbarca nel canottaggio, col Forward Rowing Club di Morges: nel 2008 vince il titolo nazionale giovanile, e due anni dopo, in Cechia, il titolo mondiale giovanile nel quattro con timoniere. Per motivi di studio, si sposta poi in Inghilterra, a Cambridge, dove col locale club remiero disputa la classica delle classiche: il «derby» con i rivali dell’Oxford (la «Boat Race»). «Poi ho deciso di cambiare, di cercare nuove sfide… Così nel 2017 ho inforcato la bici, l’altra mia grande passione, per raggiungere Istanbul». Quella pedalata di 3000 km fa nascere in Louis l’idea di cimentarsi con una sfida ancora più intrigante. «Il viaggio in Turchia è stato fantastico, ma volevo di più; cercavo qualcosa che potesse darmi maggiori brividi. Ero stuzzicato dalla traversata oceanica a remi, per cui ho iniziato a documentarmi in internet. E qui ho avuto il colpo di fulmine: tra una pagina e l’altra mi sono imbattuto in qualcosa di ancora più avvincente: il giro del mondo completo con la sola forza dei muscoli. È stato… amore a prima vista!».

Una simile sfida però non si prepara dall’oggi al domani… «I preparativi sono durati diversi anni. Prima di partire ho anche seguito dei corsi di navigazione in Inghilterra, per apprendere le tecniche di sopravvivenza in mare aperto. Ho pure trascorso parecchio tempo con il costruttore della mia imbarcazione, al fine di familiarizzare il più possibile col mezzo. Infine mi sono allenato per qualche giorno in solitaria, sul Lemano. Poi, finalmente, lo scorso 3 settembre, l’avventura è iniziata per davvero».

Prima la pedalata fino in Portogallo. Come è andata? «Sono state tre settimane e spiccioli divertenti. Strada facendo ho incontrato diversi altri ciclisti: abbiamo pedalato assieme per svariati chilometri, chiacchierando del più e del meno, cosa che ha reso il tutto meno faticoso. Nel finale ho avvertito una certa agitazione crescente, perché di lì a poco mi sarei confrontato con la traversata dell’Atlantico».

Meglio pedalare o remare? «Bella domanda… Il vantaggio della bici è che in caso di problemi sei comunque su terra, ragion per cui in un modo o nell’altro puoi porvi rimedio o trovare aiuto. In oceano aperto, per contro, le cose sono diverse… Ma lì c’è il vantaggio che non ci sono frontiere da superare: viaggi in completa libertà, senza l’assillo di dover trovare un posto dove mangiare e dormire, perché il battello è la tua “casa”».

Come si gestisce la solitudine quando ci si trova per settimane e settimane tutti soli in mezzo all’acqua? «Non è facile: soprattutto all’inizio ho fatto un po’ di fatica, anche perché mi definisco una persona a cui piace socializzare. Col passare dei giorni, però, ci si abitua: impari a concentrarti sui tuoi sentimenti. Io ci sono riuscito leggendo qualche libro o ascoltando della musica». Che genere di musica? «Le prime vogate le ho fatte al ritmo di pop e rock. Poi, più al largo, la mia colonna sonora è stata la musica da meditazione: mi ha aiutato parecchio».

La giornata tipo di Louis Margot in oceano di cosa si compone? «Dalle prime luci del giorno fino al calar del sole remo, evitando di farlo quando il sole è più alto. Durante la traversata sono stato avvicinato da diverse barche e ho fatto due chiacchiere con le persone a bordo. Ho anche visto molti pesci, tante varietà particolari, compresi diversi delfini: è sempre uno spettacolo! Ci sono giornate lunghe e difficili, ma per fortuna ci sono anche momenti così, che ti ricaricano. Di notte invece mi riposo, per recuperare le forze».

Che sensazione si prova a trascorrere Natale e Capodanno in pieno Atlantico, in solitudine? «Mentirei se dicessi che non è stato strano essere lì, in mezzo… al niente, tutto solo, in quei giorni speciali. D’altro canto, come si dice (pure in francese), meglio soli che male accompagnati – ride –. Come ho festeggiato? Brindando con una birra e poi andando a dormire, per ricaricare le “batterie”».

Una simile impresa comporta, ovviamente, dei costi, anche quelli non indifferenti. Proprio per questo Human Impulse è sempre alla ricerca di sponsor per coprire il budget per la quarta (la traversata del Pacifico) e la quinta tappa (il ritorno a casa, attraverso l’Asia) del viaggio attorno al mondo di Louis Margot.