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Il ritorno del vinile made in Chiasso

Passioni d’altri tempi - Laura e Luca Costanzo hanno fondato un’etichetta per ridare splendore al vinile: si inizia con la pubblicazione di un disco dei Dr. Chattanooga and the Navarones
/ 08/04/2024
Simona Sala

È un vero incontro intergenerazionale quello fra Laura e Luca Costanzo e Franco Ghielmetti.

In comune, pur senza saperlo fino a poco tempo fa, una passione smisurata per la musica, che per Luca Costanzo si traduceva nella promozione e produzione di hip hop (ha scritto anche per «Azione» insieme al suo collettivo Big Bang Family), per la moglie Laura in un’«educazione musicale» consapevole del grande cantautorato soprattutto italiano, e per Franco Ghielmetti in ciò che gli è da sempre più congeniale, ossia la sperimentazione.

Quando la vita chiama però, laddove è necessario potere contare su un lavoro stabile, anche le più grandi passioni possono ritrovarsi relegate in seconda posizione, trasformandosi in un hobby. E così è successo anche a Laura e Luca Costanzo, attivi entrambi nella ristorazione, seppur in ambiti diversi, e a Franco Ghielmetti, per molti anni educatore, oltre che impegnato nell’organizzazione di eventi culturali, oggi in pensione.

Poiché Luca Costanzo spesso si esibisce anche come dj, e quindi si appoggia da sempre al vinile, supporto mai tramontato tra i professionisti del settore, ha pensato bene, con la collaborazione della moglie, di dare vita a un’etichetta discografica: «Siamo da sempre alla ricerca di suoni e melodie alternativi, da potere inserire nei miei dj set», racconta, «e quindi è ovvio che dobbiamo appoggiarci al supporto su vinile. La nostra intenzione, però, è anche di produrli, i vinili, recuperando o, meglio, trasponendo su vinile dei vecchi nastri, anche di nicchia, che altrimenti nessuno avrebbe modo di conoscere e magari con il tempo finirebbero per andare perduti».

È così che nasce dunque la Ancora Records, in cui l’ambito tecnico (appannaggio di Luca) è separato da quello amministrativo (curato da Laura), pur poggiando entrambi saldamente sul terreno condiviso della musica.

Sono molti gli aspetti da tenere in considerazione nella creazione di un’etichetta: occorre reperire i nastri, confrontandosi costantemente con altri attori del settore, indagare, cercare nuovi materiali; a quel punto è il momento di occuparsi dei diritti, di contratti e accordi. C’è poi il momento della vera e propria realizzazione fisica del vinile, che sarà prodotto dal Vinilificio di Bologna, fra le poche aziende ancora in grado di farlo, e dunque da prenotarsi con mesi di anticipo. Al disco vanno accompagnati dei testi, che saranno poi «assemblati» in un prodotto più ampio, realizzato da un grafico (in questo caso Paolo Cavalli), e infine – ai nostri giorni forse l’aspetto più delicato e importante di tutta l’operazione – ci si dovrà occupare di comunicazione e promozione: la musica è infatti un elemento vivo solo nella misura in cui circola.

Per il debutto della Ancora Records però, Laura e Luca Costanzo hanno voluto fare un’operazione leggermente diversa: il primo vinile sarà il frutto della trasposizione da compact disc. Affascinati dall’esperienza di un gruppo musicale chiassese che aveva fatto parlare di sé negli anni Ottanta, hanno infatti deciso di riproporre l’album The Rare Caruana Style dei Dr. Chattanooga and the Navarones «nel formato che in realtà più si addice al sound della band», spiega Laura Costanzo. La formazione musicale di quattro elementi era nata a Chiasso e, dopo diverse fortunate esibizioni, fra gli altri luoghi a Locarno, Milano e Basilea, sembrava apprestarsi a conquistare la Francia con una tournée già programmata, per poi dissolversi quasi in sordina e da un giorno all’altro.

Franco Ghielmetti, che di quell’esperienza è una specie di cantore, volentieri racconta gli esordi: «Abbiamo cominciato a suonare nel 1980, oltre a me c’erano Charlie Butti, Francesco Vella e Nicola Marinoni. Butti lavorava in banca, noi tre eravamo tutti un poco artisti». Che fosse così lo diceva già il loro nome: divertente, surreale e difficile da ricordare, ma che in qualche modo incarnava lo spirito del gruppo, quel non prendersi sul serio fino in fondo pur dedicando anima e corpo a ciò che si stava realizzando. Continua Ghielmetti: «All’epoca c’erano diverse formazioni musicali che si chiamavano “Dr qualcosa”, e ci piaceva. Vi abbiamo aggiunto “Chattanooga” in omaggio a Chattanooga Choo Choo di Glenn Miller, e infine “Navarones”, per un pezzo ska degli Skatalites, Guns of Navarone».

Il debutto del gruppo aveva avuto luogo niente meno che in Piazza Grande a Locarno nel 1981, ed era stato più il risultato della buona fede degli organizzatori che non della struttura all’interno della band, «A dirla tutta, partimmo con un piccolo imbroglio – dico “piccolo” perché per me gli imbrogli grandi sono quelli à la Sid Vicious e il suo punk! –; visto che volevamo partecipare a un concerto in Piazza Grande ci inventammo un gruppo, un nome e mandammo la nostra foto agli organizzatori, assicurando che sarebbe seguita una cassetta con i nostri brani – tra parentesi, non la inviammo mai! Giorgio Fieschi, che conoscevamo, si fidò, e così ebbe inizio la nostra avventura».

Un’avventura a tratti turbolenta, aggiungeremmo, poiché gli Hell’s Angels presenti al concerto locarnese non apprezzarono lo stile surreale e ironico (forse anche un po’ provocatorio, vista e considerata la presenza, ai loro concerti, del ballerino Giorgio Rossi della Sosta Palmizi, che non lesinava insulti al pubblico, quando ritenuto necessario) dei quattro chiassesi, che invece incantò Sandro Pedrazzetti, al punto da invitarli in televisione.

Poiché spesso le cose non avvengono da sole, i Dr. Chattanooga & The Navarones non sono stati riscoperti unicamente da Luca e Laura Costanzo, che in maggio li riproporranno con un vinile bianco nuovo di zecca, ma, quasi per caso, sono finiti anche in una compilation curata dal dj berlinese nato a Basilea Mehmet Aslan, a riprova del fatto che si trattasse di un genere di musica che non aveva perso smalto negli anni ma, anzi, aveva acquistato anche una patina vintage, aggiuntasi a quella squisitamente dadaista già presente.

«In un mercatino delle pulci berlinese, Mehmet Aslan ha scovato il 33 giri Ticino Musica 3, edito da RSI – spiega Ghielmetti –; il disco si apriva con noi, la terza traccia era il nostro brano Kabyl Marabù. Gli è subito piaciuto e lo ha scelto per il suo disco Senza decoro Liebe + Anarchia in Switzerland 1980 – 1990, su cui stava già lavorando. Alla fine la riscoperta dei Dr. Chattanooga è stata il frutto di due fortunate coincidenze, ma fa piacere, soprattutto ora, che passano la nostra canzone anche su Rete Uno e Rete Tre e sulla romanda Couleur 3».

I Dr. Chattanooga sono stati invitati a esibirsi a Zurigo e a Londra («un sogno», ammette Ghielmetti con un sorriso), ma «ormai sono passati quarant’anni, e abbiamo tutti degli impegni e qualche problema di salute, quindi, seppure un po’ a malincuore, abbiamo deciso di lasciare perdere. Inoltre, Charlie Butti, che qualche tempo fa è andato a vedere i Deep Purple, mi ha detto di avere paura di chi “da vecchio vuole fare finta di essere giovane”, e quindi risultare patetico».

Una riscoperta comunque sufficiente per fare parlare dell’unica formazione dadaista a sud del Gottardo, di una giovane coppia che si prende cura della sua eredità artistica, e della terza protagonista di quest’avventura, ossia quella Chiasso grigia cittadina di confine che, però, a intervalli regolari è capace di sorprendere anche chi si muove al di fuori del suo perimetro, grazie ai suoi guizzi di creatività e di coraggio.