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Per gli amici bleniesi il giorno X è dietro l’angolo

Adrenalina ◆ Il prossimo 17 aprile i «3 Blenio Tal» si cimenteranno con il programma della Patrouille des Glaciers
/ 01/04/2024
Moreno Invernizzi

«Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo». L’incipit è quello di Quattro amici, uno dei brani più celebri di Gino Paoli, in cui quei «suoi» amici si ritrovavano seduti a un tavolo a parlare del più e del meno, e tra una chiacchiera e l’altra facevano grandi progetti. Quelli che, appunto, almeno a parole, potrebbero pure cambiare il mondo.

Anche i protagonisti della puntata odierna di «Adrenalina» sono quattro amici (tre più uno, per essere precisi: il perché di questa precisazione lo leggerete nel resto dell’articolo). Si tratta di Graziano Gianora, Damiano Del Pietro, Enea Toschini e Paolo Pagani.

Quattro bleniesi Doc, che, guarda caso, hanno scelto come… nome di battaglia «3 Blenio Tal». Ma, diversamente dal contesto narrato dal cantautore italiano, quello del nostro racconto non è il bar, ma un profilo di montagne innevate, da percorrere su e giù, per un totale di 30 (trenta!) chilometri e un dislivello di 2200 metri. Perché quello è il «menu» della Patrouille des Glaciers («Quella “breve”, che va da Arolla a Verbier, mentre quella completa collega Zermatt a Verbier, si sviluppa sulla distanza di 57,5 chilometri e un dislivello di 4’386 metri», tiene subito a precisare Graziano Gianora).

Ci siamo. Di lei, la Patrouille des Glaciers, la «corsa delle corse», avevamo riferito un anno fa (vedi il numero 14/2023 di «Azione»). Dodici mesi dopo è l’ora di… passare ai fatti: l’appuntamento con la 24esima edizione della gara che si tiene con cadenza biennale è dietro l’angolo, nella settimana che va dal 15 al 21 aprile. Il giorno «X» per Graziano e compagni d’avventura è quello del 17 aprile. Quel mercoledì per loro la sveglia suonerà decisamente presto: la loro partenza per questa avventura è infatti fissata per le 5 del mattino. «Una levataccia? Beh, benché siamo abbastanza abituati ad alzarci presto, è innegabile che quel giorno dovremo farlo ancora prima del solito», racconta il 35enne di Leontica. Che poi aggiunge: «Ma lo faremo volentieri, perché sai che lo fai per qualcosa di speciale. E alzarsi presto per mettersi in cammino di buon’ora, facendosi luce con la pila ha il suo fascino, come trovarsi sulle montagne innevate quando albeggia!».

La strada che li porta ad Arolla, almeno metaforicamente, l’hanno imboccata già da diversi mesi: «Da appassionati di sci, e in particolare delle pelli di foca, la Patrouille des Glaciers è sempre stata qualcosa di affascinante, qualcosa che stimolava le nostre fantasie. Fascino alimentato anche dal racconto di nostri amici o conoscenti che già vi avevano partecipato (alcuni dei quali saranno al via anche nell’edizione 2024). Fra noi ne abbiamo parlato. Soprattutto con Damiano, con cui da diversi anni condivido la passione per le escursioni con le pelli di foca. Anno dopo anno, la Patrouille ci stuzzicava sempre più, come una meta a cui ambire. Qualche volta durante il rientro dalle gite ci si scambiava qualche battuta per far riaffiorare quel pensiero che ci balenava in testa da una gita sulle nevi, non potevamo non pensarci. Così, un annetto fa, ho “promesso” a Damiano che l’avremmo affrontata e portata a termine, e abbiamo deciso di fare il grande passo e provarla in prima persona. O, almeno, di “tentare” la sorte, dato che, grazie alla fama che la prova si è costruita in questi anni, per potervi partecipare occorre passare attraverso un’estrazione».

In questi anni, la Patrouille des Glaciers si è infatti costruita una fama andata ben oltre i confini nazionali, al punto da diventare un contesto ambito da sportivi provenienti da tutto il mondo. Non a caso, scorrendo la lista dei partecipanti all’edizione 2024, si ritrovano atleti provenienti, oltre che dalla Svizzera, da parecchi altri Paesi, fra cui Italia, Austria, Germania, Belgio, Romania, Gran Bretagna, Polonia, Canada e Stati Uniti.

Chiuse le pre-iscrizioni a inizio settembre, a inizio dicembre ecco il sorteggio delle squadre partecipanti. Comprendente pure la «3 Blenio Tal». «Quella, se si vuole, è già stata la nostra prima vittoria, anche se la parte più impegnativa doveva (e deve) ancora arrivare. In sé, all’atto pratico sulle nevi vallesane saremo impegnati io, Damiano ed Enea, con Paolo come riserva, pronto a subentrare a uno degli altri membri qualora all’ultimo dovesse gettare la spugna. L’ufficializzazione della nostra partecipazione è stata come un punto di non ritorno per noi: da quel momento in poi avremmo dovuto prepararci, e farlo con la massima serietà, ma soprattutto anche con molta serenità. Non ci presentiamo al via con particolari ambizioni di classifica o per cercare un tempo eccezionale, ma anche così, affrontare una prova come la Patrouille des Glaciers impone una meticolosa preparazione, fisica per cominciare, ragion per cui ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo iniziato la nostra marcia di avvicinamento». Fatta di ore e ore spese sui pendii innevati con gli sci ai piedi, spesso “vestiti” con le pelli di foca. «Ci siamo allenati parecchio, a volte individualmente, altre volte in gruppo, per mettere alla prova condizione e capacità di adattamento a situazioni particolari. Abbiamo macinato chilometri su chilometri: fortunatamente in alto Ticino l’innevamento quest’inverno è stato da un lato molto scarso, ma dall’altro ideale per ritrovare quegli scenari con cui saremo confrontati alla Patrouille. Durante i nostri allenamenti ci è anche capitato di incontrare altri ticinesi che vi prenderanno parte, con altre squadre: qualche volta ci siamo ritrovati sulle piste a parlare dell’appuntamento di aprile, scambiandoci magari anche qualche consiglio. Poi, va da sé, all’atto pratico della competizione, molto lo decideranno le condizioni atmosferiche che troveremo sul posto in quel determinato momento. Nel 2022, ad esempio, una buona parte della prima ascesa della prova “corta”, come pure di quella “lunga”, i partecipanti l’hanno fatta con gli sci in spalla, visto lo scarso innevamento, e idem per l’arrivo a Verbier…».

Con quale spirito vi presenterete al via? «Prevalentemente per vivere e condividere assieme un’esperienza unica, in un paesaggio che non ha eguali. Per questo ce la vogliamo gustare con mente e testa liberi, senza l’assillo di classifica e cronometro. Se poi riusciamo a tagliare il traguardo in un tempo tra le 5 ore e mezza e le 6 e mezza, tanto meglio».