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Volteggiare ad alta quota con i brividi

Adrenalina - Michel Buvoli, da appassionato praticante a creatore della scuola di snowboard freestyle White Pillow
/ 04/03/2024
Moreno Invernizzi

«Se c’è adrenalina nello snowboard? Lo snowboard freestyle “è” adrenalina. Perché scorre nelle tue vene a fiotti e ininterrottamente, e comincia a farlo già quando prendi in mano la tavola. Poi, quando fai le tue evoluzioni, le emozioni che provi toccano il loro apice». Parole, cariche di trasporto, che Michel Buvoli scandisce con occhi luccicanti e l’entusiasmo di chi sulla tavola quasi ci vive. Per coltivare una passione che prima l’ha visto calcare per diverse stagioni la ribalta della Coppa del mondo, e ora lo vede impegnato dall’altra parte, nelle vesti di allenatore delle giovani speranze ticinesi, sotto il «cappello» di TiSki e in particolare nella branca White Pillow, da lui creata nel 2016.

Come in una discesa sulle piste innevate, iniziamo però il nostro viaggio nel mondo dello snowboard freestyle presentandoci in cima alla discesa.

La via che porta alle piste innevate, per Michel e i suoi fratelli, Gianluca e Davide, è praticamente come il vialetto di casa, essendo figli di genitori entrambi sciatori, in particolare di madre campionessa svizzera di gigante. Per non parlare del nonno, ai tempi direttore degli impianti di risalita di Airolo. «Ma a farmi provare per la prima volta lo snowboard è stato mio zio, grande appassionato della tavola. Avevo 14 anni. È stato amore… alla prima discesa: gli sci, poi, non li ho praticamente mai più calzati!».

Lo imitano anche i fratelli, che però imboccano la strada della specialità Slopestyle, mentre Michel percorre quelle di Half Pipe, in prevalenza, e Big Air. «Tra il 1999 e il 2007, circa, abbiamo calcato la scena della Coppa del mondo, volando da un Continente all’altro. Non avrò raccolto risultati di primissimo piano, ma non ho nemmeno sfigurato. E, poi, cosa ancora più importante, ho collezionato tutta una serie di emozioni sufficiente per riempire diversi album dei ricordi. Di aneddoti da rimarcare vissuti in quei sei anni ne avrei tanti, troppi per poterne preferire uno in particolare. Ma tra quei ricordi, il più vivido è legato alla prima volta che sono volato in Giappone, a Tokyo, in occasione del Nippon Open. Quella gara se non erro la chiusi al sesto posto nell’Half Pipe. ma più del risultato, come detto, ricordo le sensazioni di quella “prima volta”. È stato con tutta probabilità il mio viaggio più bello, solo, a vent’anni…».

A quel punto, però, Michel decide di voltare completamente pagina, anche se, più che un addio, il suo sarà un arrivederci al mondo del freestyle e a quello delle competizioni a esso legate: ma a questo ci arriveremo passo per passo. «Nel 2007 ho lasciato i pendii innevati per coltivare l’altra mia passione: la cucina. Così quell’anno ho aperto il mio primo grotto: l’America di Ponte Brolla, cedendone la gerenza cinque anni più tardi a mio fratello, a cui si è poi affiancato un secondo ristorante, a Ponte Brolla. Poi, però, ho sentito forte e chiaro il richiamo della tavola, un richiamo a cui non ho potuto (né voluto) resistere. Negli anni di Coppa del mondo, oltre a competere, tra una gara e l’altra impartivo lezioni di snowboard, in particolare a Laax, dove sono poi cresciuto, assieme ai miei fratelli», sottolinea il 46enne bellinzonese. «Il mondo della ristorazione mi piaceva, e mi piace tutt’ora, ma sentivo ancora più forte la necessità di tornare a contatto con la natura e le montagne. A dare la vera svolta è stato l’incontro con Andrea Rinaldi, responsabile del settore freestyle di TiSki, incontrato nel 2015. A quei tempi, mi disse, lo snowboard in Ticino era un movimento in grossa crisi, in calo di popolarità e di risultati, a tal punto che la Federazione ticinese aveva iniziato seriamente a prendere in considerazione l’eventualità di non più portarne avanti la pratica sotto la sua ala. È a quel punto che è nato il progetto White Pillow, la scuola di snowboard da me creata (nel 2016) e poi integrata sotto il cappello di TiSki, con il chiaro intento di dare un nuovo impulso a questa disciplina».

Sette anni e spiccioli dopo, i primi frutti concreti di quanto messo in piedi da Michel (ma per tutti Mitch) Buvoli cominciano a maturare. «A dirla tutta, i risultati sono arrivati praticamente fin dall’inizio, a dimostrazione che l’interesse per la tavola nel nostro cantone era ancora vivo. Già nel primo anno avevamo colto due-tre risultati di rilievo sul circuito nazionale, poi diventati due titoli svizzeri (uno nell’Half Pipe e uno nello Slopestyle) l’inverno seguente. Diversi di quei ragazzi che avevano costituito il gruppo di White Pillow nel 2016 sono tutt’ora parte del gruppo, altri ancora si sono aggiunti cammin facendo: ora siamo una bella squadra, con atleti in procinto di fare il grande salto a livello internazionale. Penso in particolare a Samuela Mondani, atleta ventenne reduce da un ottimo quinto posto finale nella Coppa Europa 2022/23 e dal secondo sulla ribalta nazionale, che ha le carte in regola per poter ambire alla ribalta olimpica (e non a caso ha già preso parte a una preparazione finalizzata a questo obiettivo): il potenziale per staccare il biglietto per Milano-Cortina 2026 ce l’ha tutto».

L’appuntamento con la presenza regolare di un ticinese in Coppa del mondo, è per contro rimandato. «Questa doveva essere la grande stagione di Giovanni Rizzi, se non fosse incappato in un grave infortunio, la rottura di perone e crociati, a ridosso del debutto stagionale».

Da settembre a giugno White Pillow porta avanti in parallelo due attività collaterali: una di ginnastica acrobatica, e i cosiddetti Shred Days, sorta di contenitore di varie attività (che vanno dallo skateboard allo stand-up paddle, generalmente al Centro sportivo nazionale di Tenero, passando per tutta una seria di discipline durante la stagione estiva), spalmato sull’arco di tutti i dodici mesi: «Queste attività hanno anche la funzione di talent scout: è qui che si possono individuare i giovani promettenti».