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Dimmi come giochi e ti dirò chi sei

Spielzeugmuseum - A Norimberga, una collezione di giocattoli da tutto il mondo mostra come anche la dimensione ludica sia dominata da meccanismi sociali e culturali
/ 11/12/2023
Simona Dalla Valle, testo e foto

Le origini di quello che sarebbe diventato lo Spielzeugmuseum risalgono all’iniziativa di Lydia e Paul Bayer, una coppia di collezionisti di giocattoli e oggetti d’arte fin dagli anni Venti. La figlia Lydia (1929-2000), nata a Würzburg e cresciuta a Norimberga circondata dai giocattoli storici dei genitori, presto ne ereditò la passione. Lydia concentrò la sua formazione sul tema dei giocattoli, completando gli studi di storia dell’arte con un dottorato sulla casa di bambola europea. Nel 1962, la giovane studiosa ampliò la collezione dei genitori a Würzburg, trasformandola in un museo privato il cui patrimonio fu acquisito dalla città di Norimberga nel 1966.

Norimberga città dei giocattoli

Fin dal Medioevo, nei vicoli del centro e nei sobborghi di Norimberga si producevano giocattoli di ogni tipo: bambole, giochi realizzati interamente in legno e oggetti più o meno elaborati in latta. L’educazione delle bambine era volta a insegnare loro la gestione della casa, e anche gli oggetti destinati allo svago seguivano questo intento. Le cucine delle bambole riproducevano la vita domestica nei più piccoli dettagli delle specificità regionali, mostrando le tecniche di preparazione degli alimenti. Il tema dell’economia domestica comprendeva anche lo shopping, ricreato nelle bancarelle e nei negozi riccamente forniti della collezione. Le case di bambola esposte al museo spaziano nel tempo dal Biedermeier allo Storicismo e all’Art Nouveau fino agli anni Quaranta, e non solo illustrano un cambiamento nello stile di vita dei tedeschi, ma forniscono una vivida immagine della vita familiare della classe media. I numerosi esemplari del museo documentano l’evoluzione della bambola, che da oggetto di moda e da esposizione acquisì una funzione ludica nel periodo tra il 1750 e gli anni Cinquanta del Novecento.

Una sala con un bel soffitto in stucco rococò, proveniente dalla struttura originale dell’edificio, ospita figure storiche in latta, carta, pasta, celluloide e plastica. I primi esemplari delle officine di Norimberga e Fürth raffigurano prevalentemente scene e motivi di vita quotidiana, mostrando l’alto livello di abilità dei fonditori e degli incisori locali di peltro, che nel XIX secolo resero la Franconia la Mecca mondiale di questi prodotti.

La storia locale dei Lehmann

La storia dell’azienda di giocattoli E. P. Lehmann fornisce una grande testimonianza della storia locale. Nel 1881, il contabile berlinese Ernst Paul Lehmann fondò una fabbrica di giocattoli di latta a Brandenburg an der Havel insieme a Jean Eichner, figlio di un produttore di Norimberga con un passato nel settore. In pochi anni l’azienda, che nel periodo di massimo splendore impiegò novecento persone, raggiunse una fama mondiale. Protetti da brevetti internazionali, i giocattoli Lehmann erano caratterizzati da meccanismi inventivi, idee di gioco originali, nomi spiritosi e un forte senso dello spirito del tempo. Aeroplani, dirigibili, automobili e motociclette, i giocattoli figurativi dovevano spesso la loro creazione a fatti di attualità.

All’inizio degli anni Venti Johannes Richter, cugino di Lehmann, si unì all’azienda dandole nuovi impulsi e nel 1934, alla morte del fondatore, continuò a esserne l’unico proprietario. Durante il periodo del nazionalsocialismo si arrivò a una drastica diminuzione della produzione dovuta alla scarsità di materiali. Richter resistette alla richiesta del regime di produrre giocattoli militari e, anche durante la Seconda guerra mondiale, Lehmann continuò a produrre giocattoli anziché dedicarsi alla manifattura di armamenti. Alla fine della guerra, la produzione riprese su scala ridotta e, con il nome di «VEB Mechanische Spielwaren Brandenburg», l’azienda divenne il principale produttore di giocattoli di latta della DDR.

Dalle proiezioni al cinema

Fino alla fine del XIX secolo, esistevano semplici supporti ottici che oggi definiremmo «rudimentali» come i teatri di carta, che drammatizzavano storie per grandi e piccini. Spettacoli itineranti trasportavano il pubblico incantato delle fiere in mondi sconosciuti con peepshow e proiezioni. A partire dal 1850, la tecnica fotografica della stereoscopia aprì una nuova qualità di rappresentazione, e con il fenachistoscopio e il prassinoscopio le immagini iniziarono a muoversi. Ma fu solo con l’invenzione della pellicola, all’inizio del XX secolo, che il grande salto nel cosmo delle immagini viventi fu compiuto.

La metropoli del ferro

Le prime conquiste dell’umanità in campo tecnico come le locomotive a vapore e le ferrovie, automobili e aerei, ma anche i cinema e i telefoni, influenzarono grandemente l’industria dello svago. Il ferro, materiale al centro dell’industrializzazione, era la risorsa imprescindibile di questa nuova era dei giocattoli, di cui Norimberga fu la metropoli per quasi un secolo producendo set di costruzioni in metallo, figure danzanti, motori a vapore e modellini ferroviari. Intorno al 1910, circa cinquemila persone avevano trovato occupazione nelle oltre cento aziende di giocattoli della città, tra le quali spiccavano i nomi di Issmayer, Heß, Bub, Carette, Fleischmann, Plank, Doll e soprattutto Bing, all’epoca la più grande fabbrica di giocattoli di tutto il mondo.

Gli ultimi cinquant’anni

Al piano superiore del museo si trova la parte più recente della collezione, con oltre 700 oggetti rappresentativi della produzione di giocattoli degli ultimi cinquant’anni. Oltre ai «classici» moderni come i mattoncini Lego sono esposte le macchinine Schuco o Matchbox, le bambole Barbie, le figure Playmobil o il Game Boy. Preziose edizioni da collezione di ferrovie, modellini di auto, orsacchiotti, bambole o le fantasiose creazioni del produttore di giocattoli di latta Tucher & Walther dimostrano il ruolo crescente dei giocattoli anche nella vita degli adulti. Proprio a loro è rivolta quella che oggi è la più grande fiera internazionale del giocattolo del mondo, che si svolge ogni anno a Norimberga nel mese di gennaio.