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<em>Oxalis</em>, uno speciale portafortuna

Mondoverde - Non si tratta di un’anomalia del trifoglio, ma di un’erbacea che può molto somigliare al mitico quadrifoglio
/ 26/06/2023
Anita Negretti

A chi non è mai capitato di fermarsi in un prato e cercare con lo sguardo il famoso quadrifoglio – amuleto d’erba, risultato di un’anomalia del trifoglio (Trifolium repens), simbolo d’Irlanda, che nel riprodursi ha emesso quattro invece di tre foglie, ragione per cui è normalmente più raro e difficile da trovare – per esaudire i propri desideri?

Nei miei libri ne trovo a decine, pressati e in ricordo del passato; oggi li trovo sempre con la stessa facilità, ma non li strappo più, bensì preferisco piantarne di altri, anche se non originali!

Ho una piccola collezione di Oxalis, discreta e graziosa erbacea perenne con foglie di vari colori, che solitamente acquisto a dicembre, periodo in cui vengono venduti in simpatici vasetti oro o rossi e decorati con uno spazzacamino, un cornetto o un ferro di cavallo in segno di buon augurio per il nuovo anno.

Terminato il loro ruolo propiziatorio, attendo le prime giornate tiepide e le interro ai bordi delle aiuole del giardino, visto che la loro dimensione è contenuta e non supera i trenta centimetri di altezza, fermandosi spesso ai quindici-venti centimetri.

Formano cuscini di foglie cuoriformi, raccolte in gruppi di tre, proprio come quelle del trifoglio e hanno fiori bianchi o rosa, che sbocciano in questo periodo, o più precisamente da marzo fino a ottobre in base alla varietà. Le Oxalis, della famiglia delle Oxalidaceae si trovano allo stato spontaneo in tutto il mondo, vantando ben seicento specie: Brasile, Messico e Sud Africa vantano il maggior numero di esemplari in natura.

La varietà più classica, che si trova con una certa facilità nei nostri boschi, è Oxalis acetosella, chiamata acetosella dei boschi: una piccola erbacea alta dodici centimetri, con fiori bianchi che sbocciano alla fine di febbraio, prima che gli alberi del bosco si riempiano di foglie. Dal terreno spuntano prima le foglie, trifogliate che hanno, oltre a un lungo picciolo rosso, anche la capacità di richiudersi la sera o quando il sole è troppo intenso per loro.

Utilizzata anche in cucina grazie alle sue foglie commestibili, che odorano di aceto, l’acetosella è molto facile da coltivare sia in piena terra sia in vasi e spesso viene utilizzata in cache-pot preziosi , dai colori sgargianti, che ben si abbinano con le sue foglie verde prato o violacee, come nella specie Oxalis purpurea.

Prediligono la mezz’ombra, un terreno fresco e umido, e non hanno alcun problema ad affrontare i rigori dell’inverno, visto che adottano la strategia di far seccare la parte aerea, mentre le radici, sotto forma di rizomi, restano sempre vivi e pronti a rivegetare all’inizio della primavera.

Oxalis purpurea «Shamrock» ha foglie di un viola scuro molto intenso, con all’interno una macchia più chiara, e hanno forma triangolare con fiori bianchi e piccoli, che ben si accostano a quelli rosa di Oxalis debilis (sinonimo di O. corymbosa), una pianta di origine sudamericana che si trova facilmente in vendita in vivai e fiorerie.

Chi ama invece le tinte più solari può virare sull’acetosella gialla, Oxalis pes-caprae (nella foto a sinistra), un’altra sud africana che ben si è adattata ai nostri climi e le cui foglie, dal sapore acidulo molto simile al limone, vengono utilizzate per insaporire i piatti in cucina, come insalate, torte salate, minestre e salse.

Tra le mie preferite vi è la «Versicolor», una tappezzante con fiori simili ai colori dei lecca-lecca: i petali bianchi bordati di rosso sono simbolo di allegria e quando sono completamente aperti diventano un goloso spettacolo per gli occhi, specie se abbinate alla varietà «Golden Cape», gialla e sfumata di rosso.