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Joinville, i coloni elvetici e l’Escola del Bolshoi
Situato nel nord di Santa Catarina, Joinville è oggi il centro più popoloso dello Stato, sede di importanti attività economiche, produttive e culturali.
Il primo nucleo della città (allora detta Dona Francisca) fu fondato nel marzo del 1851 da 118 emigranti in fuga dalla povertà, arrivati dall’Europa sulla Barca Colon. Ben 77 provenivano dal Canton Sciaffusa, con cui oggi Joinville è gemellata.
La storia dell’emigrazione svizzera in Brasile (https://suicosdobrasil.org.br/) parte nel XVI secolo, con i primi coloni, soprattutto religiosi. Fulcro della comunità era Villa Viçosa de Madre de Deus, nello stato di Amapá. Nel maggio 1818 un accordo firmato dalla Corte reale portoghese e il governo del Canton Friburgo promosse ulteriori arrivi: nel 1819, circa duemila persone fondarono Nova Friburgo e dal quel momento al 1857 altri duemila svizzeri giunsero nelle piantagioni di caffè della regione di São Paulo. A Santa Catarina, oltre alla fondazione di Dona Francisca/Joinville, gli svizzeri parteciparono alla creazione di Nova Helvetia (1897), Presidente Getúlio (1904) e Bom Retiro (1922). Nel 1870 in tutto il Paese vivevano all’incirca 2500 coloni elvetici, numero che arrivò a 4250 nel 1930. Oggi la comunità Suiça in Brasile, con circa 15mila persone, è la seconda più numerosa dell’America Latina.
Il ruolo degli svizzeri di Sciaffusa a Joinville è stato valorizzato a partire dal 2001, a 150 anni dalla fondazione. In seguito al gemellaggio, del 2007, sono stati regolarmente organizzati dei Programmi triennali di Attività di cooperazione, dedicati agli scambi in materia di cultura, arte, sport e iniziative per l’ambiente e l’economia.
La città è infatti particolarmente famosa nello Stato di Santa Catarina per le sue attività culturali. Dal 15 marzo 2000 è sede dell’Escola do Teatro Bolshoi no Brasil (www.escolabolshoi.com.br), unica estensione della più famosa istituzione di ballo russa. La scuola ha una spiccata missione sociale: quella di dare a bambini e bambine provenienti da famiglie a basso reddito di tutto il Brasile la possibilità di intraprendere una crescita professionale nel mondo dell’arte altrimenti preclusa. Le ragazze e i ragazzi che si formano alla Escola usufruiscono di borse di studio; oltre a garantire una formazione tecnico-pedagogica nelle arti della danza, della musica e del teatro, viene fornita loro assistenza medica, odontologica e nutrizionale.
Non è dunque un caso se Joinville, da 40 anni a questa parte è sede del Festival della Danza (quest’anno dal 17 al 29 luglio - www.festivaldedancadejoinville.com.br/), registrato nel Guinness dei Primati come il più grande evento dedicato alla danza nel mondo.
Santa Catarina: dentro il Brasile che non ti aspetti
Grande oltre il doppio della Svizzera, Santa Catarina è il secondo Stato più a sud del Paese. Tra oceano, foresta tropicale, serra punteggiata di araucarie, lunghe spiagge dorate, città con skyline vertiginose e villaggi colorati in stile azzorriano
Amanda Ronzoni, testo e foto
Sono tornata da meno di dieci giorni ed è già saudade. Dopo due settimane di estate piena, calda ma non afosa, di colori, sapori, storie di un altro mondo, lontano nel tempo e nello spazio, il ritorno a una stagione più grigia e piatta assume quella tonalità fastidiosamente dolorosa che solo questo termine portoghese riesce propriamente a rendere. Una sfumatura di sentimento intraducibile, ma che riconosci al volo quando te la trovi dentro, appiccicata addosso.
Questo viaggio, per me, è stato il battesimo carioca, la prima esperienza del Brasile. E il ricordo che mi porto a casa è di puro incanto, a dispetto di una serie di pregiudizi e informazioni raccolte prima della partenza. Ad esempio, secondo il «Daily Express», nella classifica dei 10 Paesi meno sicuri in cui viaggiare nel 2023 il Brasile compare al nono posto (il calcolo è effettuato in base al tasso di criminalità espresso dalla «World Population Review», https://worldpopulationreview.com/country-rankings/crime-rate-by-country). Qualche amico prima di partire mi aveva suggerito di lasciare a casa orologi e gioielli, di fare attenzione alla macchina fotografica e al cellulare. Essendo lì per lavoro, la mia macchina e relativa attrezzatura fotografica sono state in bella vista tutto il tempo, anche durante le mie uscite in solitaria, mattina presto o sera tardi. Idem per lo smartphone. Santa Catarina, scopro su internet e verifico di persona, in realtà è uno degli Stati brasiliani più sicuri e tranquilli del Paese. Piuttosto, se dovessi basarmi sulla personale esperienza, dovrei sconsigliare il centro di Parigi, dove sono stata borseggiata due volte su due.
Paesaggi unici
In breve tempo la scheda della mia macchina fotografica e la memoria dello smartphone, oltre agli occhi, si riempiono di paesaggi unici, di una sorprendente varietà.
Partiamo dal sud dello Stato. Il primo incanto, inaspettato, si insinua discreto, nascosto dalle brume, a solo due ore di macchina dalle magnifiche spiagge costiere: è la Serra Catarinense. Siamo nella regione di Uribici, sui rilievi più alti di Santa Catarina (1800 e passa metri). Con le sue maestose araucarie (Araucaria angustifolia) dalle chiome a ombrello, che risalgono all’alba del mondo, la serra ha un aspetto primordiale, reso ancora più affascinante dal respiro delle nebbie che salgono dalle pieghe dei canyon. Prima anomalia nell’immaginario cliché che vuole il Brasile tutto Sole-Spiagge-Samba: siamo nella regione più fredda del Paese, d’inverno c’è anche la neve. E c’è chi coltiva la vite e produce vino: il vitigno locale si chiama Goethe e nel 2011 ha ottenuto la denominazione di Indicazione Geografica per salvare la varietà dall’estinzione (https://www.fondazioneslowfood.com/it/arca-del-gusto-slow-food/uva-goethe/).
Un serpente d’asfalto
Altro punto spettacolare è la strada SC-390, un serpente di asfalto che si srotola dalla Serra do Rio do Rastro e scivola verso valle, curva dopo curva nella foresta. A Praia Grande un giro in mongolfiera all’alba sopra il Geoparco UNESCO Caminhos Dos Cânions do Sul (che Santa Catarina condivide con il vicino Rio Grande do Sul, canionsdosul.org) lascia senza parole per l’incanto – ho già scritto incanto? Bene, è la parola che mi sovviene più spesso in questo racconto.
Riguadagnato l’oceano, risalendo lungo la costa, ci fermiamo a Laguna, cittadina di pescatori, per due ottimi motivi: primo vi nacque Ana Maria de Jesus Ribeiro, meglio nota come Anita Garibaldi (sposa di Giuseppe, l’eroe dei due mondi, che qui la conobbe e se ne innamorò); secondo, sulla spiaggia è possibile assistere a uno spettacolo raro, ovvero la pesca con i delfini. I pescatori locali, da almeno un paio di secoli, hanno istaurato una collaborazione insolita e del tutto spontanea con un gruppo di tursiopi che vive nei pressi della laguna. Questi mammiferi marini, senza essere addestrati, avvisano gli uomini sulla spiaggia di gettare le reti e spingono i pesci nella loro direzione. Quelli che virando riescono a sfuggire alla cattura finiscono direttamente in bocca ai delfini. Con mutua soddisfazione.
Sabbia color oro
Proseguendo verso nord, dopo una serie di lagune, incontriamo Imbituba e le sue spiagge incantate, come Praia do Rosa, o la Barra de Ibiraquera, più o meno frequentate, ma sempre molto curate: chilometri di sabbia che va dal bianco all’oro, protetta dalle dune di restinga, tipica vegetazione che previene l’azione erosiva del mare. Ce n’è per tutti i gusti: per chi fa surf da anni, per chi sta imparando, per gli amanti dei racchettoni, per le famiglie con animali al seguito (qui sempre benvenuti), per chi prende solo il sole e per chi fa i chilometri sul bagnasciuga. E la sera si gira nei locali, per ascoltare un po’ di buona musica e bere caipirinha, o fare shopping nei negozi di artigianato e comprarsi un bikini nuovo, magari ecosostenibile. Da luglio a novembre questi lidi hanno un ospite d’eccezione: qui viene a riprodursi la balena franca.
Raggiungiamo la capitale dello Stato, Florianopolis, che ci parla della storia di questa regione. L’isola su cui si trova l’odierna città, per la sua posizione strategica fu occupata dagli spagnoli a partire dal 1542, poi contesa e strappata ai portoghesi (il tutto a scapito delle popolazioni locali, i Guaranì e i Kaingang, nonché degli schiavi portati dall’Africa). Nota in origine come Nossa Senhora do Desterro (Nostra Signora dell’esilio, con riferimento alla Sacra Famiglia), ha conosciuto ondate successive di emigranti che ivi giunsero a metà ‘800 da Azzorre, Germania e Italia, ma anche da Svizzera, Polonia e Austria.
Tante lingue diverse
Oggi la regione è un puzzle di comunità che parlano tante lingue diverse e ognuno si fa vanto della propria ascendenza, portando avanti tradizioni gastronomiche e artigianali dei Paesi d’origine e mantenendo legami stretti coi luoghi da cui bisnonni e nonni sono partiti in cerca di un mondo migliore. Secondo i locali, i Manesinhos, Florianopolis è l’isola è delle streghe: protagoniste di molte le leggende, abitano nelle Figueira, antichi e maestosi alberi di Ficus, e sono le guardiane della Natura.
Natura che si esprime in una serie di spiagge incorniciate da vegetazione lussureggiante lungo la costa fino a nord, domata poi dalle grandi città litoranee di Itapema e Balneário Camboriú con skyline sorprendenti. Il braccio di ferro tra il verde della Mata Atlântica (la foresta pluviale costiera) e il bagliore dei grattacieli è incredibile e per fortuna da qualche decennio ormai il settore costruzioni è sottoposto a regole più rigide, con la salvaguardia di zone ritenute fondamentali per la biodiversità, come Porto Belo e la sua isola.
Lunghi pontili in legno collegano una spiaggia all’altra permettendo salutari passeggiate all’ombra di alberi tropicali, tra farfalle enormi e minuscoli colibrì, e se si ha un po’ di pazienza non è difficile riuscire a vedere qualche tartaruga marina che sale a respirare tra le onde. Dalla ruota panoramica di Balneário Camboriú è magico ammirare la città spogliarsi del tramonto e accendersi di luci, mentre sempre in spiaggia la gente del posto si attarda nelle ultime chiacchiere. Su tutti veglia l’imponente Cristo Luz: coi suoi 33 metri di altezza e l’effige del Sole sulla spalla sinistra, la sera si illumina regolarmente di sette diversi colori, ognuno con una particolare benedizione (https://www.cristoluz.com.br/en/cristo-luz/#) per tutti.
Comunità rurali e ciclopiste
Spiagge incantate, sì, come in altre parti del Brasile, ma Santa Catarina si distingue per essere anche uno Stato che propone una grande varietà di paesaggi unici e dove può fare anche molto freddo.
Oltre all’alto livello di sicurezza percepito, la regione di Santa Catarina colpisce per l’impressione di inclusione, reale e non solo dichiarata, che si trova a vari livelli. Cartelli che invitano al rispetto dei ciclisti sono ovunque, così come quelli dedicati alla natura e alle specie sensibili, o quelli che indicano le possibilità di accesso per carrozzine e sedie a rotelle. Ci sono cliniche veterinarie e negozi per animali domestici dappertutto. Tantissimi i cani, anche nelle spiagge che ne vietano la presenza: pulizia totale (segno della civiltà dei proprietari) e rispetto degli spazi evidentemente facilitano convivenza e accettazione.
Protezione ambientale
A fronte di alcune aree decisamente antropizzate, lo Stato sta puntando molto su quelle dove la natureza resta padrona. Le parole chiave sono turismo rurale e produzioni organiche, eco e cicloturismo, Bandiere Blu per le spiagge e aree di protezione ambientale (APA).
Molte delle strutture ricettive sono gestite a livello familiare, con attenzione all’ambiente e alle produzioni locali. Ne sono esempio, sulla Serra Catarinense, le produzioni di vino, formaggio, mele Fuji e miele di Bracatinga con denominazione geografica; o l’Eco Resort Rio Rostro, dove il fondatore Ivan Cascaes mostra orgoglioso agli ospiti l’orto biologico a chilometro zero che sta nel cuore della tenuta; tutto intorno un panorama unico con sentieri per camminare e diversi mirador da cui godersi lo spettacolo. O ancora a Praia Grande, più a sud, il Refúgio Ecológico di Pedra Afiada, nel cuore della foresta tropicale, dove è possibile girare con una guida naturalista e arrampicarsi su una vecchia Figuera centenaria.
A Florianópolis, ci sono organizzazioni come i Ratones Rural (https://ratonesrural.com.br/) che offrono ai turisti un’esperienza del territorio differente: non solo spiagge e mare, ma un entroterra ricco di luoghi naturali e siti culturali che parlano di storia e tradizioni antiche, unendo attenzione all’ambiente, valorizzazione dei saperi femminili, il gusto moderno per le discipline orientali come yoga e meditazione. È possibile poi incontrare le comunità locali grazie alla preservazione di luoghi e pratiche antiche che a Santa Catarina hanno ottenuto il riconoscimento di patrimonio culturale.
La spartizione del pescato
È il caso delle cooperative di pescatori, come la Associação dos Pescadores Artesanais do Campeche, che ancora oggi praticano in modo tradizionale la pesca alla tainha (Mugil cephalus) da maggio a luglio, usando vecchie barche a remi, tramandate e mantenute da generazioni. Le giornate di pesca si trasformano in festa con la spartizione del pescato secondo criteri rigorosi e rispettosi di tutta la comunità. Ma anche dei mulini, qui detti engenhos, oggi musei intorno ai quali si organizzano le colorite Festa da Farinha e si celebrano i valori della vita contadina. Perfettamente funzionante l’ultracentenario Engenho dos Andrade, a Santo Antônio de Lisboa, Florianópolis; altrettanto suggestivo l’Engenho do Sertão, gestito dall’Instituto Boimamão, a Bombinhas, che tra le altre cose si occupa della salvaguardia e promozione della cultura tradizionale locale, tra cui spiccano le rappresentazioni dette «boi de mamão», una sorta di teatro tragicomico di derivazione azzorriana, che ha come protagonista un bue e il suo padrone.
I circuiti cicloturistici in tutto lo Stato sono ben segnalati (e alcuni nomi sono suggestivi: Circuito das Araucárias, Circuito Costa Verde, Caminho da Imperatriz), con corsie dedicate e anche mini postazioni sparse per parcheggiare e fare riparazioni. Dalla piatta e rilassante Avenida Atlântica di Balneário Camboriú (7 km lungo la costa), alle più impegnative salite della Serra Catarinense, ce n’è per tutte le gambe.
Gustosi molluschi
Altra attività che ha interessanti risvolti sociali, perché gestita da gruppi di famiglie locali, è la coltivazione delle ostriche e dei molluschi. Si tratta di una sfida accettata e vinta da alcuni pescatori di San Antônio de Lisboa che, per incrementare l’economia basata sulla pesca, ma in crisi, decisero a fine anni ’80, con il supporto dell’Università di Florianopolis, di impiantare e produrre le ostriche in modo sistematico e sostenibile, sfruttando le peculiarità del mare che circonda l’isola di Santa Catarina, caratterizzato da fondali bassi con un mix di acqua salata e acque dolci, blandito dalle correnti fresche in arrivo dalla Patagonia e dal sud del Brasile. Oggi lo Stato produce l’80% delle ostriche in vendita nel Paese, con ricadute benefiche sulle cooperative di pescatori e anche sull’economia della ristorazione e del turismo. Da provare la Caipiroyster, ovvero l’ostrica «condita» con lime, cachaca (distillato da canna da zucchero) e miele, brindando a questa iniziativa coraggiosa quanto illuminata.