Asperiores, tenetur, blanditiis, quaerat odit ex exercitationem pariatur quibusdam veritatis quisquam laboriosam esse beatae hic perferendis velit deserunt soluta iste repellendus officia in neque veniam debitis placeat quo unde reprehenderit eum facilis vitae. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisicing elit. Nihil, reprehenderit!
Bibliografia
- S.M. Jablokov-Khnzorian, Les Coccinelles, Editions Boubé, Paris 1982, 588 pp.
- Ivo Hodek e Alois Honek, Ecology of Coccinellidae, Kluwer Academic Publishers, (Bos-ton-London 1995), 464, pp.
Cento coccinelle
Entomologia - Qualcuno la chiama Gallina di San Pietro altri la reginetta della Madonna – Prima parte
Alessandro Focarile
La coccinella ha attirato dalla notte dei tempi la simpatia dei popoli. Attribuendole, spesso, delle proprietà magiche, e anche il ruolo di messaggero divino, essa ha trovato le sue espressioni nei nomi vernacolari e popolari. In generale, raramente gli insetti riscuotono la benevolenza delle persone. Gli insetti pungono (come le zanzare e i tafani), mordono (come le formiche e i càrabi), emanano odori sgradevoli (come le cimici). Insomma, è meglio starne alla larga sebbene abitino ovunque. Ma, quanta attitudine benevolente attira una coccinella che passeggia innocua su una mano, in cerca continua di un afide da predare.
Un britannico ha avuto la pazienza di raccogliere e pubblicare (1989) un elenco dei nomi delle coccinelle in 230 lingue e dialetti sparsi in tutto il Mondo: Bozjavka korovokva in russo (vaccherella di Dio), Marienkäfer in tedesco (coleottero della Madonna), Ladybird in inglese (uccello della Madonna), Bestiôle du Bon Dieu in francese.
Nel Repertorio dei dialetti della Svizzera di lingua italiana (Bellinzona 2012) sono elencati ben 18 nomi vernacolari riferentisi alla coccinella, sparsi in tutto il Ticino, la Mesolcina, la Bregaglia e la Poschiavina (galinèta in dal Signor, galina du san Pédr, poiora dal Signor, reginéta dala Madòa, bòu del paradis)
A cavallo del 1750, il sommo studioso svedese Carlo Linneo (1705-1778) fondatore della sistematica (la scienza che studia la classificazione e l’ordinamento gerarchico di tutti gli esseri viventi vegetali e animali) descriveva nel suo Systema Naturae venti specie di coccinelle, tra le quali la più nota coccinella con sette punti, emblematica della famiglia.
Questa è ripresa in migliaia di messaggi pubblicitari a simboleggiare la Natura. È raffigurata anche nelle emissioni di francobolli di molti Paesi, Svizzera compresa. Dopo oltre cento anni, un grande entomologo francese (Étienne Mulsant, 1797-1880) pubblicava una monografia su coccinellidi di tutto il Mondo elencando ben 1800 specie. Attualmente (2019) siamo arrivati a un complesso faunistico di circa seimila specie, a significare l’importanza di questa famiglia nel quadro di tutti i coleotteri attualmente conosciuti a livello mondiale.
Nella maggior parte, sono insetti che affezionano i climi caldi. In Europa è evidente un gradiente di impoverimento da sud verso nord: in Italia sono conosciute 135 specie di coccinellidi, in Svizzera 90 specie, nell’Europa centrale 70, per arrivare a 40 entità nella Scandinavia, e all’unica specie che popola i freddi boschetti di salici in Groenlandia.
Le coccinelle vivono sui vegetali con temperature varianti da 15 a 30 gradi centigradi. Li frequentano sia come consumatrici primarie cibandosi delle foglie, sia dei microfunghi che crescono sulle mielate prodotte dagli afidi (fumaggini) su alcuni alberi come gli aceri e i tigli, sia dandosi al cannibalismo predando le proprie uova e larve.
Sono principalmente esseri afidofagi, essendo note 200 specie di afidi consumati dalle coccinelle. Questi ultimi sono insetti primitivi, conosciuti anche dall’ambra del Mare Baltico (35-40 milioni di anni or sono), che hanno conservato il loro ancestrale apparato boccale succhiante linfa dei vegetali (foglie, fiori, radici).
Sono presenti in tutto il Mondo eccettuato l’Antardide, e con popolazioni di astronomiche dimensioni, e spesso con cicli biologici complicati, passando tra specie vegetali differenti nel corso della loro vita. È stato calcolato che la comune coccinella con sette punti può divorare ben 5800 afidi nel corso della sua vita (Lablokoff-Khnzorian 1982). Da qui deriva il decisivo contributo delle coccinelle impiegate nella lotta biologica (insetto contro insetto).
Da oltre 150 anni questi preziosi ausiliari dell’uomo sono riutilizzati nella protezione delle colture agrarie e forestali. Fin dal 1830 due entomologi inglesi (Kirby e Murphy) consigliavano ai loro conterranei contadini di impiegare le ladybirds per la protezione delle colture di luppolo necessarie per la produzione della birra. Nel 1910, l’entomologo italiano Filippo Silvestri introduceva in Sicilia il Novius cardinalis originario dell’Australia, per la lotta nelle colture di agrumi, e con pieno successo. Ma non sempre i risultati ottenuti coronano le auspicate aspettative, come apprenderemo dalla storia qui narrata.
Verso la fine del 1700, un avventuroso e capace naturalista esploratore, il berlinese Simon Pallas, nel corso di una spedizione in Siberia, scopriva centinaia di nuove specie di animali e di piante prima sconosciute. Tra gli insetti, una graziosa coccinella. Tornato a Pietroburgo, Pallas faceva seguire la descrizione in latino, come usava all’epoca di Carlo Linneo. Poi questa nuova specie, battezzata Coccinella axyridis dal nome della pianta sulla quale era stata trovata, venne segnalata anche in Cina, in Corea e fin nel Giappone. Successivamente, gli americani la introdussero in California e si espanse rapidamente in tutto il Nord America.
In epoca attuale, la coccinella siberiana è stata introdotta in Europa (Olanda, Germania, Francia), ed essendo un’ottima volatrice, è giunta più o meno accidentalmente fino in Svizzera e in Italia. In Ticino è comparsa nel 2006 a Faido (Leventina). È stato subito rilevato che questo coleottero non è soltanto un prezioso ausiliario nella lotta biologica, ma è anche un temibile antagonista delle coccinelle nostrane divorando uova e larve, essendo molto prolifico (fino a tre generazioni all’anno), aggressivo e con ampie capacità di diffusione.
Attualmente Harmonia axyridis è stata segnalata già nell’Europa orientale, da dove in tempi brevi farà un ultimo salto verso «na Vostok» (Oriente). Qui incontrerà, dopo due secoli, i suoi parenti ritrovati: un periplo di oltre 35mila chilometri intorno alla Terra. Nel frattempo, verrà considerata dagli entomologi fitopatologi non solo un prezioso ausiliario, ma anche una «autentica peste».