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La Presidenza svizzera della Convenzione delle Alpi
La Convenzione delle Alpi è stata firmata dagli otto Paesi alpini ossia, oltre dalla Svizzera, da Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Slovenia e Principato di Monaco, così come anche dall’Unione Europea. Portata a compimento a Salisburgo il 7 novembre 1991 ed entrata in vigore nel 1995, la Convenzione è stata il primo trattato internazionale al mondo che considera un’area montana transnazionale nella sua interezza geografica. Essa mira alla protezione e allo sviluppo sostenibile delle Alpi, una zona nel cuore dell’Europa che è l’ambiente naturale, culturale, di vita ed economico per più di 14 milioni di persone e per un elevato numero di ospiti all’anno.
La Svizzera ha assunto la presidenza della Convenzione delle Alpi lo scorso 10 dicembre 2020 e nel suo biennio di presidenza vuole impegnarsi a favore di tre priorità tematiche: il clima, i trasporti in chiave sostenibile e le città alpine. L’obiettivo principale è quello di promuovere la protezione del clima e l’adattamento ai cambiamenti climatici nell’arco alpino.
Per contribuire al raggiungimento di questo proposito prevede diversi progetti ed eventi che riuniranno gli attori dello spazio alpino. La conferenza internazionale «MoVe the Alps» è stato il primo incontro, mentre al momento è in corso l’edizione 2021 di YOALIN (www.yoalin.org), un progetto della CIPRA (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi) dove la mobilità sostenibile in bicicletta, in treno e a piedi giocherà un ruolo centrale. Nel mese di ottobre è prevista invece la sesta edizione di «Constructive Alps» (www.constructivealps.net/it).
Biciclette: mezzo di trasporto e di svago
Sostenibilità - Il tema del cicloturismo al centro della Conferenza «MoVe the Alps» organizzata dalla Svizzera nel suo periodo quadro di presidenza della Convenzione delle Alpi
Elia Stampanoni
Il cicloturismo nella regione alpina è stato il tema della conferenza organizzata lo scorso 22 aprile 2021 nel quadro della presidenza svizzera della Convenzione delle Alpi. Circa 300 partecipanti suddivisi in gruppi di lavoro provenienti da vari paesi europei hanno assistito e contribuito alla giornata svoltasi interamente a distanza, a causa della situazione sanitaria.
Sono stati diversi, infatti, gli ospiti che, in collegamento da differenti nazioni dell’arco alpino, hanno risposto all’invito dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale ARE, il quale ha dedicato la conferenza «MoVe the Alps» ai trasporti e al turismo. «Entrambi hanno un forte impatto climatico ed ecologico sulle Alpi. Le richieste di un loro uso turistico, specialmente in termini di mobilità, stanno crescendo, mentre lo spazio e le capacità ecologiche sono limitate», citava il comunicato stampa.
La bicicletta sta d’altronde spopolando, spinta anche dalla pandemia. «Sia nella vita di tutti i giorni sia nel tempo libero o durante le vacanze, la bici è un mezzo di trasporto molto popolare, spesso anche nelle regioni alpine», indica l’Ufficio federale dello sviluppo territoriale, ricordando che «chi va in vacanza in bicicletta non emette quasi nessun gas a effetto serra, e questo può aiutare la Svizzera e gli Stati alpini limitrofi a raggiungere i propri obiettivi climatici».
Ma il successo del cicloturismo o della bici quale mezzo di spostamento comporta anche sfide e adattamenti necessari, per esempio per il trasporto delle bici sui mezzi pubblici o per la creazione di percorsi ciclabili adatti e sicuri.
Il cicloturismo e la mobilità sostenibile sono quindi stati al centro dell’incontro, che ha beneficiato del sostegno del Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi e dell’Ufficio federale delle strade USTRA. Nel suo discorso introduttivo, Leonore Gewessler, ministra austriaca per la protezione del clima, ha affrontato la questione del trasporto delle biciclette nel traffico transfrontaliero, invitando gli attori del turismo e del ciclismo a cooperare per migliorare le collaborazioni. Nel suo messaggio video, ha evidenziato gli svariati usi in Austria di questo mezzo di trasporto, sia nella vita quotidiana sia nel tempo libero, sottolineandone la crescente promozione.
Frank Hofmann, presidente nazionale dell’Allgemeiner Deutscher Fahrrad-Club, che da anni s’impegna per la bicicletta e le sue infrastrutture, ha auspicato un buon coordinamento tra il governo federale e le regioni, secondo lui un requisito fondamentale affinché il cicloturismo possa contribuire a un’inversione di tendenza nel mondo dei trasporti. In Germania la bici gioca un ruolo importante e lo stesso è stato affermato anche da Giuseppe Dimunno, coordinatore di EuroVelo della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB), che ha fatto una sintesi della situazione e degli sviluppi a livello nazionale. «L’Italia, pur avendo un alto tasso di motorizzazione con 650 persone su mille che possiedono un’auto, è un paese amico delle biciclette, anche se le ciclovie sono ancora carenti. Ma c’è un grande potenziale e qualcosa già si sta muovendo»; tra gli esempi: Bolzano vanta una segnaletica tutta per le biciclette; mentre Ferrara è una città pensata (anche) per le due ruote. Di fresca inaugurazione è poi la ciclovia del Sole che va dall’Alto Adige a Bologna, con 500 km già pronti e con un prolungamento verso sud in progettazione, per non parlare della possibilità di trasportare i velocipedi anche sui treni intercity e non solo sui collegamenti regionali.
Ma per Dimunno è importante soprattutto un cambio di mentalità, così come strumenti e fondi per l’applicazione delle leggi che, in Italia, dal 2018, hanno riconosciuto la bicicletta non più solo come svago, ma come mezzo di trasporto. Una legge che prevede piani generali con un ricco schema di rete ciclabile nazionale.
Il direttore di EuroVelo, Ed Lancaster, ha da parte sua presentato il progetto per integrare la rete ciclabile europea nella rete transeuropea dei trasporti (RTE-T) e per ampliare quest’ultima con ulteriori infrastrutture ciclabili. La rete EuroVelo conta oltre 90mila km di ciclovie suddivisi in 17 rotte, di cui alcune transitano anche su suolo elvetico: la via Romea Francigena (no. 5), la via Atlantico-Mar Nero (no. 6), la via del Reno (no. 15) e quella del Rodano (no. 17). I progetti di RTE-T, come indicato dal direttore di EuroVelo, possono rappresentate una grande opportunità per integrare anche le ciclovie all’interno o in prossimità di reti ferroviarie, stradali, ferroviarie o anche navigabili, portando vantaggi sia al traffico motorizzato, sia a quello ciclabile.
La conferenza ha pure approfondito l’opportunità per le aree turistiche di presentarsi come destinazioni ciclistiche e lanciare o rilanciare il settore e lo sviluppo regionale. Un esempio è il prodotto turistico di successo «Bike & Ride» del Canton Grigioni, presentato da Renato Fasciati, direttore della Ferrovia retica (RhB), la quale vi fa parte con «Treno e Bici». Un programma che «permette di combinare treno e bici a piacimento», come indica il sito della RhB. Molti itinerari per bici e mountain bike corrono di infatti paralleli alle rotaie, rendendo possibile ammirare i treni e gli imponenti viadotti. Un contesto che ha attirato sempre più turisti, sia dalla Svizzera sia dall’estero, rendendo la bicicletta un mezzo di trasporto e di svago sempre più rilevante.
I fattori che hanno contribuito al successo dell’offerta «Treno e bici» grigionese, come illustrato nell’intervento di Renato Fasciati, sono stati gli itinerari attrattivi, il paesaggio, la tolleranza e la condivisione con gli escursionisti, ma anche le campagne di promozione con personaggi famosi o lo svolgimento di eventi di una certa importanza. I Campionati del Mondo (nel 2018 a Lenzerheide) o altri eventi del genere hanno per esempio diffuso immagini della regione a molti potenziali interessati. Come ha indicato Renato Fasciati, la ferrovia retica ha poi saputo e dovuto reagire in tempi abbastanza rapidi per soddisfare le esigenze dei turisti, per esempio ampliando le possibilità di caricare le bici sui treni o sugli autobus, con vagoni aggiuntivi o modificati, oppure con corse più frequenti: «Su certi treni s’arriva a trasportare contemporaneamente fino a 130 biciclette in un giorno», ha indicato il direttore della Ferrovia Retica, ricordando anche l’importanza della collaborazione con altre linee di trasporto e altri partner, quali albergatori e operatori turistici che, assieme ad abbonamenti appositi, hanno permesso lo sviluppo del progetto «Treno e bici».
Lukas Stadtherr, membro della direzione di SvizzeraMobile, ha da parte sua mostrato gli sviluppi digitali, i quali avranno una forte influenza sul cicloturismo in futuro. SvizzeraMobile ha per esempio sviluppato e reso disponibile sul proprio sito web offerte di itinerari ciclabili e pedonali, con itinerari da scegliere, da creare o da percorrere in bicicletta o in mountain bike, accanto a quelli a piedi, in skating (roller), in canoa, in montagna e invernali (escursioni, ciaspolate, sci di fondo, slittino o scialpinismo).
Hugo Götsch, presidente dell’Associazione ciclistica altoatesina, ha chiuso la conferenza presentando in che modo l’Alto Adige si posiziona come destinazione ciclistica, dove si stima che il venti percento dei visitatori utilizzi la bicicletta durante la vacanza, portando a 1’150’000 i giorni in bici degli ospiti ogni anno.
Come indicato dall’Ufficio federale dello sviluppo territoriale ARE, «la promozione di trasporti rispettosi del clima (sia il cicloturismo sia la politica di trasferimento del traffico) riveste d’altronde un ruolo centrale per l’ARE in quanto coordinatore generale dei trasporti della Confederazione e coordinatore dell’attuazione della politica di sostenibilità della Svizzera. Con la conferenza «MoVe the Alps», l’ARE ha avviato un dialogo sulla promozione di trasporti rispettosi del clima nel turismo alpino, che continuerà nei prossimi due anni di presidenza della Svizzera in seno alla Convenzione delle Alpi».