Asperiores, tenetur, blanditiis, quaerat odit ex exercitationem pariatur quibusdam veritatis quisquam laboriosam esse beatae hic perferendis velit deserunt soluta iste repellendus officia in neque veniam debitis placeat quo unde reprehenderit eum facilis vitae. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisicing elit. Nihil, reprehenderit!
Me ne vado di casa
Mondoanimale - Animali indipendenti, i gatti spariscono di casa spinti da varie motivazioni
Maria Grazia Buletti
«Non è mai successo che Anais stesse via di casa per ben cinque giorni, anche se lei se ne va sempre a zonzo ed è una gatta che definirei un po’ altezzosa e molto indipendente», il proprietario di questa gatta di razza Maine Coon di circa undici anni, racconta l’esperienza vissuta quest’inverno, proprio quando cominciava a nevicare e Anais è sparita letteralmente di casa per un periodo che è parso così lungo da far vacillare in lui la certezza che stavolta sarebbe ritornata.
«Quella sera è arrivata a mangiare dopo una delle sue solite passeggiate in giro fra i boschetti dietro casa e chissà dove. Lei decide sempre autonomamente quando posso avvicinarmi o accarezzarla e perciò, mentre mangiava, ho pensato di bloccare con il piede un rovo aggrovigliato nel suo lungo pelo, per poterlo districare». Nulla di più sbagliato pensare che la gatta avrebbe collaborato e forse proprio da quel gesto è nato il suo impulso ad andarsene di casa, indignata dell’imboscata tesa seppur a fin di bene: «Sentendosi bloccata dal mio piede sul rovo, Anais ha tirato e strappato con tutta la sua forza, lanciandomi uno sguardo carico d’odio che mi ha fatto desistere. Appena libera se n’è andata, proprio quando cominciava a nevicare».
Cinque lunghi giorni con tanta neve caduta e la speranza che si fosse rifugiata in chissà quale posto dal quale, forse, non poteva uscire a causa della neve: «L’ho cercata, ho chiesto ai vicini, tracce nella neve non se ne vedevano, ho immaginato che si fosse diretta verso il boschetto a nord della mia abitazione e sono andato lì a chiamarla sperando che mi sentisse e che si facesse viva. E invece no: forse la neve l’aveva proprio coperta, forse non c’era stato modo di trovarla perché era finita in un buco».
Chi vive con un gatto si sarà facilmente riconosciuto in un racconto come questo. Anche perché, come dice l’etologo Roberto Marchesini: «Vivere con un gatto vuol dire riconoscere il modo in cui si relaziona con l’uomo e come vive la sua dimora». In effetti ci sono molti luoghi comuni quando si parla di gatti, ma è certo che il mondo felino ha sempre trascinato con sé un alone misterioso e allo stesso tempo affascinante per la natura un po’ schiva e difficilmente prevedibile che lo fa sembrare un po’ una creatura magica, a cominciare dalle sue fughe da casa difficili da comprendere.
Ma l’etologo mette in guardia: «Attenzione a non cadere nei luoghi comuni spesso alimentati da un’errata abitudine a interpretare il linguaggio del gatto, il suo comportamento e la sua socialità usando come metro di confronto il cane o l’essere umano». Ne è cosciente il proprietario di Anais che, sebbene un po’ preoccupato della sua lunga assenza da casa, ben sa che questo tipo di relazione è molto diversa da quella che si può instaurare con un cane: «La mia gatta si avvicina a me nei suoi momenti di relax, lo decide lei e me lo fa capire con le fusa, grattandomi con la zampa, mi picchietta con la testa miagola e vuole essere accarezzata solo sulla testa perché sul corpo non lo accetta e non si fa assolutamente toccare la pancia. Certo che non era mai stata via da casa così a lungo…».
L’etologo avvalora le sue ragioni: «Si tratta di un animale in grado di costruire legami affettivi, ma in modo discreto e meno morboso, preferendo un approccio più moderato e con i suoi tempi: si avvicina all’uomo quando vuole godersi un momento di rilassamento, e lo fa con atteggiamenti anche di regressione infantile quando ad esempio “impasta” o fa le fusa». Sebbene Marchesini ne ricordi pure la relazione «molto forte con la dimora che non è solo casa ma un luogo a cui affida la propria esistenza», egli afferma che «il gatto ha bisogno di vivere l’ambiente in una dimensione sociale, costruendo situazioni ricche di interazioni in cui si sente protagonista, trasformando il territorio in un luogo pieno di vita in cui gestisce autonomamente le proprie iniziative». Anche quella di andarsene da casa per un po’, coerente con la sua natura felina senza eccessi di affettività e stimolazione sensoriale.
Dunque, i motivi per cui i gatti spariscono di casa anche per giorni sono diversi e si rifanno alla loro natura di felini che, come tali, sono molto curiosi e amano conoscere tutto ciò che li circonda. Ma oltre alla curiosità vi sono altri motivi: «Può sparire perché malato e vuole stare da solo, può essere confuso e non riuscire a rientrare a casa, può protestare perché è arrivato un estraneo che non gradisce, sia esso un nuovo amico a quattro zampe o una persona, potrebbe essere in calore…».
Sul da farsi, nell’attesa, si consiglia sempre di mettere da parte l’ansia e provare a cercarlo, e così ha fatto il proprietario di Anais che l’ha vista rientrare a casa proprio quando la neve ha cominciato a sciogliersi: «Erano passati cinque giorni e posso solo immaginare che si sia riparata in qualche rustico o in un buco da qualche parte visto che la neve era così alta da non permetterle di trovarsi un varco».
Una storia a lieto fine, quella di Anais, che insegna qualcosa a tutti, come spiega l’etologo che nel suo libro L’identità del gatto invita ad approfondire le sue capacità relazionali, definendolo «un solista (non un animale solitario!), perché quando è in attività ama fare le cose da solo e cerca a tutti i costi la propria individualità e privacy». Fatti ampiamente dimostrati da Anais che ha saputo cavarsela in una situazione oggettivamente difficile facendone tesoro, afferma il suo proprietario: «La ragazza pare abbia imparato la lezione perché quando ha nevicato la seconda volta è rimasta ben bene nei dintorni di casa!».