Asperiores, tenetur, blanditiis, quaerat odit ex exercitationem pariatur quibusdam veritatis quisquam laboriosam esse beatae hic perferendis velit deserunt soluta iste repellendus officia in neque veniam debitis placeat quo unde reprehenderit eum facilis vitae. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisicing elit. Nihil, reprehenderit!
Acqua, principio di tutte le cose
Parole verdi 2 – Con questo articolo continua la serie dedicata al nostro rapporto con l’ecologia e la crisi climatica
Francesca Rigotti
«Acqua pura di sorgiva / chi ti tocca ti sente viva». Sono due versi di una poesiola, quasi una filastrocca, di Renzo Pezzani, appresa in tempi remoti, allorché a scuola si imparavano le poesie a memoria. Ho deciso di iniziare dall’acqua di sorgente perché ha un carattere di origine, di inizio assoluto. È pura e viva, l’acqua di fonte, più di ogni altra acqua. Sgorga direttamente dalla roccia, ha a che fare con la materia di cui è formato l’uomo, acqua e roccia. L’acqua di sorgente è naturale, appartiene soltanto a chi la raggiunge tra le rocce. Solo in seguito, e non tutta, verrà addomesticata e indirizzata e sfruttata, incanalata in pozzi e fontane, nei luoghi di residenza umana.
Il fascino dell’acqua pura e fresca di vita è tale da aver dato luogo alla metafora della fonte come sinonimo di origine e autenticità. Andare alla fonte delle cose, rivolgersi alle fonti non vuol dire null’altro che volgersi al momento iniziale di un processo: lo sa persino il fisco, che sa dove andare a incassare le tasse: alla fonte! L’acqua di fonte manifesta anche il primo fluire, la direzione che assumeranno ruscelli e fiumi: la direzione del loro andare sarà il senso, il significato di tutte le cose.
Se le fonti si inaridiscono, se il fiume si secca, che ne sarà del fluire della storia e degli eventi?
Nella fonte, acqua e origine sono pensati insieme: anzi, Il primo vagito della filosofia è l’enunciazione di Talete. Talete fu un filosofo, anzi il primo dei filosofi, il protofilosofo, quello che cadde nel pozzo ai suoi piedi perché camminava con la testa per aria a guardar le stelle. Di lui ci rimane ben poco: frammenti, più che altro, tra i quali la prima asserzione della filosofia, che dice: «L’acqua è il principio di tutte le cose». In principio era l’acqua, dice la voce della filosofia. Acqua e origine sono pensati insieme. L’acqua della filosofia è una fonte disponibile a tutti quelli che hanno sete di sapere, che amano la sapienza. All’inizio della filosofia è l’acqua, da intendersi sia come un materiale empirico, fluido, trasparente e scorrevole, sia come l’espressione simbolica e metaforica di qualcosa che è altrettanto scorrevole, fluido e trasparente: il pensiero.
Se le fonti si inaridiscono, se il fiume si secca, che ne sarà del fluire del pensiero e del linguaggio?
E il mare? Mare e meditazione sono da sempre congiunti in matrimonio, scrive Melville in Moby Dick. L’avventura del pensiero inizia sul mare greco. Il filosofo è colui che si imbarca, parte, lascia la riva conosciuta, salpa dall’opinione, dalla legge e dalla dottrina acquisita. Il mare sul quale naviga il filosofo o meglio il protofilosofo è un mare particolare, è proprio quella fetta di Mediterraneo orientale tra la Magna Grecia e la Ionia che ha una particolare conformazione fatta di coste frastagliate come frattali, insenature, baie, isole, isolette e isolotti – diceva Umberto Saba – belli come smeraldi. La navigazione reale e simbolica che tra essi si svolge è fatta di arrivi e partenze, di separazioni e di congiunzioni, di divisioni e unioni.
In questo andirivieni oscillante, in questo moto danzante, in questo andare e tornare sull’acqua, il pensiero filosofico si struttura nella forma tutta particolare del dialogo che è la possibilità di parlare e conversare, di trasformare il disaccordo in accordo.
Se il mare cresce perché i ghiacciai si sciolgono, se gli isolotti di cui è costellato non sono di smeraldo ma di plastica, che ne sarà del dialogo e del discorso e della ricerca incessante che essi rappresentano?