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Vivere bene, vivere verde

Ambiente - Viaggio a Vauban, quartiere ecosostenibile della città di Friburgo che privilegia un modo di vivere inclusivo e partecipativo
/ 20/06/2022
Luigi Baldelli, testo e foto

Friburgo in Brisgovia è soprannominata «La Perla della Foresta Nera» e fa di tutto per rimanere bella e pura come la gemma a cui viene accostata. Basta ricordare che dal 1992 Friburgo ha diminuito le emissioni nocive del 14% e vuole arrivare al 40% entro il 2030. In più in questa cittadina di circa 230mila abitanti ci sono tre quartieri modello per la sostenibilità ambientale: Vauban, Rieselfeld e Sonnenschiff. Vauban, ex centro di caserme militari, è stato il primo a prendere la strada dell’ecologia, contro l’inquinamento, a favore dell’energia pulita e riduzione dei consumi. Questo grazie agli incentivi da parte dello Stato e dell’organo federale. E anche grazie all’università di Friburgo, un’eccellenza per la ricerca sulle energie rinnovabili.

A Vauban, dove vivono più di 5000 persone in circa 2000 appartamenti in case basse e colorate, ci sono pochi parcheggi e si è incentivato il car sharing, tutti i tetti delle abitazioni sono ricoperti di pannelli fotovoltaici, gli spazi verdi e i parchi sono ovunque. Le abitazioni sono costruite con materiali ecosostenibili, sono case così dette «passive», cioè producono più energia di quanta ne serve loro e addirittura viene riutilizzata l’acqua piovana. Va sottolineato che Vauban non è un quartiere centrale, anzi, si trova in periferia. Gli abitanti hanno collaborato attivamente alla progettazione imponendo una «via verde», ecosostenibile e un’architettura che permettesse alla popolazione di vivere in modo inclusivo e partecipativo. Non volevano assolutamente che diventasse il classico quartiere ghetto periferico. Miravano a un’alta qualità della vita.

Un esperimento iniziato nel 2006 e perfettamente riuscito. «Vedi – mi dice Thomas mentre siamo affacciati al terrazzo della sua casa – da quando vivo qui ho rinunciato all’auto, mi muovo con i mezzi pubblici, i negozi sono tutti vicini e il mio livello della vita è decisamente migliorato. È un quartiere a misura d’uomo e sono orgoglioso e profondamente convinto che vivendo in maniera ecosostenibile sto contribuendo, nel mio piccolo, alla salvaguardia del pianeta». Guardandolo dall’alto il quartiere è circondato da verdi colline, le case sono basse e colorate e i tetti ricoperti di pannelli fotovoltaici riflettono i raggi del sole. Le auto sono parcheggiate solo lungo la strada principale, dove il limite di velocità è di 7 km orari, mentre nelle stradine che si ramificano ai lati lo spazio viene lasciato libero per permettere ai bambini di giocare. I parcheggi per le biciclette sono ovunque. Perché qui tutto è stato pensato per il pedone e il ciclista. Una mamma traina un piccolo carrettino di legno con dentro 4 bambini, vanno verso uno dei tanti spazi verdi che sono punti di ritrovo delle famiglie e specchio di come il quartiere non sia solo un grande esempio di sostenibilità ambientale, ma anche modello di integrazione sociale e culturale dove si possono vedere uomini, donne e bambini di tutte le etnie ed estrazioni sociali. Anche i piccoli supermercati presenti hanno adottato la filosofia del vivere sano: quasi esclusivamente alimenti bio ed equo solidali. Intanto una delegazione di cinesi sta facendo una visita al quartiere, per studiarne meglio il modello sostenibile e magari replicarlo. Sono frequenti le visite di studenti di architettura, scienziati, ricercatori o semplici curiosi che vogliono studiare e comprendere meglio uno stile di vita improntato al benessere ecologico e sociale.

Mentre cammino lungo uno dei percorsi pedonali, mi arrivano le voci di una festa di compleanno. Diverse famiglie sono riunite nel giardino e condividono lo spazio verde. I bambini a piedi scalzi corrono liberi e sereni, si rotolano per terra. «Per noi è importante che i nostri figli abbiano un contatto fisico con la natura che li circonda, devono toccare la terra, l’erba, le piante. E imparare sin da piccoli che si può vivere bene rispettando il pianeta», mi spiegano Annelene e Nik, una giovane coppia che vive qui da più di tre anni, mentre il loro neonato gattona sul prato. Seguendo la ciclabile si arriva alla periferia del quartiere dove ci sono piccole fattorie oltre le quali iniziano i boschi.

L’essere umano è immerso in un totale stile di vita naturale che va dall’energia all’ecologia, alla convivenza sociale e anche al culto della bellezza estetica del luogo. Perché Vauban è veramente bello, un quartiere dove l’uomo e l’ecologia sono protagonisti, con i viali alberati, gli spazi verdi comuni, le case dai colori dell’arcobaleno. Certamente tutto questo non sarebbe stato possibile se oltre alla volontà degli abitanti non ci fosse stata anche una volontà politica a livello comunale. Seduto al tavolo, fuori del ristorante nella piazza del quartiere, la mia guida mi presenta Alex, un architetto profondamente ecologista che ha costruito la sua casa su un lotto di terreno che aveva acquistato qui a Vauban. Una costruzione che rispecchia i canoni di eco sostenibilità. Mentre sorseggia la sua birra mi racconta la sua visione presente e futura delle città: «I quartieri eco-sostenibili sono un esempio e un modello di abitazione. Stanno sempre di più entrando nei programmi delle amministrazioni comunali. In questo modo si salvano aree altrimenti destinate all’abbandono o all’edilizia selvaggia e si va in direzione di creare luoghi che sfruttano tutte le tecnologie che permettono di vivere bene con un basso impatto ambientale». Devo dire che ammiro molto il suo ottimismo e nello stesso tempo penso ad altre città, europee o mondiali che sono lontane da questo sistema che ha alla base il rispetto per il pianeta. Perché questo di Vauban è uno stile di vita dove si intersecano non solo il rispetto per la natura e l’ambiente, ma ci sono anche forti valori economici, sociali e culturali. E certamente, tutti questi ingredienti insieme portano verso un cambiamento nel vedere il futuro: non più una crescita senza limiti, ma una crescita consapevole.