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Il rumore dà fastidio e fa ammalare
Inquinamento fonico: la giornata annuale di sensibilizzazione, prevista il 30 aprile, si concentra sulle conseguenze dell’esposizione al rumore sulla salute e sui costi sanitari. Nel frattempo nelle strade di Locarno è in funzione il rumorometro
Stefania Hubmann
«Rumore!» oppure «Grazie!» Sono i due messaggi visivi che appaiono ai conducenti di veicoli a motore il cui passaggio è registrato dal rumorometro, apparecchio simile al «radar amico» che invece della velocità segnala il superamento di una soglia di rumore impostata a 83 deciBel (dB). Obiettivo: rendere attento chi guida che sta provocando, magari involontariamente, un picco di rumore molesto. Come per altre forme di rispetto con al centro il comportamento individuale, la via per ridurre l’inquinamento fonico passa anche dalla consapevolezza dei propri atti. Il rumorometro in dotazione al Cantone Ticino è posato questo mese a Locarno, dove dal 18 marzo circa ogni due settimane cambia via di rilevamento. Dal 2021 il dispositivo è utilizzato in vari Comuni quale strumento complementare agli interventi strutturali per ridurre l’inquinamento acustico generato dalle strade, fonte principale di questo tipo di inquinamento che può provocare importanti ripercussioni sulla salute. La giornata annuale contro il rumore, in calendario mercoledì 30 aprile, si concentra nel 2025 su queste conseguenze: il rumore fa ammalare e genera alti costi sanitari.
Il problema del rumore è sempre d’attualità e la giornata d’azione internazionale lo ricorda dal lontano 1996. La Svizzera vi aderisce dal 2005 attraverso quattro enti promotori – Cercle Bruit (Associazione dei responsabili cantonali per la prevenzione del rumore), Società svizzera di acustica, Medici per la protezione dell’ambiente e Lega svizzera contro il rumore – sostenuti dall’Ufficio federale dell’ambiente e dall’Ufficio federale della sanità pubblica. Ogni anno attraverso manifesti ed eventi mirati gli organizzatori attirano l’attenzione su un aspetto dell’inquinamento fonico. Quest’anno nel mirino vi è il traffico stradale che risulta al primo posto quale fonte di rumore eccessivo, seguito a livello nazionale da ferrovia, traffico aereo e poligoni di tiro. Al centro del manifesto il disegno del cuore umano con lo slogan «Il rumore fa ammalare». Altre due frasi completano il messaggio rivolto alla popolazione: «Si muore anche per il rumore del traffico» e «La calma fa bene – anche al cuore». Per quanto riguarda la salute, i promotori spiegano sul sito www.cerclebruit.ch, come il rumore sia fonte di stress, disturbi il sonno e influisca appunto sul cuore e sulla psiche, precisando che «in Svizzera, ogni anno, circa 500 decessi legati a malattie cardiovascolari sono attribuibili agli effetti del rumore del traffico». Non va inoltre sottovalutato l’impatto economico negativo del baccano che si manifesta attraverso le spese sanitarie e la perdita di valore degli immobili esposti a fonti di inquinamento fonico. Da precisare che viene definito molesto il rumore, corrispondente al valore limite d’immissione, che oltrepassa i 60 dB di giorno e i 50 nelle ore notturne in una zona residenziale. In caso di superamento dei valori d’allarme (70 dB di giorno e 65 di notte), viene considerato urgente intervenire con misure di risanamento.
È pertanto sulle strade che pure in Ticino si concentra gran parte degli sforzi per ridurre le immissioni foniche, le quali interessano una larga fetta della popolazione. Il Cantone riferisce che da recenti stime poco più del 25% della popolazione risulta esposta a immissioni foniche, dovute alle strade cantonali e comunali, superiori ai valori limite stabiliti dall’Ordinanza federale contro l’inquinamento fonico (OIF). Ennio Malorgio, capo dell’Ufficio della prevenzione dei rumori del Dipartimento del territorio, spiega ad Azione lo stato attuale dei lavori. «Tra il 2019 e il 2020 è stata approvata la fase prioritaria del risanamento fonico di diverse strade cantonali e comunali per Mendrisiotto e Basso Ceresio, Bellinzonese e Locarnese-Vallemaggia, Riviera e Valli, Luganese. L’analisi che ha preceduto la presentazione dei progetti ha permesso di identificare circa 220 km di strade cantonali in 72 Comuni sui quali intervenire con la posa di un asfalto fonoassorbente. Al momento sono stati realizzati circa 178 km che riguardano centri abitati e vie con forte traffico. Grazie a questi lavori la situazione fonica migliora in modo significativo. Appena posata, la nuova pavimentazione riduce di circa 5-6 dB il rumore percepito. Con il passare del tempo il suo effetto diminuisce, ma a dieci anni di distanza in genere la riduzione è ancora pari a circa 3 dB, ciò che equivale a un dimezzamento del traffico».
Un altro provvedimento che interviene con successo alla fonte del problema è rappresentato dalle riduzioni di velocità. Malgrado queste misure, il comportamento dei conducenti può continuare ad avere effetti negativi sulle emissioni foniche, in particolare per quanto riguarda i picchi di rumore. Le accelerazioni brusche e una velocità sostenuta a marce basse, sono esempi di stili di guida che provocano rumori superiori agli 83 dB (impostati sul rumorometro) corrispondenti al rumore di una strada con traffico molto intenso. Per questo motivo ci si affida al rumorometro quale mezzo di sensibilizzazione. Precisa al riguardo Ennio Malorgio: «Si tratta di uno strumento complementare che registra il rumore a bordo strada in tempo reale. Se per la velocità il conducente può contare su un’indicazione visiva sul proprio veicolo, per il rumore questa informazione non è disponibile. Di conseguenza molte persone alla guida di un’automobile o di una moto a volte non si rendono nemmeno conto del rumore evitabile che generano, sovente pur rispettando il limite di velocità. Il rumorometro serve ad acquisire consapevolezza, incoraggiando una successiva modifica del comportamento». Sulle strade ticinesi l’apparecchio è presente dal 2021 con un impiego a turni. Ancora il capo dell’Ufficio della prevenzione dei rumori: «Disponiamo di un unico apparecchio messo volentieri a disposizione dei Comuni che possono chiedere di utilizzarlo a rotazione. Dopo Locarno dovrebbe essere installato a Bodio. I dati rilevati sono già stati in parte richiesti dall’Ufficio federale dell’ambiente che li utilizzerà per analisi a livello svizzero». Giunto in Svizzera nel 2019 dalla Germania dove è stato sviluppato, l’apparecchio è in grado di rilevare più categorie di veicoli ed è generalmente impostato sulla soglia di 83 dB. In questi anni è stato acquistato da diversi Cantoni, tra cui il Ticino che è stato un precursore.
Malgrado il loro ruolo preponderante, le strade non sono le uniche importanti fonti di eccessivo rumore al quale è esposta la popolazione. Altre cause, sempre legate alla mobilità, come la ferrovia e il traffico aereo non sono però di competenza dei Cantoni, bensì della Confederazione. L’Ufficio della prevenzione dei rumori si occupa comunque da parte sua di altri generatori di inquinamento fonico rilevante come ad esempio i poligoni di tiro, anch’essi nella lista dei rumori più fastidiosi. «Anche in questi casi – spiega Ennio Malorgio – sono possibili interventi volti a limitare le emissioni foniche (tunnel fonoassorbenti nel luogo dello sparo) affiancati, laddove attuabili, da accorgimenti a livello di costruzione come la realizzazione di piccole colline o di protezioni foniche. Gli impianti non idonei devono essere risanati, operazione che ha già interessato alcuni poligoni di tiro ticinesi. Come per gli altri casi, le misure antirumore sono sempre valutate con tutti gli attori coinvolti e quelle attuate corrispondono alla sintesi di una ponderazione dei rispettivi interessi».