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I maestri liutai guardano al futuro

La Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) ha aggiornato l’elenco delle professioni per le quali è prevista la maestria: otto sono state abrogate, tra queste il maestro liutaio e il maestro scultore su pietra
/ 24/03/2025
Carla Colmegna

Addio maestro liutaio e addio maestro scultore su pietra: nel 2025 il progresso li mette fuori rosa; ciò non vuol dire che queste professioni scompariranno, ma il loro cammino cambierà strada. Con questi due mestieri, altri sei sono stati infatti privati del diploma superiore federale, quello più alto.

La Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) in Svizzera ha aggiornato l’elenco delle professioni per le quali è prevista la Meisterprüfung.

Questo significa che, dallo scorso gennaio, la preparazione per le professioni escluse non è più ritenuta al passo con i tempi, ma deve essere modernizzata, anche se riguarda attività che fanno pensare a un romantico passato. Chi oggi vuole essere maestro liutaio, maestro scultore su pietra, maestro di lavorazione della pietra, maestro di lavorazione del legno, di lavorazione dei metalli, della ceramica, del vetro e del cuoio potrà svolgere ancora quel lavoro, ma senza poter contare sul titolo di «maestro» ottenuto con il diploma superiore federale.

Questo perché le offerte della formazione professionale vengono riesaminate regolarmente e, quando se ne riscontra la necessità, vengono modificate. Chi quest’anno volesse intraprendere un’alta formazione professionale dovrà dunque ricordarsi che la SEFRI ha emanato e approvato complessivamente 33 professioni tra nuove e rivedute: 13 nella formazione professionale di base e 20 nella formazione professionale superiore e che 8 professioni della formazione professionale superiore sono state abrogate.

Da gennaio scorso, quindi, la SEFRI ricorda che si potrà scegliere, ad esempio, di diventare addetto di gastronomia standardizzata CFP o specialista in ortopedia tecnica calzaturiera con attestato professionale federale, ma anche che non verranno più formati i maestri liutai e i maestri scultori su pietra.

Le formazioni e i titoli della formazione professionale superiore vengono infatti regolarmente rivisti e adattati ai nuovi scenari socio-economici e se le competenze di una data professione non sono più adeguate ai tempi, oppure non sono più ritenute necessarie al mercato del lavoro, la professione stessa viene abrogata.

I programmi della formazione professionale devono logicamente seguire i cambiamenti sociali e tecnologici e vengono strutturati dalle organizzazioni del mondo del lavoro, responsabili delle singole professioni, che sanno esattamente cosa il mercato richiede. Cancellare alcune professioni e, invece, crearne di nuove ha proprio il senso di andare incontro alle rinnovate esigenze economiche, tecnologiche, ma anche ecologiche o didattiche offrendo personale formato in modo adeguato. Una decisione che la SEFRI ha preso di concerto con i rappresentanti delle categorie dei lavori interessati alle abrogazioni.

A questo punto viene da domandarsi: ma le professioni abrogate, dal 2025 non esistono più? Si perderanno le abilità artigianali di chi lavora il legno per farne strumenti musicali, la pietra, il vetro, i metalli, il legno, il cuoio o la ceramica? La risposta fortunatamente è: no. Questi lavori, che richiedono un’abilità speciale e sono ancora molto richiesti, continueranno ad essere imparati, insegnati e svolti, ma bisogna, e lo si sta facendo, modificare l’iter di formazione per renderne la preparazione sempre più moderna ed efficiente.

Christian Guidetti, presidente dell’associazione liutai svizzeri, ha fatto della sua passione una professione speciale alla quale non rinuncerebbe e, proprio per questo, ritiene importante rendere anche il suo mestiere, come quello delle altre sette professioni abrogate, il più possibile adeguato al momento.

A questo scopo, da quando la SEFRI ha aggiornato le professioni, Guidetti sta lavorando per modernizzare la formazione dei maestri liutai, dopo che la sua associazione, su sollecitazione della SEFRI, ha accolto la decisione di cancellare, per il momento, la Meisterprüfung in liuteria, cioè l’esame da maestro nel settore artigianale che permette al candidato di ottenere il titolo di Meister (maestro) ed essere autorizzato anche a formare gli apprendisti.

«Al momento si sta lavorando. Si sono creati gruppi di lavoro per cominciare a stendere il programma di diploma che sostituirà la Meisterprüfung e che dovrà passare al vaglio della SEFRI – spiega Guidetti – Il diploma federale, l’esame superiore come era fatto prima, è stato cancellato perché non rispondeva più ai canoni odierni. Il lavoro che stiamo svolgendo ora riguarda la stesura delle prove pratiche e teoriche fino ad arrivare poi all’esame federale. La Meisterprüfung tornerà ad esserci, sarà al passo con i tempi, ma deciderà la SEFRI. Non ci sono scadenze, anche se prevediamo di cominciare a vagliare le procedure dell’esame entro l’anno prossimo».

Dall’attività in corso nascerà un nuovo maestro liutaio ed è interessante capire in cosa sarà diverso dal «vecchio». «Anche il lavoro del liutaio cambia ed evolve – precisa Guidetti – oggi ci sono tecniche di restauro, ispezioni, analisi non invasive che prima non si facevano. Verrà inoltre inserita la pratica del restauro che oggi è gran parte del nostro lavoro, ma si cercherà anche di verificare che il candidato abbia seguito determinati corsi e condotto un certo iter di apprendimento durante gli anni per accedere all’esame federale».

Oggi Guidetti ospita aspiranti maestri liutai nella sua bottega di Locarno, Il Violoncello, situato in Via Valle Maggia: «Oggi chi vuole iniziare questa professione frequenta la scuola, ad esempio quella di Cremona o in Svizzera a Brienz, e poi va a bottega – prosegue il liutaio – sono invece pochissimi coloro che fanno solo l’apprendistato, perché c’è ancora il mito del diploma ed è anche giusto che ci sia. Io ho frequentato la scuola di Cremona e il vivere la città di Cremona ti fa respirare la liuteria a 360 gradi. L’apprendistato in Svizzera dura 5 o 6 anni poi, volendo, uno può aprirsi una sua bottega, anche se non è facile gestirla perché gli aspetti da curare sono tanti. La mia apprendista qui in bottega ha fatto tutto, dalla costruzione alla preparazione degli strumenti per il noleggio, alla messa a punto dello strumento e poi ha superato brillantemente gli esami della scuola di Brienz; ora sta decidendo il suo futuro. Il diploma è importante, anche se a me, in 30 anni di lavoro, nessuno l’ha mai chiesto». Gli apprendisti sono «affascinati dal poter creare qualcosa dal niente, da un albero preso in foresta, portato qui, stagionato e lavorato; vedono nascere uno strumento che poi suona nei grandi teatri e nelle grandi sale da concerto del mondo - precisa il liutaio -. La nostra è una professione dove si recupera una dimensione umana e naturale che ormai non c’è più e questo affascina tutti, ma soprattutto i giovani che hanno ancora l’elasticità mentale per pensare di fare di questa passione il lavoro della vita. Tuttavia, la maggior parte di chi si avvicina al lavoro in bottega poi non lo prosegue, ma lo tiene come bagaglio personale, come esperienza che resta. Su venti che provano uno va avanti, la percentuale è bassa, anche se qualcuno, pur non facendo il liutaio, magari resta nel mondo della musica. Per fare un esempio, una persona che conosco è diventata tecnico del suono».

Guidetti la sua professione l’ha scelta proprio per il fascino a cui accennava sopra: «Ho sempre suonato, sax e chitarra – conclude – e a spingermi verso questo lavoro è stata la passione per la musica, ma anche per il lavoro manuale con il legno». Creare è la parola d’ordine per tante professioni che mantengono un fascino indiscusso e trovano in quel verbo la propria ragione d’essere.