azione.ch
 


Informazioni

www.paediatrieschweiz.ch/it/choosingwisely


Scegliere con saggezza le cure dei bambini

Pediatria Svizzera pubblica la seconda lista di raccomandazioni relative a esami non necessari in pediatria
/ 10/03/2025
Maria Grazia Buletti

«In tutte le specialità sanitarie, non sempre “fare di più” significa “fare meglio” e questo vale anche per la pediatria». La dottoressa Patrizia Tessiatore è pediatra a Lamone e co-presidente (col suo omologo dottor Cristian Ghinescu) del gruppo di lavoro Choosing Wisely («Scegliere con saggezza») della Società svizzera di pediatria che ha da poco pubblicato la seconda Top5 list con alcune raccomandazioni relative a esami medici non strettamente necessari nella presa a carico del paziente pediatrico.

Questa nuova lista è stata declinata in due versioni così come la prima del 2021: «Quella per i professionisti (link sul sito di Pediatria Svizzera) con un linguaggio più tecnico per gli addetti ai lavori, e un volantino esplicativo dedicato all’ampio bacino di utenza (famiglie, associazioni consumatori e tutta la popolazione che ha necessità di un consulto pediatrico)». Un opuscolo blu, ben riconoscibile, nel quale trovare quelle che la dottoressa definisce «non raccomandazioni», insieme alle relative alternative rispetto all’approccio terapeutico di cinque situazioni diagnostiche nell’ambito pediatrico. «Quando un bambino è malato, genitori e pediatri desiderano che non soffra e che guarisca rapidamente. Tuttavia, un trattamento medico a volte è più dannoso che utile», riporta l’opuscolo dagli obiettivi condivisi con la prima Top5 list. Chiediamo alla dottoressa Tessiatore se ciò non potrebbe indurre i genitori ad evitare di consultare il pediatra perché portati a sottovalutare la rilevanza di un problema di salute del proprio bimbo: «Innanzitutto, si tratta di linee guida sapientemente derivate da evidenze scientifiche. E in sintesi, si dice: provate a fare questo, però se non funziona in un tempo ragionevole, va consultato il pediatra col quale individuare insieme un percorso diagnostico e di cura adeguato che non contempli esami e terapie inappropriate e/o inutili. Un ritorno a quel rapporto di fiducia e condivisione fra medico e paziente che, certamente, implica un maggiore impegno del professionista anche in termini di tempo, ma sempre più necessario a beneficio dei nostri piccoli pazienti».

Queste pubblicazioni vogliono dunque creare fra le parti quel «ponte di riflessione, comunicazione e condivisione del percorso»: «Viviamo un’era in cui la medicina offre molte possibilità e spesso ci si dimentica che non tutto ciò che è possibile fare è, di conseguenza, anche strettamente necessario e utile. Le resistenze correlate a una riduzione dell’uso improprio degli antibiotici, un test falso positivo che porta a trattamenti inadeguati e ad altri esami, farmaci i cui effetti collaterali superano il beneficio atteso: sono tutti esempi che, anche in medicina, “fare di più non significa necessariamente fare meglio”». Un concetto più volte ribadito, «un cambiamento culturale generazionale» che pone solide fondamenta per una medicina pediatrica basata non sulla medicina difensiva bensì sulla prevenzione e sul dialogo: «Nato nel 2012 negli USA ad opera dell’ABIM Foundation, il movimento Choosing Wisely ha avuto diffusione internazionale abbracciando 35 nazioni fra le quali la Svizzera, con l’obiettivo di stabilire un dialogo fra professionisti della salute e pazienti per quanto attiene a terapie, esami diagnostici, procedure potenzialmente inutili e rischio di generare un possibile danno per la salute».

Nell’ambito pediatrico, la pubblicazione delle Top5 list – cose da non fare incoraggia la diffusione di pratiche mediche appropriate e condivise: «Cinque raccomandazioni basate sull’evidenza scientifica, chiare e utili per la pratica clinica e la sensibilizzazione di medici e pazienti verso una scelta consapevole e condivisa». Secondo la specialista, le due liste perseguono questi obiettivi: «Miglioramento di qualità e sicurezza delle cure, riduzione delle prestazioni inappropriate e degli sprechi (non è l’obiettivo primario, ma una conseguenza), nonché un uso più equo delle risorse disponibili».

La nuova Top5 list 2023-2024 si concentra sull’uso adeguato dei test diagnostici: «L’obiettivo non è certo vietare a priori determinate pratiche, ma offrire ai pazienti e ai medici l’opportunità di porsi le seguenti domande: che beneficio apporterà questo test per il bambino? Il trattamento scelto dipenderà davvero dall’esito dell’esame?». Così sono state elaborate cinque nuove indicazioni scelte fra alcune delle raccomandazioni internazionali validate scientificamente. Chiediamo un esempio che permetta di comprendere meglio: «Per l’angina, si invita a non effettuare esami del sangue nei bambini con faringite acuta. Partiamo dal presupposto che nei piccoli le infezioni della gola e delle tonsille sono frequenti, ma nella maggior parte dei casi sono provocate da virus e guariscono da sole entro pochi giorni. Gli antibiotici non sono efficaci in caso di infezione virale, e pure in quelli più rari di angina batterica, di regola, essi non hanno un influsso sull’infezione acuta e non prevengono le complicazioni». Obiettiamo che vi sono tuttavia situazioni in cui il medico prende in considerazione la somministrazione di una terapia antibiotica: «In questi casi si giunge alla diagnosi di angina batterica sulla base dell’osservazione nell’esame clinico e tramite uno striscio alla gola. Gli esami del sangue non sono quindi d’aiuto per stabilire la terapia e, quindi, molto spesso sono inutili».

Nell’opuscolo dedicato ai genitori questo esempio è coadiuvato da consigli su cosa è possibile fare: «Se necessario, somministrare un trattamento adeguato a garantire il confort del vostro bambino (paracetamolo, ibuprofene); ai pasti proponete alimenti di diversa consistenza e temperatura per capire cosa sia più adatto al vostro bambino; se le condizioni generali peggiorano si raccomanda un controllo dal pediatra». Con analoghe modalità, in questa seconda Top5 list troviamo le raccomandazioni per la convulsione febbrile, la bronchiolite, la distorsione della caviglia e la stanchezza cronica e malattia di Lyme. Infine, la specialista ribadisce: «Cure o accertamenti inutili possono nuocere ai bambini, oltre ad essere conseguentemente uno spreco di risorse. Penso si possa partire proprio dalla pediatria per lanciare un nuovo messaggio; infatti, quale medicina è più preventiva della pediatria? Probabilmente nessuna. Quindi, non dimentichiamo che il bambino è il soggetto che, in teoria, necessita di meno esami o terapie non perché vogliamo privarcene, ma perché l’approccio deve essere votato a quella medicina preventiva che individua un percorso di necessità terapeutica, a partire dalla diagnosi».