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La voce della politica comunale

Lugano: le registrazioni delle sedute del Consiglio Comunale dal 1962 e il 2003 sono state digitalizzate e sono ora fruibili online
/ 03/02/2025
Olmo Cerri

Ho una certa simpatia per chi disobbedisce alle regole, soprattutto se questa inosservanza delle norme porta a vantaggi per la collettività. Così mi ha fatto piacere scoprire che, grazie al comportamento irregolare di intere generazioni di addetti alla redazione dei verbali della Città di Lugano, è stato preservato un patrimonio unico. Secondo regolamento, infatti, dopo la trascrizione avrebbero dovuto distruggere le bobine di nastro magnetico con le registrazioni delle sedute del Consiglio Comunale, invece hanno scelto di conservarle. «Per tutelare questo patrimonio, è stato necessario modificare il Regolamento di applicazione della Legge Organica comunale», spiega oggi Nicoletta Solcà, Responsabile dell’Archivio amministrativo della Città di Lugano. «La modifica ha introdotto la possibilità di conservare le registrazioni per fini storici e archivistici, in linea con la Legge sugli archivi pubblici». Questo piccolo atto di disobbedienza, reiterato nei decenni, ha permesso alla città di ritrovarsi con un corpus audio di valore inestimabile: la registrazione quasi integrale di oltre cinquant’anni di sedute del Consiglio Comunale, oggi accessibile online nella quasi totalità. Fanno eccezione solo alcuni contenuti riservati: «Poiché le sedute del Consiglio Comunale sono pubbliche, non è stato necessario richiedere autorizzazioni particolari. Abbiamo tuttavia tutelato le informazioni sensibili, escludendo le discussioni sulle naturalizzazioni e le autorizzazioni a procedere in controversie legali», precisa Solcà.

La prima fase del progetto, avviato nel 2021 per valorizzare il fondo delle registrazioni delle sedute del Consiglio Comunale di Lugano, si è recentemente conclusa. In collaborazione con la Fonoteca Nazionale Svizzera, sono stati digitalizzati i 454 nastri magnetici che compongono questo straordinario archivio. L’iniziativa è stata resa possibile grazie al supporto di Memoriav, il centro di competenza nazionale per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio audiovisivo svizzero. Il progetto, tuttavia, è ancora in corso. Dal 2023, infatti, le registrazioni delle sedute proseguono su supporti diversi — cassette, Minidisc e CD — che vengono attualmente digitalizzati e catalogati. Questi nuovi materiali, una volta completato il processo, andranno ad arricchire l’archivio già disponibile online, anche se non è ancora stato definito con precisione quando e come ciò avverrà.

Si tratta di un progetto pionieristico, poiché la salvaguardia di documenti sonori riguarda quasi esclusivamente musica, materiali etnografici o produzioni radiofoniche. Registrazioni audio provenienti da un Parlamento sono una rarità: oltre a quelle del Canton Giura, l’archivio di Lugano è uno dei pochissimi esempi di questo tipo in Svizzera. I nastri raccolgono le voci delle Consigliere e dei Consiglieri comunali, delle Municipali e dei Municipali in carica tra il 1962 e il 2003, offrendo una testimonianza unica sull’evoluzione delle tematiche affrontate e sul linguaggio della politica comunale. Nicoletta Solcà, responsabile dell’archivio amministrativo cittadino, descrive con emozione il valore di questo patrimonio: «È stato un vero viaggio nella storia, attraverso le voci di chi si è impegnato per il bene comune. È stato interessante scoprire come, per prendere decisioni – dalle più piccole alle più rilevanti – tante persone si siano documentate, abbiano dibattuto, talvolta anche duramente, approfondendo temi tecnici e complessi. E non sempre riuscendo a raggiungere un risultato…».

Un ascolto integrale delle oltre mille ore di registrazioni potrebbe sembrare un’impresa titanica, destinata solo alle persone davvero appassionate di politica locale e dotate di una buona dose di pazienza. La qualità audio, infatti, lascia spesso a desiderare: le voci risultano a volte lontane dai microfoni e la tecnologia dell’epoca non sempre garantiva registrazioni impeccabili. «L’apparecchio di registrazione era un Revox, posizionato presso il banco presidenziale – mi spiega ancora Nicoletta Solcà – Intorno al 1967, con la ristrutturazione della sala, l’impianto fu migliorato e il numero di microfoni aumentato. Tuttavia, i problemi di acustica persistettero fino agli anni Ottanta e furono definitivamente risolti solo con i lavori del 2004, che dotarono ogni banco di un microfono». Nonostante le difficoltà tecniche, la precisa indicizzazione dei file audio e la possibilità di ricerche testuali consentono di individuare episodi unici. Ho dedicato un intero pomeriggio all’ascolto di questo materiale, tra le «chicche» spiccano alcuni momenti curiosi: il 28 maggio 1973, durante una risposta del Sindaco su un’interrogazione relativa alla Funicolare degli Angioli, l’aula fu improvvisamente invasa dalla musica proveniente da Piazza della Riforma. Il 7 ottobre 1976 si discusse animatamente sulla censura del film Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini. Il Sindaco Ferruccio Pelli difese la decisione municipale di vietare la proiezione sul territorio comunale: «Non so se tutti coloro che apprezzano questi film siano persone più sane di me, però devo dire, scusate la parola, che è una solenne porcheria». Curiosa la richiesta del consigliere comunale Bassi che nell’ottobre del 1982 chiedeva di introdurre alla Piscina comunale serate con l’acqua più calda per le persone anziane e una riservata alle donne che desiderassero nuotare «senza cadere sotto gli sguardi di quegli ominacci che siamo noi». Rimane anche registrata sui nastri magnetici l’irruzione in aula di un gruppo di giovani che, il 1° luglio 1996, durante l’intervento del Municipale Brioschi, chiese a gran voce spazi autogestiti: «Questa è un’azione pacifica, vorremmo solo dire delle cose, poi andiamo via…», pochi mesi dopo vennero occupati i Molini Bernasconi a Viganello.

Le registrazioni evidenziano anche come certi temi ritornino nel tempo, la necessità di alloggi popolari, l’aeroporto, il futuro del Campo Marzio, la pedonalizzazione del lungolago, ore e ore di discussione. Si potrebbe frettolosamente affermare che abbiano portato a scarsi risultati, ma bisogna ricordare che le lunghe discussioni sono parte fondamentale del processo democratico. Nicolettà Solcà è convinta che ora che si ha a disposizione un patrimonio documentale così prezioso sarebbe interessante analizzare il tutto anche da un punto di vista linguistico. «Dal Sindaco che citava frasi in latino, si è passati ad interventi in buon dialetto luganese, ma non è stato forse questo il cambiamento più eclatante, piuttosto un certo linguaggio più diretto e meno formale. Qualche volta si è scaduti negli insulti, talvolta pesanti, ma tutto sommato sempre entro certi limiti». Analizzare queste trasformazioni potrebbe aprire nuove prospettive, sia storiche che linguistiche, su oltre mezzo secolo di politica comunale.