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Due innocue vicine di casa

Mondoanimale: nel nostro territorio la cavalletta celeste e la locusta egiziana convivono pacificamente
/ 23/12/2024
Maria Grazia Buletti

Durante il periodo invernale, in Ticino osserviamo sempre più spesso cavallette di notevoli dimensioni fra le quali la più appariscente è la locusta egiziana (Anacridium aegyptium), in un certo qual modo pure impressionante con i suoi 7 centimetri di lunghezza (come si può vedere nella fotografia a lato). «Non è nuova alle nostre latitudini, ma negli ultimi anni la sua presenza si è diffusa probabilmente a causa del riscaldamento climatico». Questa è la premessa del Museo cantonale di storia naturale del Dipartimento del territorio del nostro Cantone che ne sta monitorando l’espansione e, nonostante il nome, la considera «una specie indigena e non invasiva». Si tratta di un insetto ortottero noto con il termine generico di cavalletta o, per l’appunto, locusta, che in realtà raggruppa tutte le Caelifera, nome scientifico della specie. E fra queste, troviamo pure la nostra autoctona cavalletta celeste (Oedipoda caerulescens) che nel 2023 è pure stata eletta da Pro Natura come animale dell’anno, ambasciatrice dei paradisi naturali in cambiamento.

Le due presentano diverse affinità, a cominciare dal fatto che la locusta egiziana è oramai considerata a tutti gli effetti «una specie stanziale» e non più straniera, tanto quanto la cavalletta celeste. Su questo punto, molte persone, preoccupate dalla sua recente apparizione, chiedono informazioni al Museo di storia naturale che però rassicura: «La specie di locusta egiziana è assolutamente innocua, vegetariana e soprattutto solitaria. Quindi, nonostante le sue notevoli dimensioni (che vedono la femmina arrivare ai 7 centimetri e mezzo) i danni alla vegetazione sono molto contenuti». Per questi motivi, concludono gli esperti: «Non è una specie da contrastare ma piuttosto da tollerare e comunque da rispettare».

Insomma, le rassicurazioni degli esperti ci riportano alla riflessione dello scrittore, poeta e saggista marocchino Tahar Ben Jelloun: «Siamo sempre lo straniero di qualcun altro. Imparare a vivere insieme è lottare contro il razzismo». Di fatto, Pro Natura spiegava che anche la nostra cavalletta celeste ama il caldo: «Vive in aree aperte laddove la vegetazione è rada; padroneggia l’arte del mimetismo e il suo colore è talmente ben adattato a quello del suolo che è difficile individuarla persino a distanza ravvicinata». In pratica, coi suoi colori del deserto essa si è già adattata a paesaggi sempre più aridi: «Anche se per il mondo degli insetti il riscaldamento globale non è positivo, l’aumento delle temperature permetterà a specie come quella della cavalletta celeste di occupare nuovi ambienti adatti a loro». Ed è quanto ha fatto la locusta egiziana che, grazie alla globalizzazione, è giunta fino alle nostre latitudini insediandovisi: «Originaria del bacino mediterraneo, in passato in Ticino era presente soltanto nel Mendrisiotto, zona che corrispondeva al limite settentrionale del suo areale». Ed è qui che interviene il riscaldamento climatico a causa del quale: «Come tante altre specie si è espansa anche più a nord, arrivando quasi fino nell’alta valle di Blenio (Olivone), varcando persino le Alpi».

La sua vicina di casa cavalletta celeste è diffusa soprattutto in Ticino, in Vallese e lungo il versante meridionale del Giura, ma la si può incontrare anche in altre regioni della Svizzera a svariate altitudini, dal fondovalle fino a circa duemila metri. Pro Natura rende però attenti sul fatto che essa è protetta: «Può essere catturata soltanto con un’autorizzazione cantonale per scopi di formazione e ricerca». E tornando alla locusta egiziana, questa sua propensione per l’ambiente caldo porta gli individui adulti a superare l’inverno cercando un luogo temperato, o almeno protetto, per poi entrare in uno stato di torpore: «Spesso si rifugiano nei vasi, dietro le persiane o sui muri scaldati dal sole». Alle nostre latitudini sono due le specie di ortotteri di cui possiamo osservare individui allo stadio adulto anche d’inverno: «La locusta egiziana e l’aiolopo autunnale (Aiolopus strepens), mentre le altre specie superano l’inverno generalmente allo stadio di uovo».

Per tornare al parallelismo di cavalletta celeste e locusta egiziana, la prima autoctona e la seconda considerata oramai tale, Florinn Rutschann (specialista di Ortotteri, incaricato per le riserve naturali di Pro Natura Argovia) ricorda che gli insetti sono il fulcro di numerosi cicli naturali: «Sono cibo per molte specie, impollinano le piante, decompongono il materiale vegetale, smaltiscono le carogne e prestano tanti altri servizi. Il calo complessivo degli insetti e l’aumento di determinate popolazioni sono entrambi campanelli d’allarme e ci segnalano che la crisi climatica e la crisi della biodiversità stanno minano l’equilibrio delle nostre basi esistenziali naturali». La loro innocuità è dunque rafforzata dalla loro utilità nell’ecosistema, contribuendo alla sua biodiversità. Allora, ricordiamoci della cavalletta celeste, ambasciatrice 2023 dei paradisi naturali in mutamento, che popola le nostre latitudini insieme alla locusta egiziana. Nessuna delle due vi arreca alcun danno, ribadiscono gli esperti del Museo cantonale di storia naturale, invitando nuovamente a non contrastare questa specie, a tollerarla e rispettarla e, infine, a contribuire al suo monitoraggio nel nostro Cantone: «Chiediamo alla popolazione di segnalarne la presenza, possibilmente corredata da una fotografia, tramite l’apposito modulo di contatto sul sito dedicato: https://www4.ti.ch/dt/da/mcsn/temi/mcsn/il-museo/zoologia-invertebrati/consulenza/locusta-egiziana».