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Più contatti sociali migliorano la vita dei migranti
Il coordinatore Willy Lubrini ci parla dell’attività dell'Associazione Mendrisiotto Regione Aperta impegnata dalla scorsa estate in progetti di accoglienza e condivisione per i richiedenti asilo
Eliana Bernasconi
In un mondo globalizzato dove le distanze si fanno relative, i flussi migratori sono una delle emergenze della nostra epoca. All’estremo sud della Svizzera, la regione del Mendrisiotto è in una diretta e strategica posizione geografica per il passaggio dall’Italia e Chiasso è da sempre il valico obbligato di passaggio. Da non pochi anni, come evidente a chi vi abita o vi si rechi, la cittadina è confrontata con la continua entrata di persone che presentano richiesta di asilo e che provengono da molte parti del mondo. Sugli aspetti di questo vasto fenomeno siamo informati dai media, ma molto rimane da conoscere o comprendere, sappiamo che le domande di Asilo del 2023 sono state circa 30’000; la procedura ha un preciso iter: la richiesta viene presa in esame in un tempo massimo di 140 giorni, se non corrisponde alle esigenze della Confederazione in materia di asilo la domanda è respinta e la persona dovrà lasciare il Paese. Se accolta, la persona potrà rimanere, lavorerà in Svizzera e sarà aiutata ad integrarsi. Sono complessi i motivi per cui i migranti lasciano la loro terra, sono persone singole, famiglie, donne, bambini, o minori non accompagnati, sappiamo che possono impiegare anche 2-3 anni per raggiungere la Svizzera da cui molto spesso passano in Francia, Germania o Inghilterra. Sappiamo dei rischi spesso drammatici che affrontano per intraprendere questo viaggio, sappiamo anche che molti fra loro sono morti nel percorso via terra o sono naufragati tentando di attraversare il mare.
Lo scorso 2023, particolarmente nel periodo estivo, Chiasso ha dovuto confrontarsi con un enorme numero di migranti in attesa di risposta alla loro domanda. Come da prassi, tutte queste persone sono state temporaneamente trattenute al Centro Federale di Asilo (CFA) gestito dalla segreteria di Stato della Migrazione (SEM): erano quindi, entro certi limiti, abbastanza libere di circolare per la città. Come sempre accade nei movimenti di massa, quando una piccola minoranza di persone trasgredisce le regole e crea problemi alla comunità, pregiudica purtroppo la reputazione del gruppo sociale cui appartiene. Nel centro Federale di Asilo e nel centro di Chiasso lo scorso anno si sono verificati continui piccoli furti e disturbi dell’ordine pubblico (peraltro ben controllati dalla Polizia), ma tutto ciò è stato sufficiente perché alcuni cittadini, evidentemente sulla base di fondati motivi, reagissero con sentimenti di allarme, di tensione o paura per la propria sicurezza. Come gli psicologi sanno, questo tipo di emozioni pubbliche si propaga con facilità estrema e una preoccupante nuova percezione del diverso da sé, dello sconosciuto e dello straniero stava contraddicendo la generale generosa disposizione all’accoglienza e alla solidarietà verso chi bussa alle nostre porte.
Ed è in quegli stessi giorni dello scorso 2023 che si è costituita l’Associazione Mendrisiotto Regione Aperta. Ne parliamo con il coordinatore Willy Lubrini: «La nostra associazione è nata in una calda giornata della scorsa estate dalla volontà di un gruppo di amici e conoscenti che intendevano reagire allo stato di malessere e paura che avevamo avvertito e che certo non intendevamo negare. Siamo circa 100 persone di ogni età e classe sociale che abitano in prevalenza nel Mendrisiotto ma anche in ogni parte del Ticino, siamo pensionati o studenti, operai o insegnanti, artisti, educatori o infermieri. Ci ha guidato l’interesse per l’altro e il desiderio di vivere in una comunità dove non vi siano troppi motivi di divisione e resti possibile migliorare la conoscenza reciproca e la coesione sociale. Come prima azione siamo partiti con una mini inchiesta sociologica, con 90 interviste valide ai fini dell’interpretazione, per verificare se veramente a Chiasso o nel Mendrisiotto fosse il rifiuto a prevalere o non piuttosto lo spirito di solidarietà. Ne è risultato che la popolazione non ha il minimo atteggiamento di negazione verso i migranti, amerebbe soltanto vederli impegnati in lavori di pubblica utilità che li aiuterebbero a strutturare le loro giornate. Come associazione – continua Lubrini – ci siamo subito dati uno statuto sociale e una personalità giuridica per facilitare il nostro impegno verso il miglioramento delle condizioni di vita dei richiedenti asilo».
L’Associazione Mendrisiotto Regione Aperta (MRA) ha sede a Balerna, tra i comuni di Chiasso e Novazzano, nella stessa località dove è stato da poco inaugurato il nuovo, architettonicamente efficiente e funzionale Centro Federale di Asilo Pasture, che si aggiunge agli altri 7 Centri presenti in altre località della Svizzera.
A Willy Lubrini chiediamo ancora che tipo di rapporti l’Associazione intende stabilire con Pasture, il Centro Federale d’Asilo (CFA) gestito dalla Segreteria di Stato della Migrazione (Sem): «La nostra intenzione è concludere una sorta di patto sociale fra Pasture e la Comunità del Mendrisiotto, un accordo che consista in una rete composta dalle istituzioni pubbliche comunali e dal resto della società: dallo scorso novembre siamo presenti nel nuovissimo Centro come rappresentanti della società civile, interveniamo con proposte concrete per togliere dallo stato di isolamento e depressione i migranti che non sanno come strutturare le loro giornate, coinvolgendoli in lavori di pubblica utilità che li portano a organizzare il loro tempo (come ad esempio il riassetto di sentieri, la cura dei boschi, il riciclaggio dei rifiuti, lo sgombero dei detriti, l’aiuto nelle manifestazioni comunali). Questi impieghi consentono loro di avere contatti con la popolazione e nuove esperienze che facilitano la convivenza nel Centro promuovendo l’interazione sociale, sono tre i comuni che da tempo organizzano questi programmi. La presenza del Centro Pasture ha un’importanza regionale che riteniamo debba essere sostenuta da tutti i comuni del Mendrisiotto. Abbiamo un gruppo di coordinamento che coinvolge i comuni della regione senza naturalmente interferire con l’economia privata. La nostra attività – continua ancora Lubrini – è strutturata in un programma mensile di proposte per attività varie e al nostro interno abbiamo dei gruppi di interesse su vari temi, come il Gruppo Cucina, il Gruppo Sport, il Gruppo Cinema, inoltre tutti i sabato pomeriggio una palestra di Chiasso è messa gratuitamente a disposizione dal municipio, dei pranzi comuni sono organizzati dall’oratorio e delle proiezioni cinematografiche hanno avuto luogo a Balerna. Sarebbe nostro obiettivo che le associazioni esterne giungessero loro stesse a proporre attività per i richiedenti asilo».
Il Gruppo Scuola dell’associazione tramite l’appassionato lavoro di due insegnanti elementari ha intrapreso con il DECS e le direzioni della Scuole elementari e dell’infanzia del distretto un progetto per la scolarizzazione dei giovanissimi, mentre le scuole medie di Balerna hanno programmato una giornata con una classe di quarta media che vedrà allieve e allievi coinvolgersi con giovani ospiti del Centro Pasture, dove sono presenti anche delle aule scolastiche. Nelle riunioni che Mendrisiotto Regione Aperta tiene regolarmente vengono proposte nuove inedite occasioni di incontro, come attività sportive, calcio e altri giochi per minori non accompagnati, giovani, adulti e famiglie, o passeggiate nel territorio, ma soprattutto, continua Lubrini, si riflette sull’assoluta importanza di realizzare una buona politica migratoria, che sia trasparente e partecipativa, pianificata e concordata, fondata su un’ottica preventiva.
Fra le iniziative di Mendrisiotto Regione Aperta, ad esempio, ha avuto grande successo un gioioso incontro del Gruppo Cucina, durante il quale un pasticcere ha messo a disposizione per un giorno il suo laboratorio di panetteria: otto giovani donne provenienti da Afganistan, Kongo, Iran e Siria che non si conoscevano fra loro, giunte al centro Pasture due giorni prima, sono state invitate a modellare trecce di pane, pasta frolla e biscotti. La condivisione comune della pasta ha stabilito tra loro un’intimità e una collaborazione che nessun altro intervento avrebbe saputo creare. L’attività prosegue tuttora con entusiasmo e con qualche invito all’esterno di condivisione, come la preparazione di torte per feste di compleanno o la vendita di biscotti nei mercatini.