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Imparare la moda nel nuovo polo di Chiasso
Formazione: fra un mese apre il cantiere che ospiterà i due istituti della Scuola arti e mestieri della sartoria e la Scuola specializzata superiore di abbigliamento e design della moda. Le prospettive di un mondo affascinante sempre in evoluzione
Stefania Hubmann
Fra circa un mese si aprirà a Chiasso il cantiere del nuovo Centro professionale tecnico del settore tessile (CPT) progettato dallo studio di architettura Boltas Bianchi Architetti di Agno. Sono previsti quattro anni di lavori prima di disporre di un polo formativo di riferimento nel contesto territoriale che a livello cantonale ospita la maggior parte delle aziende del settore. A Chiasso si trasferiranno le due scuole SAMS – Scuola arti e mestieri della sartoria, attualmente a Biasca e a Lugano, e la STA – Scuola specializzata superiore di abbigliamento e design della moda, che si trova pure a Lugano. Oltre 250 studenti, alcuni provenienti da fuori cantone, potranno così beneficiare di maggiore coesione e funzionalità nel loro percorso formativo, come pure di una più stretta collaborazione con le ditte operanti nell’ambito della moda. Cosa e chi si cela dietro queste sigle non sempre di immediata comprensione? Di quali tipi di formazione si tratta? In vista della realizzazione del nuovo CPT siamo andati alla scoperta di queste scuole che in Ticino vantano una lunga tradizione.
Partiamo quindi da oltre un secolo fa per trovare le radici della scuola di sartoria. A Biasca si risale alle suore che insegnavano il mestiere alle ragazze nella Casa San Giuseppe. A Lugano la Scuola Professionale Femminile apre nel 1907 per iniziativa della Città che la gestirà fino all’inizio degli anni Novanta quando diventerà cantonale.
La scuola luganese si è sempre distinta per spirito innovativo e partecipazione a eventi nazionali. Un libro edito per il centenario ne ripercorre lo sviluppo nelle diverse sedi. Nel 1969 nasce la sezione Tecnici dell’abbigliamento (la futura STA), in risposta alla crescita e alla rivoluzione dell’industria dell’abbigliamento con l’avvento del prêt-à-porter. Dal 1981 la scuola accoglie anche i maschi. A Viganello, dove si trova tuttora, la SAMS giunge nel 1995. Negli anni Duemila cresce l’interesse per una formazione che si allarga ad ambiti affini. Gli spazi risultano però sempre più stretti e da oltre dieci anni si cerca una soluzione alternativa che si concretizzerà con il nuovo CPT di Chiasso.
Basta una visita in via Boscioro 5 a Viganello per rendersi conto che l’edificio non è più adeguato allo studio proposto. La Scuola arti e mestieri della sartoria è una formazione di base con riconoscimento federale (Attestato federale di capacità) accessibile dopo la Scuola Media. Richiede capacità manuali, accuratezza e passione per dar vita all’abbigliamento femminile. «Negli ultimi anni gli studenti sono in media oltre cento – spiega il direttore Ferdinando Panelli – suddivisi in due formazioni, quella triennale a tempo pieno o duale (scuola e lavoro) – Creatrici/Creatori d’abbigliamento da donna – e quella biennale per Addette/Addetti alla cucitura. Ogni allieva/o ha bisogno per lavorare di un grande tavolo e di un manichino, ciò che richiede laboratori spaziosi. Disponiamo di apparecchiature all’avanguardia, ma la confezione di un capo d’abbigliamento rimane nel suo insieme un processo artigianale che parte da carta e matita».
La SAMS, che conta circa 40 docenti compresi quelli della STA, offre inoltre la possibilità di conseguire la Maturità professionale artistica seguendo in parallelo i relativi corsi proposti al CSIA (Centro scolastico per le industrie artistiche) situato nelle vicinanze. Qui giungono anche gli studenti con il medesimo obiettivo provenienti dalla SAMS di Biasca, istituto riservato ai domiciliati nel Sopraceneri. Diretto da Davide Pedretti, conta a sua volta quasi un centinaio di iscritti seguiti da oltre venti docenti. Riguardo alle caratteristiche della formazione, il direttore illustra da parte sua come questa professione permetta di «creare dal nulla un prodotto finito, ciò che non accade in quasi nessun altro mestiere». Soddisfazioni che le allieve e gli allievi – questi ultimi presenti nelle due scuole in numero crescente ma ancora molto limitato – possono raccogliere attraverso i progetti sviluppati nei rispettivi istituti.
A Biasca si lavora in prevalenza su progetti interni in spazi ampi e luminosi. «La nostra scuola – aggiunge Davide Pedretti – è molto attiva nella promozione con porte aperte e stage per permettere ai giovani interessati di meglio capire i contenuti della formazione». Ciò anche per evitare un numero troppo elevato di abbandoni, ancora frequenti dopo il primo anno.
Situate in contesti regionali diversi, le due SAMS puntano ognuna su specificità proprie. Gli studenti della scuola di Viganello partecipano con regolarità a progetti esterni. È il caso della sfilata che si è tenuta a inizio ottobre al Teatro sociale di Bellinzona, frutto della collaborazione con l’associazione «Anna dai capelli corti» la quale sostiene le giovani donne colpite da tumore al seno. Dieci abiti realizzati su misura per ogni «Anna» sono stati presentati intercalati da vaporose tuniche con stampata una frase significativa ideata sempre dalle donne colpite dalla malattia. Gli accessori sono invece stati realizzati dalla STA. Per Angela Cacciabue, responsabile della formazione, «il carattere sociale di questo e di altri progetti costituisce una motivazione supplementare per gli allievi e le allieve, arricchiti nell’ambito di una sfilata da aspetti quali il lavoro in team, il rispetto delle tempistiche e la presentazione pubblica». «Il 7 novembre – aggiunge – la SAMS luganese parteciperà con un’altra serie di abiti all’Evento Artigiano 2024 che ha scelto quest’anno il tessile quale tema portante». Al nuovo polo formativo chiassese si guarda con fiducia anche per questi aspetti. Oltre ad aule e laboratori concepiti ad hoc per soddisfare le esigenze formative, il CPT disporrà infatti degli spazi necessari per organizzare eventi e sfilate al suo interno.
A Biasca Davide Pedretti cita invece quale caratteristica della SAMS il percorso formativo bilingue italiano/inglese al quale sono iscritte in totale trenta ragazze. «Offriamo questa possibilità da tre anni e quest’anno abbiamo raggiunto il record di venti iscritte al primo anno. Nel settore della moda la lingua inglese è importante e permette di muoversi da un Paese all’altro. A questo proposito va menzionato, oltre agli scambi all’interno della Svizzera, il programma di scambio che abbiamo instaurato con una scuola di Oslo. Si tratta di un progetto che permette alle nostre allieve e ai nostri allievi di recarsi per due settimane in Norvegia. L’indirizzo simile ma non identico delle due scuole favorisce un interessante scambio di competenze. Manualità e precisione sono i nostri punti di forza che entrano in dialogo con gli aspetti legati al logo, al brand e al marketing approfonditi nella scuola di Oslo. In questo modo si offre agli studenti un ulteriore stimolo per passare alla scuola superiore STA, che si concentra sull’aspetto industriale dell’abbigliamento».
Il settore è vivo, le richieste da parte del mercato del lavoro esistono, ma – confermano i direttori – la formazione triennale deve essere accompagnata dai due anni di scuola superiore per poter essere competitivi sul mercato del lavoro. Ubicata a Viganello nell’edificio dell’ex Camiceria Lavelli, la STA permette di conseguire il diploma di Tecnica/o diplomata/o SSS di tessile e dell’abbigliamento, moda e tecnologia (TTA). Non essendoci un’analoga formazione nella Svizzera romanda, è frequentata da diversi studenti di questa regione. Il focus della scuola è l’industrializzazione del prodotto di abbigliamento con una forte valenza pratica, poiché lavora su progetto a stretto contatto con le aziende. «Il corso prevede quattro semestri di formazione a tempo pieno e un semestre di stage presso un’azienda del settore» chiarisce Valeria Gilardi, docente di design del prodotto. «Quest’ultimo periodo è molto importante perché facilita l’inserimento nel mondo del lavoro. Oltre la metà degli studenti viene infatti assunta in itere».
La formazione della STA è altamente specializzata e all’avanguardia. Valeria Gilardi si sofferma sulla digitalizzazione: «La STA ha integrato la progettazione 3D che simula in modo immediato effetti e cadenze dei capi. Le aziende cercano attualmente in prevalenza queste nuove figure professionali, tra modellista/designer ed esperto in tecniche digitali. I nostri studenti possono quindi inserirsi facilmente in azienda ricoprendo posizioni quadro sia a livello produttivo che progettuale». Nell’anno 2024-25 gli studenti sono una quarantina, ripartiti nei due anni di formazione e nel semestre di stage. Quanto ai progetti, la docente cita «le collaborazioni nell’ambito della creazione e della produzione di capi funzionali e simbolici come possono essere la giacca di rappresentanza della squadra HCAP (stagione 2023-24) o, in fase di sviluppo, la nuova divisa di servizio della Federazione Pompieri Ticino».
Forti di una lunga tradizione, in Ticino le professioni del settore tessile e dell’abbigliamento oggi restano tali. Il trasferimento di queste scuole nel nuovo polo di Chiasso rappresenta per tutti gli intervistati un’opportunità al fine di ottimizzare le risorse, puntare a migliorare ulteriormente la qualità della formazione, intensificare le collaborazioni con le industrie presenti sul territorio e affrontare le sfide del futuro anche nell’ambito della sostenibilità.