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Dentro lo smartphone, infinite mappe
Guida dilettevole per il passeggiatore digitale – 4: cartine calibrate per ogni uso, anche per scoprire i delitti del Medioevo
Mattia Pelli
Il 12 novembre 2016 a Sulbiate, in provincia di Monza, un giovane appassionato di tecnologie digitali e futuro ingegnere ambientale, inseriva in OpenStreetMaps (OSM) le informazioni sul Municipio, la biblioteca, la scuola e la palestra del suo comune, rendendole disponibili al mondo intero. Un piccolo passo per Sulbiate e per l’umanità, dirà qualcuno. Ma d’altra parte la conoscenza è fatta di tanti piccoli passi, proprio come quello compiuto quel giorno da Lorenzo Stucchi, che insieme a migliaia di altri cartografi volontari come lui, sparsi in tutto il globo, ha contribuito a creare il più grande database geografico mondiale per la creazione di mappe e cartografie (openstreetmap.org), con oltre dieci milioni di utenti. Mettiamo dunque la bussola in un cassetto e ripieghiamo le cartine, care e cari passeggiatori virtuali: per orientarci nel mondo, oggi basta uno smartphone. Sarà anche poco romantico, ma è di certo molto comodo. Torniamo dunque a Sulbiate: da lì al Politecnico di Milano, dove Lorenzo Stucchi ha studiato ingegneria, secondo OSM ci sono 28 Km, da percorrere nell’hinterland milanese ricco di storia, cultura e umanità, ma anche di strade e marciapiedi dissestati. Ne sanno qualcosa le persone con mobilità ridotta, alle quali il giovane ingegnere ha dedicato un lavoro di ricerca. Con numerose realtà associative del Municipio 9 di Milano ha creato il progetto «Via libera» (progettovialibera4b.wixsite.com), per segnalare i punti critici da modificare per permettere a tutti i cittadini, persone con disabilità motoria, persone anziane, mamme e papà con passeggini, di accedere ai servizi con facilità. Armati di strumenti comuni, come uno smartphone, un’unità GPS, carta e penna, decine di studenti delle scuole superiori hanno esplorato la zona attorno all’ospedale Niguarda. Tutti i dati raccolti sono stati naturalmente caricati su OSM. Nemmeno in Svizzera la situazione è semplice da questo punto di vista: secondo un’inchiesta del 2023 commissionata da Pro Infirmis, una persona con disabilità su tre si sente limitata negli spostamenti, prima di tutto a causa delle barriere architettoniche. Così l’associazione ha messo a punto uno strumento dedicato alla mobilità: una carta interattiva online nella quale fornisce informazioni sull’accessibilità di numerose strutture culturali e turistiche, 160 delle quali in Ticino (proinfirmis.ch/it/offerta/ticino/la-svizzera-priva-di-ostacoli.html).
«Lavorando con gli studenti a progetti legati a OpenStreetMaps ho visto la loro consapevolezza spaziale cambiare», racconta Lorenzo Stucchi, che oggi è coordinatore nazionale per OSM all’interno dell’associazione Wikimedia Italia. E d’altra parte gli strumenti digitali cambiano la nostra percezione del mondo: «In questa nuova era fatta di GPS, Google Earth e mappe digitali multidimensionali, la cartografia è improvvisamente tornata ad essere estremamente rilevante», sostiene Hans-Ulrich Obrist, curatore, critico e storico dell’arte svizzero. Nel 2010 ha dedicato a questo tema una Map Marathon alla Serpentine Gallery, usando le mappe come strumenti per «comprendere la complessità del XXI secolo». Di quell’evento sono rimaste le cartine elaborate per l’occasione da personaggi quali Tim Berners-Lee (l’inventore del web) o l’architetto americano John Baldessari, accessibili dal sito dell’associazione inglese Edge (edge.org/event/edge-serpentine-gallery-maps-for-the-21st-century). Londra, città d’arte ma anche oscura capitale degli omicidi nel Medioevo: la mappa interattiva degli assassinii, delle morti improvvise e delle prigioni della città ci racconta per esempio che nel 1339 un certo William Malesures, dopo un violento litigio, uccise a colpi di ascia un uomo in Coleman Street. Messa a punto dall’Università di Cambridge, la mappa (https://medievalmurdermap.co.uk/maps/london/) basata su documenti dell’epoca ci indica i luoghi in cui sono avvenuti i delitti e l’arma utilizzata. Per stomaci forti. «Era un ponte strano lungo e storto, a noi pareva brutto ma i forastieri si fermavano a fotografarlo». In un click ci spostiamo da Londra alla decisamente più tranquilla frazione di Roseto (lanostrastoria.ch/entries/EDknO4KDAp2), in Val Bavona, dove sorgeva il ponte descritto da Plinio Martini ne Il fondo del sacco. La Mappa letteraria della Svizzera italiana (www4.ti.ch/decs/dcsu/uapcd/osservatorio/guida-letteraria/mappa-letteraria) ci consente di scoprire in modo interattivo il legame tra letteratura, autori e autrici e territorio.
Elaborata dall’Osservatorio culturale del Cantone Ticino con l’aiuto degli utenti, la cartina online è corredata da altre a contenuto tematico che si possono scaricare, dedicate a temi specifici, tra i quali per esempio una guida alle tombe di uomini illustri o all’amore e i paesaggi letterari. Amore e morte, geografia e memoria. E chi dice territorio, dice anche – ahimè – tasse: il catasto, che è un registro di tutti i beni immobili presenti in una data area geografica, ha lo scopo di stabilire la loro proprietà e quindi anche l’imposizione che il proprietario dovrà sostenere. Uno straordinario esempio storico è il Domesday Book, manoscritto che raccoglie i risultati di un grande censimento completato nel 1086, riguardante la maggior parte dell’Inghilterra e parte del Galles per conto di Guglielmo il Conquistatore. Può essere consultato sotto forma di mappa interattiva online all’indirizzo opendomesday.org. E se invece volete vedere le mappe catastali dei centri storici di Locarno, Bellinzona o Lugano (così come di molti altri comuni ticinesi), sappiate che sono state digitalizzate e sono consultabili online (recuperando.ch/progetti/mappe-catastali-ticinesi-dell-ottocento/). Se però vi capitasse di cercare l’isola di Kokovoko da cui proveniva Queequeg, il fiocinatore tatuato di Moby Dick creato da Melville (en.wikisource.org/wiki/Moby-Dick_(1851)_US_edition), sappiate che nessuna cartina né GPS vi possono aiutare, perché «Non è segnata su nessuna mappa: i luoghi veri non lo sono mai».