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Il genitore allenatore emotivo

Un ciclo di incontri alla Libreria del Tempo di Savosa riporta le emozioni al centro del rapporto tra genitori e figli
/ 21/10/2024
Stefania Hubmann

Un albo sulle emozioni, un altro sulla rabbia o ancora uno sulla ribellione, tutti destinati a bambini piccoli, ai quali aggiungere un libro sull’educazione emotiva per i genitori, una guida per «sopravvivere a un figlio adolescente» e altri titoli dello stesso tenore. Le crescenti richieste di questi volumi, soprattutto da parte di mamme, hanno spinto la Libreria del Tempo di Savosa (www.lalibreriadeltempo.com) a organizzare per la prima volta il corso «Intelligenza emotiva famiglia», una serie di incontri animati dal formatore di adulti Salvatore Benvenuto. Discussioni e condivisione delle proprie esperienze hanno quale punto di partenza il libro dello psicologo statunitense John Gottman Intelligenza emotiva per un figlio che promuove il concetto di «genitore allenatore». Riportare le emozioni al centro del nucleo familiare (fra genitori e figli ma pure all’interno della coppia) permette di instaurare relazioni più serene e costruttive. Iniziato a metà settembre, il corso si protrarrà per una decina di incontri, dedicati ai rispettivi capitoli del libro. Sandra Zollinger della Libreria del Tempo e Salvatore Benvenuto spiegano i benefici di questo approccio in particolare di fronte al problema numero uno dei genitori nella nostra società: i social media.

Ancora una volta il mondo digitale è al centro del dibattito. Non a caso in libreria sono disponibili nuovi titoli, come Genitori social ai tempi di tik tok e onlyfans e La generazione ansiosa, che si affiancano ai testi di Daniel Goleman e Alberto Pellai, due figure di riferimento, assieme a Gottman, sull’intelligenza emotiva applicata al contesto familiare. Nella Libreria del Tempo – un nome che riflette lo spirito del negozio – Sandra Zollinger, la collega Giuditta Bizzini e l’apprendista Gioia li propongono rispondendo all’interesse in prevalenza delle clienti e prendendosi il tempo di discutere con loro. Di recente è stata ricavata una sala accogliente e discreta che favorisce le conversazioni, oltre ad ospitare eventi come l’attuale formazione. «Quest’ultima – spiega Sandra Zollinger – è partita con un gruppetto di mamme che sono però riuscite a coinvolgere anche i rispettivi mariti, attesi per il secondo incontro. Siamo in numero limitato proprio per poter dar voce alle esperienze e ai problemi di tutti i partecipanti».

Non sempre i genitori sono pronti a mettersi in discussione quando si tratta dell’educazione dei propri figli, ma in realtà gli incontri non si soffermano sui possibili «errori» di mamme e papà, quanto piuttosto sulle soluzioni alternative per instaurare una relazione diversa con i figli. Così si esprime Salvatore Benvenuto che da anni si occupa di questa tematica. Aggiunge il formatore: «I genitori tendono a riprodurre inconsapevolmente il modello che hanno vissuto da bambini, ma il contesto è cambiato e tutti sono di fronte a nuove sfide, fra le quali spicca quella digitale». Per instaurare una buona relazione con i figli l’essenziale non risiede nel non sbagliare mai, perché ciò è impossibile, ma nel saper riparare l’errore commesso. Ancora Benvenuto: «Gottman identifica diversi tipi di genitore, mostrando come il genitore allenatore emotivo riesca, in caso di contrasto, a spiegare al figlio o alla figlia ciò che vive, essendo consapevole delle proprie emozioni e di quelle altrui. In questo modo mostra che anche i genitori hanno il diritto di sbagliare. Riprendere la discussione quando si è tutti più calmi è ad esempio una buona strategia per evitare di inasprire lo scontro imponendo punizioni controproducenti. Quando si è arrabbiati non si dovrebbero prendere decisioni delle quali poi pentirsi in seguito. Fondamentali per crescere un figlio o una figlia che sappia prendere consapevolezza dei propri sentimenti sono da un lato i primi anni di vita (fino a 8/9 anni) e dall’altro il contesto familiare nel quale si trascorre questo tempo». Di qui il valido contributo anche per i bambini di letture come quelle citate in apertura. Il nostro interlocutore constata inoltre come anche la scuola si stia muovendo in questa direzione ma l’educazione principale avviene in famiglia con i genitori che fungono da esempio tramite i loro comportamenti. Ciò vale quindi anche per l’impiego degli strumenti digitali e di conseguenza dei social media. I due intervistati concordano nell’affermare che i social media, nati o perlomeno presentati all’inizio come mezzi per collegare le persone, sono oggi potenti strumenti di controllo sociale e di pubblicità i cui benefici ricadono sui loro promotori. Per Salvatore Benvenuto è necessario che siano innanzitutto i genitori a essere coscienti dei limiti degli strumenti tecnologici, «attraverso i quali il contatto avviene utilizzano solo due sensi (vista e udito), mentre l’incontro fisico li contempla tutti. Nella comunicazione in presenza si vive infatti l’altra persona a tutto tondo. Non si può però modificare l’attuale contesto nel quale cresce la generazione dei più piccoli, quindi sono le mamme e i papà che devono cambiare il loro comportamento individuale ed educativo».

Il genitore allenatore emotivo è tale quando ha capito il modello educativo con il quale è cresciuto e riesce ad andare oltre (se necessario) per guidare i figli nella crescita, permettendo loro di sviluppare ed esprimere ciò che provano. Un altro esempio citato dal formatore riguarda l’offesa subita dal genitore a causa di una risposta o un gesto dei figli. «Non bisogna concentrare l’attenzione solo sulla risposta o sul gesto sbagliato, ma cercare di capire quali sono le loro emozioni in queste circostanze. È necessario essere consapevoli che la reazione del genitore determina ciò che accade in seguito dal punto di vista delle azioni e della relazione fra le due parti». Gottman riassume i comportamenti dei genitori di fronte alle emozioni dei bambini in quattro categorie. Così li riassume Salvatore Benvenuto: «Il genitore noncurante sminuisce, ignora o sottovaluta le emozioni dei figli, mentre è censore quando critica l’espressione dei sentimenti negativi e può arrivare a punire i figli per queste manifestazioni. Accetta invece le emozioni dimostrandosi empatico il genitore lassista che però non riesce a imporre loro una guida con relative limitazioni. Il genitore allenatore accetta le emozioni del bambino fissando dei limiti ad alcuni comportamenti e offrendogli un esempio concreto su come regolare i propri sentimenti».

Dopo due incontri introduttivi sull’intelligenza emotiva, la formazione entrerà nel vivo dei singoli temi tenendo in considerazione quanto emergerà dai racconti dei partecipanti. Madri e padri hanno visioni diverse sull’importanza dell’emotività in famiglia? Come trovare il proprio ruolo in modo da vivere relazioni serene? Come ridurre l’ansia di fronte a difficoltà che si pensa di non riuscire a gestire? Gli interrogativi dei genitori sono molteplici e il confronto delle esperienze personali con la guida di un formatore favorisce la consapevolezza e la possibilità di intraprendere nuovi percorsi. Nel corso saranno affrontati nell’ottica di Gottman aspetti quali i benefici dell’allenamento emotivo, la valutazione del proprio stile di genitori, le fasi-chiave di questo tipo di allenamento, le strategie per svilupparlo, la salute emozionale dei figli in momenti delicati come la separazione e il divorzio, il ruolo cruciale del padre e l’allenamento emotivo rispetto alle diverse fasi della crescita.