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Bibliografia
Nicola Schoenenberger, Piccola flora del sentiero di Gandria, Edizione Casagrande 2024.
Le sorprendenti piante del sentiero di Gandria
È stata da poco pubblicata una guida botanica che descrive 100 delle oltre 400 specie che si possono incontrare in questo piccolo angolo di Ticino dal particolare microclima
Elia Stampanoni
«Lugano al verde» è un progetto pluriennale della città che promuove e valorizza la natura nel centro cittadino, nei quartieri e nelle periferie. Ed è proprio in questo contesto che, nel 2015, Nicola Schoenenberger iniziò a mappare la flora del sentiero di Gandria: piante, erbe e fiori. Un lungo lavoro, appassionante e sorprendente, che ha condotto il botanico, oggi direttore del Giardino botanico di Ginevra, tra le oltre 400 differenti specie vegetali presenti, delle quali una sessantina minacciate o potenzialmente minacciate (secondo la Lista Rossa svizzera) e una quindicina protette a livello federale o cantonale. Muovendosi lungo il percorso che costeggia per circa un chilometro e mezzo il Ceresio, da Castagnola a Gandria, Schoenenberger ha individuato e scoperto la ricca flora, volgendo lo sguardo pochi metri a destra o a sinistra del tracciato stesso. In un esiguo territorio ritroviamo circa il 12% della flora spontanea del nostro Paese, oltre che un gran numero di specie ornamentali di parchi e giardini.
Le sue osservazioni sono quindi confluite in schede descrittive, progressivamente divulgate sul sito luganoalverde.ch per poi sfociare, una volta raggiunto il numero prefissato delle 100 specie, in un piccolo libretto. O meglio una guida botanica, destinata non solo agli esperti in materia, ma interessante per tutti gli amanti della natura e dell’ambiente.
Le oltre 250 pagine della Piccola flora del Sentiero di Gandria (già tradotta anche in francese, tedesco e inglese) sono state pubblicate lo scorso giugno dalla Città di Lugano in coedizione con le Edizioni Casagrande e sono state presentate in diversi contesti, inclusa una mostra temporanea lungo la centrale Contrada di Verla nel mese di luglio. Anche in quell’occasione era possibile avere un assaggio dell’opera e lasciarsi invogliare alla lettura e a visitare il territorio, alla scoperta di queste piante che, come indicato dall’autore, costituiscono una diversità floristica eccezionale.
Specie che si trovano lungo il sentiero, alcune più facilmente di altre, alcune limitatamente a pochi luoghi o a determinati periodi, ma tutte scovate e fotografate dall’autore sul posto. Schoenenberger le ha descritte e raccontate nelle sue schede, poi raggruppate e riviste in funzione della pubblicazione, curata dalla città di Lugano e completata da un’introduzione, da una serie di interessanti note illustrate e da un glossario tecnico che aiuta a comprendere alcuni termini tecnici utilizzati.
Come la mirmecoria, la caratteristica di alcune piante di «sfruttare» le formiche per la diffusione dei propri semi, in aggiunta o al posto del vento, di altri insetti o animali. È il caso della Campanula a foglie di pesco o del Cappero comune, con quest’ultimo a testimoniare la straordinarietà del luogo: «Un lembo di Mediterraneo trasposto in una vallata alpina», come leggiamo nella scheda.
Oltre che la diversità, colpiscono pure i differenti stratagemmi utilizzati dalle specie per adattarsi, sopravvivere o diffondersi nell’ambiente. Un esempio è il Gigaro chiaro, capace di generare calore e simulare così un fetore per attirare nella sua inflorescenza i moscerini, poi utili all’impollinazione. Come descritto nella scheda, questa pianta erbacea, presente lungo il sentiero di Gandria, può riscaldarsi fino ad alzare di 25°C la temperatura dell’aria circostante e, altra particolarità, la sua stagione inizia in autunno.
Alle astuzie vegetali s’aggiungono anche quelle di alcuni insetti, abili a trovare alternative alle particolarità di alcune specie. È il caso di alcuni bombi che, di fronte alla coriacea Cicerchia primaticcia, hanno scovato una soluzione per nutrirsi del suo polline: invece che aprire faticosamente il fiore, bucano la corolla ai lati, prelevando il nettare senza in cambio garantirne l’impollinazione.
Queste e molte altre particolarità si scoprono sfogliando la piccola guida sulla flora del Sentiero di Gandria, la cui ricchezza è dovuta a diversi fattori che creano un microclima particolare, uno tra i più caldi della Svizzera. Gli elementi favorevoli a queste condizioni eccezionali sono per esempio le rocce a strapiombo con un’esposizione a sud, il suolo calcareo, la presenza del lago quale elemento mitigante e un’ubicazione particolarmente riparata dai venti. Situato tra i 280 e i 300 metri di altitudine, il sentiero offre dunque una situazione particolarmente favorevole per la diffusione e la crescita di una flora variegata, che non trova altrove i presupposti di vita ideali. A beneficiarne ci sono queste oltre quattrocento specie, legnose o erbacee, indigene ma anche esotiche. Il Fico d’India di Engelmann è per esempio una delle «icone del sentiero di Gandria», come è presentato dall’autore nella scheda a pagina 110. Usato come pianta ornamentale o da siepe, fu introdotto dall’America e cresce ormai da moltissimi anni anche qui, verosimilmente l’unico luogo in Svizzera dove prospera spontaneo e in grandi quantità.
Sfogliando la guida, frutto di un progetto curato da Eleonora Bourgoin e Magda Mandelli per il Servizio comunicazione e innovazione digitale della Città di Lugano, è facile lasciarsi trasportare nell’affascinante mondo della botanica e di tutti gli elementi che l’accompagnano. Non resta pertanto che andare in visita alla regione, peraltro ricca di altri spunti naturalistici. Oltre alla presenza del noto sentiero dell’ulivo, la località Trivelli risulta iscritta nell’Inventario federale dei prati e pascoli secchi di importanza nazionale, mentre i 148 ettari tra Gandria e dintorni fanno parte nell’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d’importanza nazionale. A plasmare quest’angolo di territorio sono poi di certo anche la tranquillità e il silenzio, che accompagnano alla scoperta delle sorprendenti piante del sentiero di Gandria.