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Parlare di dipendenze con un «amico perfetto»
Radix e Lega Polmonare hanno creato un progetto basato sulla Peer Education per informare i ragazzi sui pericoli della dipendenza da sostanze come nicotina, alcol e canapa
Guido Grilli
Giovani in cattedra e docenti fuori dall’aula. In classe, a «impartire le lezioni», si possono trovare gli adolescenti al Liceo di Bellinzona, alla Scuola Cantonale di Commercio, allo CSIA e al Centro professionale tecnico di Trevano. La materia? Prevenzione delle dipendenze, in particolare da sostanze come nicotina, alcol e canapa. È questo, in estrema sintesi, il risultato del progetto Peerfect Friend che vede unite Radix Svizzera italiana e Lega Polmonare ticinese per sensibilizzare studenti e studentesse sui rischi del consumo di sostanze nocive per la salute in un’iniziativa di educazione tra pari (da cui il termine inglese peer che accostato alle altre parti del sintagma significano «L’amico perfetto»).
Ma la strategia funziona? Perché mai un modello simile dovrebbe conoscere un maggiore successo rispetto alle tradizionali campagne di prevenzione? Martina Romeo e Jocelyne Gianini, operatrici delle due rispettive associazioni impegnate nella promozione della salute e del benessere, rispondono con un sì convinto e documentato: «È comprovato scientificamente da diversi studi che l’educazione fra pari rappresenta il metodo più efficace per parlare di prevenzione e sensibilizzare i giovani. Soprattutto nel nostro ambito delle dipendenze e attraverso questo nostro progetto, che richiede una partecipazione attiva da parte dei suoi destinatari».
Come nasce Peerfect Friend?
Abbiamo unito due progetti che erano partiti con qualche anno di differenza l’uno rispetto all’altro. La Lega Polmonare era attiva alla Commercio di Bellinzona, mentre Radix in altre scuole, tra cui al vicino liceo della capitale. Da qui è sorta l’idea di un sodalizio a far stato dalla formazione dei giovani, anche se sulla Peer Education si lavora già da oltre dieci anni. Da settembre o inizio ottobre – in altre sedi a partire invece dal secondo semestre – iniziamo la formazione dei giovani. Il «reclutamento» degli interessati nelle sedi scolastiche avviene su base volontaria e dopo un’esposizione del progetto in aula magna rivolta alle classi seconde, dove illustriamo il concetto di Educazione fra pari. Mostriamo un video sulle esperienze realizzate negli scorsi anni e invitiamo i peer che l’anno precedente hanno sperimentato il progetto a raccontare ai coetanei il loro percorso.
E la formazione quanto impegna i giovani che decidono di aderire a Peerfect Friend?
Sono previsti otto incontri di due ore l’uno tenuti da Lega Polmonare e Radix (per ognuno di essi i partecipanti ottengono dalla scuola un’ora di sgravio dal programma). Durante questi momenti di formazione forniamo ai candidati sia degli strumenti pratici in vista dell’ingresso in classe sia metodi di gruppo, quali il brainstorming per far emergere idee e punti di vista rispetto ai temi affrontati; mostriamo l’uso dei Post-it; svolgiamo lavori sul linguaggio; consegniamo schede da compilare necessarie per discutere e per esprimere il proprio pensiero sulle dipendenze. Si tratta insomma di una formazione interattiva. Facciamo sperimentare ai neo peer questi diversi strumenti formativi, in modo tale che a loro volta potranno riutilizzarli in aula per attivare una discussione e sensibilizzare le prime classi sulle tematiche delle dipendenze. Impartiamo naturalmente anche nozioni teoriche, in particolare sulla nicotina, l’alcool e la canapa, che sono le sostanze più consumate tra i giovani. Forniamo dati, che poniamo soprattutto in relazione alle loro percezioni personali, che, data la loro età, si manifestano nella maggior parte dei casi distorte rispetto alla realtà. Così facendo lavoriamo sul loro senso critico, cercando di rafforzarlo. La formazione si conclude con esercizi di simulazione prima di entrare in classe. Ci aspettiamo dai peer che acquisiscano gli strumenti necessari per poter colloquiare con i loro coetanei fornendo delle risposte.
Quali sono i temi più importanti che i candidati alla formazione devono conoscere per affrontare il problema delle dipendenze?
Il condizionamento del mondo esterno: da un canto da parte della società e dall’altro del gruppo di appartenenza dei pari. Quanto siamo condizionati e quanto questo influisce sui consumi di sostanze nocive? Un altro aspetto significativo riguarda la definizione di dipendenza, di come può sorgere e svilupparsi, e l’acquisizione di consapevolezza sui rischi e le conseguenze. Offriamo ai giovani precisi strumenti e riferimenti, quali ad esempio sapere a chi rivolgersi per chiedere aiuto di fronte a una situazione di dipendenza. Radix e la Lega polmonare sono alcune delle reti alle quali è possibile indirizzarsi, ma c’è anche la scuola, attraverso i docenti mediatori con cui fra l’altro collaboriamo nell’allestimento del progetto Peerfect Friend, nonché altri servizi attivi sul territorio.
I peer affrontano da soli l’intervento di prevenzione nelle classi?
No, l’intervento, della durata di un’ora, si svolge sempre in coppia o talora a tre. Per noi l’importante è che gli adulti, i professori, rimangano fuori dall’aula. Questo permette ai peer di sviluppare e rafforzare le loro competenze: attivano infatti una serie di risorse personali e sociali che fa parte della loro crescita. Parliamo di competenze trasversali che possono poi essere utilizzate nella vita quotidiana e in altre circostanze e contesti. La scuola conferisce ai ragazzi questa opportunità, si tratta anche di un atto di fiducia e questo è un aspetto importante. Si tratta di un momento, un’occasione per poter crescere, sia a vantaggio dei «peer» sia dei loro compagni. Noi operatrici e operatori di Radix e Lega polmonare rimaniamo comunque presenti in sede in caso di necessità, unitamente ai docenti. Ma in tanti anni non è mai stato necessario un nostro intervento e le esperienze sono sempre molto positive. Ogni anno sono complessivamente in media una trentina in tutte le sedi scolastiche gli allievi di seconda che decidono di aderire al progetto Peerfect Friend che li vede sperimentare almeno un paio di volte l’intervento di prevenzione nelle diverse classi. A oggi il numero di peer ha raggiunto il mezzo migliaio. Alla fine della formazione ottengono un certificato. Molti vengono motivati da coloro che li hanno preceduti nell’esperienza l’anno prima.
Ma è sufficiente un’ora didattica in classe per esaurire la tematica della prevenzione delle dipendenze da alcol e droghe?
No. Occorre sottolineare che sia come Radix sia come Lega Polmonare cerchiamo di costruire un percorso con le scuole, che sono inoltre per la maggior parte collegate alla «Rete delle scuole21» ticinese, rete svizzera che vede tra i suoi scopi la promozione della salute. Oltre all’educazione tra pari, noi stesse con le due associazioni entriamo nelle classi a parlare con i giovani e a informarli e sensibilizzarli sulle dipendenze. Cerchiamo di creare una continuità. Con le sedi scolastiche realizziamo diversi momenti, fra cui eventi rivolti anche ai docenti e ai genitori. Sempre nell’ambito dell’educazione fra pari, un progetto per certi aspetti analogo a Peerfect Friend lo svolgiamo alle Medie di Giubiasco, dove i ragazzi vengono formati per entrare due volte nella stessa classe nell’arco dell’anno scolastico e al CPT di Mendrisio, dove la formazione si svolge interamente all’interno delle ore di scuola.