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Quel sogno di una biblioteca universale
Guida dilettevole per il passeggiatore digitale – 3: insieme all’informatico Davide Semenzin scopriamo Internet Archive, l’organizzazione no profit fondata da Brewster Kahle nel 1996, che riesce a digitalizzare circa un milione di volumi all’anno
Mattia Pelli
«La Biblioteca perdurerà: illuminata, solitaria, infinita, perfettamente immobile, armata di volumi preziosi, inutile, incorruttibile, segreta». Nel suo racconto La biblioteca di Babele, Jorge Luis Borges descriveva un mondo fatto di scaffali interminabili: era il 1941 e Internet era ancora di là da venire, così come la possibilità di un archivio digitale che potesse contenere tutti i libri del mondo.
Se oggi Internet Archive (archive.org), un’organizzazione non profit fondata da Brewster Kahle nel 1996 a San Francisco (USA), riesce a digitalizzare circa un milione di volumi all’anno, è anche grazie alla passione di un giovane informatico innamorato di Borges, di libri e di razzi spaziali.
Il libro più impegnativo da scansionare? «Un volume intitolato Spaghetti Book, le cui copertine anteriore e posteriore sono due pochette che contengono una salsa per condire la pasta» (archive.org/details/spaghettibook0000dotb). Parlare con Davide Semenzin, informatico veneto dalla formazione classica, è come tuffarsi in un mondo di carta infinitamente vario. «Una delle cose belle del libro è che è un concetto, un artefatto che appare con forme e colori di tutti i tipi. È una rappresentazione della creatività umana. Nel momento in cui tu cerchi di ridurlo a una certa forma o dimensione, immediatamente ne trovi uno che contraddice questa definizione».
E a lui, arrivato a San Francisco dopo un percorso di studi specialistici prima in Italia e poi in Olanda, di libri ne sono passati tra le mani migliaia, di ogni genere e fattura. Per sei anni, infatti, si è occupato del rilancio del progetto di biblioteca universale di Internet Archive, mettendo a punto i programmi informatici e le macchine che hanno permesso di dare corpo al sogno di Brewster Kahle: l’accesso universale alla conoscenza umana. Oggi i volumi scansionati sono già 44 milioni.
«Mi sono accorto che quello che stavo facendo era importante quando abbiamo cominciato a digitalizzare una collezione di volumi di cremazione thailandesi conservati all’Università di Thammasat. Si tratta di piccoli libri che vengono scritti in occasione del funerale di una persona e contengono poesie e dediche. Tra questi abbiamo trovato il libro dedicato a un parente del mio migliore amico, che è thailandese».
Ora questa collezione così particolare è disponibile online su Internet Archive (archive.org/details/thaicremationcopy) e la sua importanza risiede nel fatto che in quei piccoli libri si trova spesso l’unica traccia biografica lasciata dalle persone. «Un’altra collezione interessantissima che ho collaborato a digitalizzare – racconta l’informatico – è stata quella dei manoscritti su foglie di palma, un medium molto comune nel Sud Est asiatico. Il problema per noi è stato quello di adattare un sistema fatto per digitalizzare libri a questo genere di artefatto, molto più delicato». Così, una meravigliosa collezione di antichi scritti religiosi, medici e sapienziali tramandati per secoli sull’isola di Bali, ora è consultabile liberamente su Internet Archive (archive.org/details/palmleafmanuscripts), secondo il principio «accessibility drives preservation», cioè l’accessibilità spinge alla conservazione. «Se un libro non è accessibile, perché magari ce n’è una copia soltanto in uno scantinato in Giappone, è come se non esistesse. E se non esiste non puoi preservarlo», spiega Davide Semenzin. Il quale dopo l’esperienza con Internet Archive, non ha smesso di inseguire le sue altre passioni: il volo e l’esplorazione spaziale. Oggi lavora come ingegnere informatico presso l’azienda californiana ABL Space Systems, che produce razzi orbitali.
«Da avido aviatore quale sono, sono stato affascinato dal classico Staccando l’ombra da terra di Daniele Del Giudice. Ho cercato di comprare questo libro in ogni modo, ma ne ho trovata solo una copia su Archive» (archive.org/details/staccandolombrad00delg).
Il libro di Del Giudice, come tanti altri, può essere preso a prestito gratuitamente: basta iscriversi con email e password sul sito di Internet Archive, dove gli aspiranti aviatori possono trovare anche il volume del 1944 dal titolo Stick and rudder: an explanation of the art of flying (archive.org/details/stickrudderexp00lang). È questo, secondo Semenzin, «il libro più illuminante che io abbia mai letto per quanto riguarda l’arte di pilotare un aeroplano».
La lista dei «preferiti» che la nostra guida ha salvato sul suo navigatore e che condivide con noi non contiene però solo libri. Internet Archive conserva infatti anche musica, pagine web, video, immagini e software. Tra questi ce n’è uno che i possessori di Commodore64 forse ricorderanno: Oregon Trail, gioco creato per insegnare agli studenti USA la realtà della vita dei pionieri che migravano per colonizzare il West. Oggi Internet Archive non solo conserva il gioco, ma permette addirittura di giocarci grazie a un emulatore che si attiva direttamente nella pagina del browser (https://archive.org/details/oregon-trail-the-1990_202208).
E poi c’è un’altra intuizione che rende Internet Archive un progetto archivistico unico: «Una pagina web – spiega Semenzin – se non la salvi dura in media 100 giorni e poi sparisce per sempre». È da questa constatazione che è nata la «Wayback Machine», una macchina del tempo che permette di risalire ai vecchi siti internet, alcuni dei quali ormai scomparsi: attualmente sono registrati 860 bilioni di pagine web. Potrete per esempio vedere come era fatta la home page del sito istituzionale del Canton Ticino in un’istantanea del 29 giugno 1998 o leggere l’articolo di apertura sul sito di «Azione» del 30 settembre 2007. Basta inserire l’indirizzo web o una parola chiave nel motore di ricerca e il viaggio può iniziare.
Internet Archive è nato agli albori della Rete, quando si pensava che questa sarebbe stata uno strumento di comunicazione e condivisione che avrebbe fatto crescere la società umana. «Le persone che sono passate da Internet Archive sono quelle che ancora oggi credono a un sistema di comunicazione aperto. E continuo a crederci anch’io», conclude Davide Semenzin. Non infinita, non inutile, non segreta: la biblioteca di Internet Archive è lì per tutte e tutti, un monumento alla creatività umana. Libera e gratuita.