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Pressioni sociali e giovani in crisi

Uno studio commissionato da Promozione Salute Svizzera rileva importanti differenze di genere:le donne sono più colpite dai disturbi psichici rispetto agli uomini
/ 09/09/2024
Maria Grazia Buletti

Nel periodo che va dal 2020 al 2021 i disturbi psichici e comportamentali hanno subìto un aumento delle ospedalizzazioni senza precedenti delle giovani (ragazze e donne) tra i 10 e i 24 anni. È quanto emerge dai dati dell’Ufficio federale di statistica (Ust) che, nel biennio citato, attesta un aumento di ospedalizzazioni delle giovani donne del 4% nel 2020 e del 17% nel 2021, a fronte del 6% per i coetanei di sesso maschile. Un incremento preoccupante che merita di essere approfondito in quanto, a titolo di paragone, tra il 2012 e il 2019 l’aumento annuo medio si attestava al 3.4%.

Dal canto suo, l’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) già nel 2021 aveva riconosciuto il dilemma crescente dei problemi di salute mentale tra i giovani, dichiarando a suo tempo che a breve sarebbe stato pubblicato un rapporto dettagliato per delineare le misure atte a migliorare i servizi di assistenza alla salute mentale, «con particolare attenzione ai bambini e agli adolescenti».

Un ambito, quello della prevenzione della salute mentale, nel quale Promozione Salute Svizzera non è certo stata a guardare: quella «degli adolescenti e dei giovani adulti sta ricevendo sempre più attenzione nei dibattiti pubblici in tutto il mondo, non da ultimo a causa del suo profondo impatto sugli individui e la società nel suo complesso. Il genere svolge un ruolo centrale nel benessere mentale, in quanto le ripercussioni sono maggiori tra le giovani donne che tra i giovani uomini». Questa la considerazione della fondazione il cui incarico conferito dalla Confederazione è di avviare, coordinare e valutare misure atte alla promozione della salute e alla prevenzione delle malattie, per rafforzare il benessere dell’intera popolazione svizzera. Missione che il sodalizio espleta sostenendo gli sforzi degli attori che operano in questo campo, affinché un numero possibilmente alto di persone e organizzazioni riescano ad adottare un comportamento idoneo, creando altresì un ambiente favorevole alla cura della salute.

A tale scopo, la fondazione ha commissionato uno studio esplorativo della letteratura sul tema della salute mentale all’Interdisziplinäres Zentrum für Geschlechterforschung (ndr: Centro interdisciplinare per gli studi di genere) dell’Università di Berna. Proprio sulla base dei risultati di questa ricerca, Promozione Salute Svizzera ha potuto dedurre i principali fattori di influenza e ideare le misure di promozione della salute che si concentreranno ora proprio sulla salute mentale delle giovani donne.

Dall’analisi della situazione nel mondo, e in Svizzera, è emerso che: «Gli adolescenti e i giovani adulti sono esposti a un ambiente sociale, culturale ed economico sempre più complesso, che li pone di fronte a sfide crescenti». D’altronde, anche l’UNICEF (da: Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, 2013) parla da tempo di «un’era globale di crisi multiple (ndr: ad esempio crisi climatiche ed energetiche, guerre) che hanno un impatto sul benessere e sulla salute mentale di bambini, adolescenti e giovani adulti». Un contesto difficile di lungo termine che si è manifestato dunque già prima della pandemia di Covid-19 e che sta continuando, la cui tendenza, dati alla mano, si certifica in modo preponderante, come detto, nelle giovani donne di età comprese tra i 10/15 e 24 anni.

Il dato di genere ha portato Promozione Salute Svizzera a ulteriori analisi: «Le norme e le disuguaglianze di genere sono fattori importanti per la salute e il benessere che devono essere integrati nelle misure di promozione della salute, il cui approccio è volto a integrare e trasformare la prospettiva di genere in modo più efficace; serve in pratica una linea che sappia integrare e mettere in discussione le relazioni di genere, mirando a ridurre le cause delle disuguaglianze e a decostruire i ruoli tossici di genere».

Le interviste con gli esperti (parti integranti dello studio) hanno evidenziato che la salute mentale delle giovani donne in Svizzera è influenzata principalmente da tre fattori: la pressione e lo stress delle prestazioni, l’influenza dei social media, nonché i ruoli di genere. Inoltre, viene citato lo studio di Campbell et al. (2021) che rivela come, quando si tratta di salute mentale, le differenze di genere sono più pronunciate nei Paesi con un alto grado di uguaglianza di genere.

I risultati ottenuti dalla ricerca riflettono dunque anche la complessità, fino a poco tempo fa sconosciuta, delle differenze di genere nella salute mentale. Ciononostante, pur riconoscendo la necessità di misure specifiche per genere (come la creazione di spazi sicuri), gli esperti non hanno espresso opinioni nette sul fatto che i progetti di promozione della salute attuati debbano essere distinti essenzialmente per genere: «I progetti dovrebbero concentrarsi su temi specifici (ad esempio l’auto efficacia), ma il genere dovrebbe essere integrato come tema trasversale».

Dall’analisi accurata di quanto emerso dallo studio commissionato da Promozione Salute Svizzera all’Interdisziplinäres Zentrum für Geschlechterforschung dell’Università di Berna, questo è quanto si può riassumere: «La salute mentale degli adolescenti e dei giovani sta diventando sempre più importante in tutto il mondo, data l’influenza centrale che ha sugli individui e sulla società in generale». Situazione che ha portato a dedurre utili misure di intervento, appoggiandosi su quattro distinti livelli di intervento: «Politica, networking, informazione pubblica e sensibilizzazione che possono essere definiti per i programmi di azione cantonali e possono essere adattati per la promozione della salute mentale degli adolescenti e delle adolescenti in generale, indipendentemente dal sesso».

Emerge, infine, anche l’invito alle autorità cantonali a contribuire all’attuazione delle misure proposte: «Sapendo che queste devono essere sostenute da altri attori cantonali e nazionali». A questo proposito, conclude la fondazione: «Non bisogna dimenticare che la collaborazione intersettoriale svolge un ruolo fondamentale».