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Infomazioni

Per informazioni e adesioni, basta scrivere all’indirizzo realtagiovanili@gmail.com, oppure seguire l’associazione su Instagram e iscriversi alla newsletter

 


I giovani vogliono più vita collettiva

Lo scorso maggio è nata l'Associazione Realtà Giovanili, molte le iniziative che promuove, tra queste c’è una petizioneche sottolinea la necessità di spazi dedicati ai ragazzi; ne parliamo con Laura Guscetti
/ 02/09/2024
Valentina Grignoli

Una scintilla, l’idea, che scaturisce da una sensibilità condivisa e poi, attraverso una ricerca sul terreno, la conferma: i giovani hanno bisogno di stare insieme, di avere luoghi di aggregazione dedicati a loro, sentirsi liberi di muoversi ovunque, per stare meglio. Hanno paura del futuro e temono le molestie. Chi si è mosso per raccogliere questi dati è altrettanto giovane, forse ha meno paura del proprio futuro ma di sicuro ha a cuore quello che accade alla sua generazione. Laura Guscetti, parte del comitato Gioventù socialista in Ticino, è al primo anno bachelor di storia e filosofia a Losanna e tra i promotori della neonata Associazione Realtà Giovanili.

Un’Associazione nata dalla necessità di venire incontro ai molti giovani (a oggi i membri sono più di 300), che hanno voglia di far sentire la propria voce, seguendo un approccio tra pari e in maniera efficace. «L’associazione si mobilita in vari ambiti essenziali e ha come obiettivo quello di rendere il Ticino più vivo e giovanile, affinché la vita collettiva possa migliorare. Attraverso l’attivismo organizzato e la politica istituzionale, intende ottenere dei risultati nel breve termine» si legge in un comunicato.

Ma cosa muove questi ragazzi, al punto di voler creare una nuova Associazione, e cosa ha di diverso rispetto a quanto, a livello associativo, già esiste sul nostro territorio?

Laura ci racconta che l’idea era quella di fare qualcosa a livello istituzionale e al contempo tra pari, la comunicazione è così molto più facile. Sono partiti da un sondaggio inviato attraverso i propri contatti in rubrica, che poi via via è arrivato fino a 800 ragazzi: «con tutte queste risposte abbiamo potuto constatare che le necessità sono ancora molte, che il disagio giovanile è presente in maniera forte, è legato alla salute mentale, al sessismo, alla necessità di spazi e di trasporti più accessibili». Aspetti che se posti l’uno accanto all’altro necessariamente si collegano per consequenzialità.

Gruppi di lavoro e aree tematiche

Il gruppo decide di iniziare la propria attività concentrandosi sulla questione spazi, e lo fa creando una rete attraverso un gruppo WhatsApp che funziona molto bene e che permette loro di intercettare le esigenze, attraverso un linguaggio diretto e che gli appartiene. Poi «abbiamo percepito la necessità di strutturarci, organizzarci per promuovere delle proposte concrete». Il 19 maggio fondano quindi l’associazione con un comitato di 10 giovani (con Laura, Yannick Demaria, Alexander Fiocchetta, André Gomez, Jonas Stuppia, Ettore Forte, Rosa Gallmann, Leila Falconi, Aida Demaria e Davide Barro). Ci sono gruppi di lavoro, una trentina di persone, suddivisi per aree tematiche legate alla cultura come «arte, cinema, scrittura, musica e sport. Promuoviamo in questo momento una petizione che sottolinea la necessità di spazi dedicati ai giovani, occupandoci così della parte istituzionale».

Come diversi suoi colleghi, Laura Guscetti è legata al mondo della politica, ma sottolinea che questo «è un movimento apartitico. Certo, l’idea di lanciare il sondaggio è nata in seno ai giovani verdi ma poi ci siamo accorti che si trattava di necessità che toccano tutti i giovani del nostro Cantone e che quindi l’attività andava estesa, sia a livello ideologico sia territoriale».

Da un sondaggio all’azione concreta

«Il passaparola ha portato lontanissimo il sondaggio. Anche la pagina Instagram ha contribuito a diffondere la community». Un sondaggio che ruota intorno a temi cari alla realtà dei ragazzi, come il costo dei trasporti pubblici, la salute mentale e le discriminazioni sessiste. Che dati avete raccolto? «L’87% denuncia la mancanza di luoghi di aggregazione, la stessa percentuale denuncia costi troppo elevati dei trasporti. Abbiamo posto poi domande come “Hai paura per il tuo futuro?”, e il 70% su una scala da 1 a 5 si situa tra il 4 e il 5. Per quanto riguarda le molestie, il 71% ha dichiarato di averne subite. Di questi, il 21% erano uomini».

L’obiettivo è tematizzare i singoli aspetti. «I giovani vogliono e possono organizzarsi e mobilitarsi per portare avanti proposte ma gran parte del lavoro deve essere fatta dalla politica che deve mettere in atto le nostre richieste. C’è un gruppo all’interno della nostra rete di giovani che fa parte delle istituzioni, che lavora nei comuni per esempio, o è attiva in politica o in qualche commissione. Anche attraverso di loro vorremmo facilitare il contatto con le istituzioni e rendere più concreta l’azione».

All’interno dell’Associazione si stanno organizzando a poco a poco i gruppi tematici, con il gruppo scrittura c’è stato un evento il 6 luglio all’Arte del caffè di Bellinzona. Ne sono seguiti altri dedicati alla poesia, e poi il gruppo cinema organizza regolarmente proiezioni allo Spazio Volta a Locarno, lo ha fatto anche durante il Film Festival.

La community Realtà giovanili è, insomma, molto vivace. «I nostri eventi sono aperti a tutti, basta iscriversi al gruppo. Per ufficializzare l’iscrizione è richiesta la compilazione di un formulario. All’assemblea siamo già più di 50 persone, e sempre più persone sono interessate al progetto. La tassa sociale è di 5 franchi». Dai 12 ai 30 anni, secondo la definizione dei giovani che dà il Cantone, c’è molta diversità, sia d’intenti che di direzioni: «Ci sono differenze, ma il confronto nasce da queste. In generale il pubblico è eterogeneo, come abbiamo potuto constatare nel sondaggio, anche se la maggior parte finora proviene da licei o scuole di commercio».

Un’associazione fatta di più voci

Ma con tutte le associazioni già presenti sul territorio, cosa apporta questa in più? «Il nostro obiettivo è raggruppare tutte queste associazioni – risponde Laura Guscetti – possiamo raccogliere idee e proposte dai ragazzi stessi e dai singoli gruppi come per esempio gli scout, l’atletica, la filarmonica, il calcio, e includerle nei nostri programmi, condividere conoscenze e abilità, renderle accessibili a tutti. Insomma, mettere in contatto, collegare tutte le associazioni e gruppi in Ticino per i giovani per portare avanti un cambiamento che vada a beneficio delle attività proposte loro».

Un progetto che sembra un unicum in Svizzera, anche perché il nostro territorio si caratterizza in maniera diversa rispetto ad altri cantoni. «La situazione qui è diversa, il Ticino è un territorio molto ampio con tanti piccoli agglomerati». Le città non sono così grandi come Zurigo e Losanna, centri dove si fa già molto per i giovani, in Ticino sembra mancare la forza. «Certo il tema del disagio è presente in tutta la Svizzera, ma da quanto abbiamo riscontrato non ci sono associazioni come la nostra che si riuniscono su larga scala».