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Un’estate da ricordare al Centro giovani di Cevio

Vallemaggia: dopo l’alluvione l’E20 è ora più che mai un punto di riferimento per i ragazzi della valle: li abbiamo incontrati
/ 26/08/2024
Stefania Hubmann

Tanta distruzione, ma pure alcuni punti fermi importanti per chi nel pieno della crescita dopo l’alluvione continua a vivere la quotidianità nella Vallemaggia. Punti fermi come il Centro Giovani E20 di Cevio, gestito dall’Ufficio regionale Ticino di Pro Juventute. La sede non è stata danneggiata e l’attività sta riprendendo con l’intento di garantire momenti ricreativi agli adolescenti, impegnati anche a fornire il proprio contributo nella ricostruzione di quanto è andato distrutto. Si stanno infatti organizzando per raccogliere fondi da destinare ad esempio alla ricostruzione della pista di ghiaccio di Prato Sornico. Toccanti e nel contempo determinate le testimonianze di due di loro, che hanno vissuto il dramma di fine giugno a distanza, essendo appena partiti per la colonia estiva organizzata da E20 in valle di Blenio. Li abbiamo incontrati assieme al responsabile del Centro giovanile Joshi Pina.

È quindi iniziata nel modo più brusco e inatteso quella che in genere per gli adolescenti è un’esperienza di vita comune spensierata. Ad Aquila il gruppo di dodici ragazze e ragazzi (provenienti non solo dalla Vallemaggia) si è visto confrontato con notizie che all’inizio non permettevano nemmeno di capire la portata del disastro naturale. L’équipe, composta da una decina di monitori volontari formati CEMEA (Centri d’esercitazione ai metodi dell’educazione attiva) e guidati da Joshi Pina, ha però permesso loro da un lato di confrontarsi regolarmente con le rispettive famiglie e dall’altro di beneficiare di una situazione privilegiata, quella di una comunità che affronta insieme la delicata situazione. «Grazie alle famiglie abbiamo ricevuto notizie più precise sulle reali conseguenze del nubifragio nelle diverse località – spiega Joshi Pina aggiungendo che “ci hanno contattato anche i frequentatori del Centro E20 rimasti in valle per assicurarci che lo stesso era intatto, a dimostrazione del loro attaccamento alla struttura”».

L’attività 2024, così come la colonia, ha avuto quale filo conduttore il circo, tema che sarà ripreso nella parte di campo estivo in programma negli ultimi tre giorni di questa settimana. In particolare ci si soffermerà sui sogni dei ragazzi (della valle e non) e sulle loro capacità di immaginarsi nel futuro. Precisa al riguardo il responsabile: «Queste giornate sono state organizzate in seguito all’alluvione e concepite per riunire i giovani – una ventina fra habitué e partecipanti saltuari – instaurando un contatto con la popolazione. Le due fiere circensi organizzate durante le colonia hanno riscontrato un buon successo, per cui contiamo di offrire allo stesso modo un nostro contributo diretto alla comunità per ritrovarsi e ricostruire insieme». L’Ufficio regionale Ticino di Pro Juventute, di cui è responsabile Ilario Lodi, dopo il nubifragio ha contattato tutti i Municipi della valle per manifestare la disponibilità del Centro E20 ad aiutare in forme diverse nelle attività di ripristino.

Per i giovani la distruzione della pista di ghiaccio e della passerella Pontina sono un brutto colpo. Lo confermano Liza e Manuel, rispettivamente di 13 e 14 anni, che si sono definiti prima di tutto «scossi» per quanto accaduto. Un turbamento seguito dalla consapevolezza delle conseguenze a lungo termine sulle loro abitudini nel tempo libero. Manuel, che vive a Maggia, così definisce la situazione attuale: «A noi ragazzi mancano le zone per fare il bagno nel fiume, la Pontina (passerella) e soprattutto la pista di ghiaccio dove giocavo a hockey da sei anni». Una pista frequentata, così come il Centro E20, anche da Liza, che abita a Locarno e pratica il pattinaggio con il club di Ascona. Di origine ucraina, la ragazza rappresenta un bell’esempio di integrazione nella vita della valle. Sul Centro giovanile il commento di entrambi è significativo: «Resta solo quello». Liza si sofferma sulle attività che vi si svolgono: «Canti, balli, passeggiate e giochi sono esempi di ciò che facciamo al Centro e nei dintorni. Ci permettono di divertirci, ma anche di conoscere meglio noi stessi. Per esempio ho capito di saper cucire bene». All’attitudine creativa di Liza si affianca la destrezza di Manuel: «Sono abile nel jonglage che ho scoperto grazie al tema del circo». Liza prosegue nel racconto, spiegando che le proposte (definite e create con i ragazzi) «sono di tipo creativo, organizzativo e riflessivo. Provando sulla nostra pelle diverse attività, capiamo cosa ci piace e ci riesce meglio».

Liza e Manuel ricordano inoltre «i momenti dedicati alle discussioni nei quali ognuno parla liberamente senza la paura di essere giudicato, come abbiamo fatto sulle “etichette” che ci vengono attribuite. Alla fine, quale gesto liberatorio, abbiamo buttato nel fuoco i foglietti sui quali le avevamo scritte». Riflettono quindi su ciò che sono in quanto individui e in quanto parte della società. L’importanza delle diverse tipologie di esperienze per un sano sviluppo dell’adolescente è dimostrato dall’intervista stessa ai due giovani, preparati, attenti, con il desiderio di partecipare e non da ultimo con chiare idee da esporre anche a nome dei loro compagni. Sono sempre loro a voler menzionare i Royal. Chi sono? «È così che chiamiamo i monitori», rispondono i due ragazzi. «Sono gentili, emotivi, ci aiutano quando c’è bisogno, ci ascoltano e sanno unire le persone».

Joshi Pina inquadra quanto raccontato dai due giovani nel ruolo dell’educazione attiva promossa da Pro Juventute, i cui metodi valorizzano, appunto, l’educazione attiva. Il Centro E20 – con sede in un edificio della Parrocchia e riattivato da Joshi Pina nel 2019 – è concepito come luogo d’incontro per favorire la socializzazione. Il responsabile assicura contatti regolari con le autorità comunali e la locale Scuola Media. Il Centro E20 si rivolge infatti ai ragazzi fra gli 11 e i 17 anni. L’alluvione di fine giugno ha dimostrato quanto la comunità allargata del Centro sia solidale, grazie anche a una chat su WhatsApp. I giovani che hanno superato il limite di età superiore restano sempre in contatto e alcuni di loro sono interessati a seguire la formazione per diventare monitori. Anche la tredicenne Liza già ambisce a questo ruolo. Per il momento tutti si concentrano però sull’evento di fine mese. Sul ruolo attuale e futuro del Centro Giovani E20 il responsabile conclude: «Non bisogna dimenticare che gli adolescenti residenti in una valle beneficiano di opportunità di svago in numero minore rispetto ai loro coetanei che vivono in un contesto urbano. La catastrofe di quest’estate purtroppo ha spazzato via anche la maggior parte di queste opportunità. Rientrando dalla colonia i ragazzi hanno trovato una valle profondamente cambiata dal punto di vista del territorio come pure di quanto offriva loro». Come confermano gli intervistati, è stato un bene per i giovani essere in colonia al momento del disastro.

Con le attività previste da giovedì a sabato prossimi il Centro Giovani E20 di Cevio chiuderà un’esperienza estiva straordinaria come lo è stata la forza della natura abbattutasi sulla Vallemaggia. Sfrutterà l’occasione per accendere lo spirito collettivo dei giovani dell’intera valle, portando la magia della colonia anche a coloro che non l’hanno vissuta e rilanciando nel contempo l’attività annuale. Quest’ultima garantisce sul lungo periodo i momenti di condivisione di cui hanno bisogno gli adolescenti per potersi sviluppare quali individui e membri di una comunità.