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La voce delle nuove generazioni
Il Consiglio cantonale dei giovani ha discusso ed elaborato la sua Risoluzione, i sedici punti sottoposti al Consiglio di Stato riguardano la salute, lo sport, la giustizia, la scuola, la mobilità, i trasporti e l’ambiente
Stefania Hubmann
La scuola, vissuta quotidianamente, ma anche la mobilità, la salute e spunti offerti dall’attualità come la nomina dei membri del Ministero Pubblico. Sono alcuni dei temi che gli iscritti al Consiglio cantonale dei giovani (CCG) hanno discusso e inserito nella Risoluzione votata dall’assemblea lo scorso maggio e poi inviata al Consiglio di Stato. La voce delle nuove generazioni su questioni legate a decisioni politiche si fa sentire ogni anno – questa è la ventiquattresima Risoluzione – con proposte concrete improntate alla qualità, alla sicurezza e all’inclusione. Sui sedici punti della Risoluzione, dopo la risposta dell’autorità cantonale, il CCG si confronterà direttamente con i rappresentanti del Consiglio di Stato in un incontro previsto a settembre.
Il CCG è il parlamento giovanile ticinese istituito dalla Legge giovani (1996) che sostiene e coordina progetti finalizzati alla partecipazione dei giovani alla vita sociale, culturale e politica del cantone. Avvicinare i suoi membri ai meccanismi democratici e all’attività politica attraverso lo scambio di idee fra pari e nel confronto con il potere esecutivo cantonale è l’obiettivo del CCG che raggruppa circa 120 iscritti (si può aderire sul sito www.ccg-ti.ch) di età compresa fra i 15 e i 19 anni. Composto dall’assemblea plenaria, dal comitato organizzativo e dal segretariato, il CCG svolge la sua attività principale in tre momenti dell’anno come spiega il presidente del comitato Adriano Conte, studente non ancora diciottenne che ha appena ottenuto la maturità al Liceo Leonardo Da Vinci di Lugano. «In origine erano previste tre giornate: la prima dedicata alle proposte, la seconda per elaborare la Risoluzione e la terza caratterizzata dall’incontro con il Consiglio di Stato. Durante il periodo del COVID-19 la prima giornata è stata sostituita da una modalità online che estende a un mese e mezzo la possibilità di presentare proposte scritte. Considerati la buona partecipazione e il vantaggio di disporre di più tempo per il dibattito sulle idee, il comitato ha deciso di mantenere la nuova modalità».
Numerosi e di rilievo gli argomenti che hanno indotto i giovani a esprimersi, proponendo soluzioni per le criticità individuate nella loro vita quotidiana e nella realtà cantonale. Nella Risoluzione 2024 figurano quindi questioni riguardanti la salute, lo sport, la giustizia, la scuola, la mobilità e i trasporti, come pure l’ambiente. Adriano Conte, presidente del comitato da un anno ma nel CCG già da quattro, evidenzia l’esistenza di fluttuazioni nelle priorità anche a dipendenza degli spunti offerti dall’attualità. Ad esempio, a seguito delle recenti vicissitudini legate alla nomina dei magistrati del Ministero pubblico, l’assemblea plenaria, che ha riunito un’ottantina di giovani, ha proposto di «modificare l’attuale sistema rendendo elettiva la carica di Procuratore Generale e lasciando a quest’ultimo il compito di formare il Pubblico Ministero». Precisa al riguardo il presidente: «Questa soluzione permette di affidare maggiore responsabilità agli elettori riducendo nel contempo il controllo politico dei partiti. Come già avviene in altri Stati, si rafforza il legame del potere giudiziario con la popolazione staccandolo dal Parlamento che rappresenta il potere legislativo».
Altre richieste di carattere generale riguardano l’introduzione del divieto di fumo negli spazi pubblici a tutela in particolare dei minori, «controlli più severi concernenti le competenze e le conoscenze necessarie per il mantenimento di un permesso di guida oltre i 65 anni», l’utilizzo di «dashcam» agli esami pratici di guida in modo da registrare l’esame per tutelarne la correttezza. Ai giovani premono quindi aspetti legati al benessere, alla sicurezza e alla trasparenza.
Fra le priorità figura ovviamente la scuola con l’accento posto sulla qualità dell’insegnamento. In questo caso l’esperienza personale degli studenti gioca un ruolo rilevante che li induce a chiedere «un maggior controllo della qualità formativa dei docenti con nomina». Viene pertanto proposto un sistema di valutazione dei professori e della loro capacità didattica che tenga in considerazione più punti di vista: i risultati degli studenti, l’osservazione delle lezioni da parte di colleghi o supervisori, la raccolta di feedback diversificati e la valutazione dell’impegno dei docenti nel migliorare le proprie competenze professionali. Aggiunge il nostro interlocutore: «In un punto separato della Risoluzione chiediamo pure di rendere le visite di verifica degli esperti di materia senza preavviso, così da poter valutare l’insegnamento proposto in condizioni “reali” corrispondenti all’attività ordinaria dell’insegnante. L’obiettivo è di spronare alcuni docenti che riproducono da anni il medesimo schema di insegnamento ad aggiornarsi. Ruolo, attività e responsabilità degli esperti di materia sono indicati nel Regolamento delle scuole superiori del quale chiediamo una più rigida e coerente implementazione». Per stimolare l’interesse degli studenti, offrendo un approccio diverso della materia, si auspica l’introduzione di tornei scolastici alle scuole medie che vertano sulle materie di studio.
I giovani ticinesi, uniti nel difendere i loro interessi collettivi, guardano anche a quanto avviene nel resto del Paese. Adriano Conte lo scorso aprile è stato eletto a Berna nel comitato direttivo della Federazione Svizzera dei Parlamenti dei Giovani. Di questa esperienza riferisce con entusiasmo, perché amplia le vedute e la rete di conoscenze. «Prima di far parte del comitato direttivo sono stato diversi anni delegato del CCG nella Federazione, trovando molto stimolante la possibilità di incontrare giovani provenienti da tutta la Svizzera. Ogni anno vengono organizzati due eventi maggiori ai quali partecipano quasi 200 ragazze e ragazzi che condividono l’interesse per la politica e il funzionamento delle istituzioni. Provengono però da culture e regioni diverse dove i parlamenti giovanili sono in parte strutturati in maniera differente. Vi è quindi la possibilità di trovare nuove ispirazioni per le attività che il CCG svolge in Ticino».
«Nella Svizzera francese – prosegue Adriano Conte – i dibattiti tra politici nelle scuole sono una tradizione. Riteniamo che rappresentino un valido momento di informazione e formazione e per questo motivo li abbiamo inseriti nella Risoluzione. Rispettando la rappresentatività partitica, i dibattiti favorirebbero l’implicazione dei giovani sui temi oggetto degli incontri e una comprensione altrettanto diretta del funzionamento della politica partitica, in sintonia con gli obiettivi del CCG».
Dalle richieste inoltrate al Consiglio di Stato emerge che i giovani puntano a sfruttare i vantaggi delle risorse tecnologiche, mantenendo però soluzioni tradizionali laddove è in gioco l’inclusione. Viene infatti proposta la creazione di «un’applicazione in cui siano inserite tutte le informazioni utili e necessarie ai cittadini e ai turisti». A livello di mobilità e trasporti, invece, da mantenere le carte giornaliere cartacee (abolizione prevista dal 2026) per «permettere a tutti gli utilizzatori dei mezzi pubblici di disporne equamente».
Le preoccupazioni dei giovani sono concrete, le loro riflessioni ad ampio raggio e le proposte motivate. Il comitato del CCG coordina le discussioni e la preparazione della Risoluzione, valutando l’idoneità delle richieste dal punto di vista giuridico e dei contenuti. Ne può così scaturire un interessante confronto con l’autorità cantonale chiamata a prendere in considerazione le esigenze delle nuove generazioni dalle quali possono scaturire soluzioni innovative.