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I tanti insostituibili benefici delle vacanze

Il caffè delle mamme: riposarsi e disconnettersi completamente almeno per qualche giorno ci permette di dareil meglio di noi stessi una volta ritornati alla quotidianità
/ 15/07/2024
Simona Ravizza

Diamoci tregua che la vita non è una corsa: impariamo a farlo bene durante le vacanze per poi essere in grado anche durante l’anno di prenderci le pause giuste che sono la chiave, l’unica, per ritrovare energia e sono anche la strada per sperare di vivere bene e a lungo! Per prima cosa mi rivolgo a noi del Caffè delle mamme, dal momento che mi è più semplice perché vi racconto quel che viviamo in prima persona: qui discutiamo da tempo sulla nostra fatica mentale quando ci ricordiamo all’improvviso durante una riunione di lavoro che forse nostro figlio di 6 anni deve fare la vaccinazione contro il morbillo (sfido qualsiasi papà a farsi venire un dubbio simile nel mezzo di un meeting!); la necessità di prenderci la libertà di dire «non ce la faccio più» in un mondo in cui troppo spesso abbiamo interpretato la parità come il fare tutto uguale agli uomini e al ritmo dei loro orari (in alternativa abbiamo deciso di stare un passo indietro); l’importanza di avere parità di diritti nella diversità dei ruoli che ognuna sente per sé; il gigantesco errore del multitasking che richiede al nostro cervello di spostare continuamente l’attenzione da un’attività all’altra esaurendo le energie cerebrali molto velocemente a danno della lucidità. Ma poi il pensiero corre anche ai nuovi papà che, come già raccontato su queste pagine con il ritratto del Millennial Dad, interpretano il loro ruolo con più partecipazione e s’infastidiscono solo a sottintendere che l’educazione dei figli sia di pertinenza esclusiva delle mamme!

Tutti – compreso chi non ha figli – dobbiamo metterci in testa che «le vacanze sono una sorta di terapia psicologica anche per il cambio di orizzonti che ne deriva». La frase è di Eliana Liotta, giornalista, scrittrice di bestseller e divulgatrice scientifica, ora in libreria con La vita non è una corsa (2024, La nave di Teseo editore). La invitiamo di nuovo al Caffè delle mamme, dopo che lo scorso autunno ci aveva mostrato – studi scientifici alla mano – gli effetti controproducenti di stare dietro contemporaneamente a faccende domestiche, lavoro, marito e figli (una grande fregatura!). E lo facciamo con i due obiettivi: fare un inno ai benefici delle vacanze per farcele vivere nel modo più pieno possibile (chi per qualsiasi motivo non le potrà fare ci perdoni!) e aiutarci a ritornare poi alla vita di tutti i giorni in modo più consapevole.

«Nessun impegno dovrebbe intaccare le ferie», sottolinea Liotta. «Complete, totalizzanti, senza intromissioni dell’ufficio, della fabbrica, della scuola almeno per qualche giorno. Gli studi sui vantaggi fisici, non solo psicologici, di una vacanza sono perfino monotoni per quanto si somigliano: migliora l’umore, si riduce lo stress, diminuisce la pressione arteriosa, si potenziano le difese». Guardate i benefici dell’andare alla scoperta di posti mai visitati: «Si dice che il matematico Henri Poincaré e il fisico Freeman Dyson abbiano risolto i problemi scientifici più difficili della loro carriera mentre erano in viaggio. Di Paul Gauguin sono amatissimi i dipinti polinesiani. Dalle incursioni di Igor Stravinskij tra Napoli e Venezia sono nati capolavori come Pulcinella e La carriera di un libertino». Ciò non vuol dire – sia ben inteso – che dalle vacanze dobbiamo tornare con la marcia in più che ci consegnerà alla Storia, ma semplicemente che le ferie sono fondamentali per permetterci di dare il meglio di noi stessi una volta ritornati alla quotidianità: «Con il riposo, con la visione della bellezza, con la vacanza dal sé che si dimena negli impegni di lavoro, possono fiorire i due tipi di pensiero creativo: quello convergente, cioè trovare soluzioni di pronto uso, e quello divergente, ovvero inventare qualcosa di originale». Parchi, mare, lago, campagne, cime dei monti, ma anche disconnessione: «Uno studio ha descritto come quattro giorni di totale immersione nel verde e di completa assenza di tecnologia abbiano incrementato fino al 50% la capacità di problem solving» – scandisce Liotta. «Prendersi vacanze dai telefoni, dai computer e dalle chat è un’occasione non solo per fare altro, ma proprio per non fare niente. Oziare sembra essere utilissimo per ottimizzare le capacità di apprendimento e le prestazioni, perché coinvolge i circuiti cerebrali definiti di default, ossia le aree deputate al mondo interiore: la memoria, le emozioni, il senso di sé».

L’ambizione per settembre dovrebbe essere di ripartire con un altro schema mentale: «Essere i sarti del nostro tempo – azzarda Liotta – anziché i manichini che indossano il tempo voluto da altri». Ecco un’infilata di buoni motivi per i quali al Caffè delle mamme lo troviamo un proposito ambizioso, quanto meraviglioso. Spiega Liotta: «1) Lo spazio per sé non è sfogarsi, una decompressione, un piacere effimero, è un guadagno di salute fisica e mentale; 2) Ogni volta che ascoltiamo un brano musicale che ci colpisce, che leggiamo un libro che ci interessa, che ammiriamo un quadro in un museo o vediamo un bel film, creiamo un’impronta nuova, sviluppiamo rametti neuronali e sinapsi. Questa è la grande libertà della vita: modellarsi giorno dopo giorno. In un certo senso, potremmo non smettere mai di diventare una versione migliore di noi; 3) Le nostre teste imbottite del guazzabuglio di fatti della giornata sono come una casella di posta piena, ma se ci prendiamo tempo per un concerto o per una mostra ci sentiremo meno gravati dagli eventi. Avviene qualcosa di simile quando decidiamo, dinanzi a un problema, di dormirci sopra e la mattina i passaggi cruciali sembreranno più chiari. I nostri pensieri ansiosi possono volare via insieme alla coppia della Passeggiata di Chagall». L’autrice de La Vita non è una corsa non vorrebbe mai un impegno che le proibisse ogni mattina di bere il tè insieme ai figli: «Stiamo seduti per una decina di minuti, con le nostre tazze e le nostre ciotole, senza grandi discorsi. D’inverno a Milano il sole stenta a comparire e alle 6.30 il cielo è carico di blu. Dalla finestra della cucina vediamo un grattacielo, i tetti a spiovente e un albero alto, più della casa che lo affianca. Questa è la mia lentezza inalienabile e ognuno ha la sua pausa, e più d’una. Uscire dall’ufficio a un orario che consenta la cena con gli amici. Il weekend libero per la gita fuori porta, il tardo pomeriggio per cantare in coro, passeggiare, ballare».

Ritorniamo dalle vacanze, allora, davvero con il tempo lento che ci permette di perderci in un abbraccio (salvifico!), goderci gli amici («Se esiste un tempo che dobbiamo trovare, è il tempo da passare con le altre persone. Pause insieme ai genitori, ai figli, agli affetti della vita. Occuparsi dei propri rapporti sociali è una forma di cura di sé») e di chiederci: quali sono i miei momenti non negoziabili? A quali parentesi devo il mio senso di benessere, la felicità delle piccole cose? Impariamo poi anche la buona educazione, seguendo un’abitudine che si sta diffondendo nel mondo anglosassone dove in calce alle email scrivono: «Potresti ricevere e-mail da me al di fuori del normale orario di lavoro, frutto del mio personale equilibrio tra vita privata e professionale. Non mi aspetterei mai che tu rispondessi mentre non stai lavorando». Liotta gira poi al Caffè delle mamme un consiglio semplice quanto prezioso: «Dopo 20 minuti al computer affacciarsi alla finestra, e guardare oltre i 20 metri di distanza per almeno 20 secondi». Fa bene agli occhi, ma anche al cuore. Buone vacanze!