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Ozempic-mania, benefici e rischi

Al di là delle polemiche sono molte le informazioni di cui tenere conto quando si ha a che fare con il rivoluzionario e gettonato farmaco dimagrante
/ 10/06/2024
Barbara Gallino

Salvavita o pericoloso specchietto per le allodole? Dipende da chi lo assume e in quali modalità. Si tratta del farmaco dimagrante a base di semaglutide in voga fra le celebrità, Ozempic/Wegovy: consente di perdere nell’arco di poche settimane fra il 15 ed il 20% del peso corporeo. Non solo. Secondo uno studio presentato questo mese al Congresso Europeo sull’Obesità a Venezia, il medicinale – concepito in origine per la cura del diabete di tipo 2 (v. articolo «Azione» a firma di Maria Grazia Buletti del 19.6.2023) – può anche ridurre di circa il 20% la mortalità per ictus, infarto e altre patologie cardio-vascolari. E a prescindere dai chilogrammi smaltiti.

Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica. Lo ha spiegato a un briefing per la stampa a Londra, il chirurgo plastico Riccardo Frati, che svolge la propria attività fra la capitale britannica e Dubai, puntualizzando come il preparato debba essere assunto sotto stretto controllo medico e non acquistato con leggerezza sottobanco o sul web solo per acquisire rapidamente una silhouette più snella.

Il semaglutide rappresenta forse la svolta medica più rivoluzionaria dall’avvento delle statine negli anni Novanta. Ne è convinto il professore John Deanfield di University College London, autore della ricerca esposta alla conferenza veneziana. Secondo Deanfield, il principio attivo di Ozempic e Wegovy – prodotti entrambi dal colosso farmacologico danese Novo Nordisk per contrastare rispettivamente il diabete e il peso in eccesso – esercita un’azione antinfiammatoria generale che «colpisce la biologia sottostante di malattie croniche» e ha dunque una potenzialità enorme.

Anche Frati non lo nega, tanto più nell’attuale contesto globale, contraddistinto da livelli di obesità allarmanti: in base agli ultimi dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono 2,5 miliardi le persone sopra ai 18 anni risultate sovrappeso nel 2022, delle quali 890 milioni affette da obesità, ovvero il doppio rispetto al 1990.

Fronteggiare l’obesità – foriera di patologie come disturbi cardio-vascolari, diabete e insufficienza renale – consente di ridurre la mortalità e dunque i costi delle prestazioni sanitarie e del welfare. «Oltre alla chirurgia bariatrica, farmaci a base di semaglutide come Ozempic/Wegovy possono essere risolutivi o quantomeno molto utili», ha spiegato il chirurgo plastico italiano, sottolineando come i social media abbiano avuto un grande impatto nella pubblicizzazione di questi medicinali. Alcune celebrità e influencer hanno cominciato a usarli e a condividerne gli effetti, mostrando ai follower le foto del prima e del dopo, con trasformazioni importanti e veloce perdita di peso.

La sostanza, somministrata attraverso un’iniezione settimanale, tuttavia, non può essere prescritta a chiunque, ma solo a determinate categorie di pazienti, valutandone la storia clinica ed effettuando gli opportuni esami del sangue. Bisogna dunque analizzare i pro e i contro e mettere a punto una terapia sotto controllo medico. Chi si procura il farmaco da sé senza rivolgersi a uno specialista può andare incontro a conseguenze devastanti: da violenti attacchi di vomito all’insufficienza renale, fino ad arrivare alla pancreatite o addirittura al cancro alla tiroide. Come funziona l’Ozempic/Wegovy? Il principio attivo, semaglutide, fa parte della famiglia degli agonisti GLP-1, che mimano l’azione di un ormone naturale, il «glucagon-like peptide-1». Imitando il comportamento dell’ormone, consente di rallentare lo svuotamento gastrico dopo l’assunzione di cibo e ridurre l’appetito mediante l’invio di segnali di sazietà al cervello. Poiché lo stomaco non si svuota, permane la sensazione di pienezza e si mangia molto meno. Non stupisce, pertanto, che nausea e attacchi di vomito a volte incontrollabili possano essere effetti collaterali frequenti. «Tecnicamente, si verifica una gastro-paresi, con conseguente aumento dell’acidità e del reflusso gastrico», ha precisato Frati.

Se il paziente ha già ulcere allo stomaco o disturbi alimentari come la bulimia, la somministrazione del farmaco pertanto non è consigliabile. Occorre esaminare i valori del sangue e tenere conto dell’età e della storia clinica dell’individuo – oltre a peso e statura dello stesso – e tarare la dose di conseguenza. «Magari si comincia con un dosaggio basso, aumentandolo gradualmente ove necessario, mettendo a punto un piano di inizio, mantenimento e uscita», ha sottolineato il chirurgo, puntualizzando l’importanza di accompagnare alla terapia uno stile di vita sano, riducendo il consumo di alcolici, facendo esercizio fisico e adottando un’alimentazione salubre. «Non ha senso fare la terapia, se poi si ricomincia a mangiare male o ad avere uno stile di vita malsano», ha precisato.

Un altro potenziale effetto dell’uso di semaglutide è la cosiddetta «faccia da Ozempic», ossia il volto scavato e visibilmente invecchiato per effetto del rapido dimagrimento dovuto al medicinale. «Ogni perdita di peso in tempi molto brevi causa un eccesso di pelle e perdita di elasticità e compattezza dell’epidermide, soprattutto per quanto riguarda il viso», ha raccontato Frati, raccontando di ricevere molti pazienti solo per questo problema, che interessa in particolare l’area delle guance e del collo e richiede un trattamento su misura.

«La radiofrequenza per ricompattare la pelle, stimolando la produzione di nuovo collagene, il botulino per correggere le rughe e i filler per rimpiazzare la perdita di grasso, sostituendone il volume, sono i rimedi migliori contro la cosiddetta faccia da Ozempic e svolgono insieme un’azione sinergica», ha spiegato lo specialista.

Anche l’esposizione ai raggi solari è un fattore aggiuntivo di cedimento della pelle e dunque chi ha preso molto sole e assume il farmaco, sarà soggetto a un deterioramento della cute ancora più grave. In questi casi può essere necessario ricorrere a misure più drastiche come lifting al viso e al collo. Idem, a seguito del crollo di peso post bypass gastrico.

Persino gli interventi chirurgici in anestesia totale possono essere spinosi per chi fa uso di semaglutide, in quanto vanno effettuati a stomaco vuoto altrimenti al risveglio, il paziente rischia di vomitare con il pericolo che l’acido vada a finire nei polmoni. «Quindi se di norma basta digiunare nelle sei ore antecedenti all’intervento, a chi prende l’Ozempic chiediamo pure di interrompere l’assunzione del farmaco almeno due settimane prima di sottoporsi all’operazione», ha concluso Frati, invitando alla cautela nell’uso spregiudicato di medicinali agonisti GLP-1 che comprendono anche Saxenda e Mounjaro, rispettivamente a base di liraglutide e tirzepatide.