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Contatti Team Ticino Accessibile: team.ticino.accessibile@gmail.com


L’accessibilità rappresenta una forma di libertà

Il Team Ticino Accessibile ha collaborato con Migros Ticino nella ristrutturazione del supermercato di Molino Nuovo; il risultato è un punto vendita capace di andare incontro ai bisogni di tutto il quartiere
/ 03/06/2024
Simona Sala

Vestirsi, montare in carrozzella, prendere l’ascensore, «scivolare» nella propria vettura, azionare il braccio meccanico della sedia a rotelle, attendere che la carichi, partire alla volta del supermercato, cercare un parcheggio per disabili, azionare nuovamente il braccio meccanico, posizionare la carrozzella di fianco alla portiera, «scivolarvi», chiudere la portiera, entrare nel supermercato. A rigore di logica, dopo una serie di azioni tanto complesse unicamente per giungere alla destinazione supermercato, il resto dovrebbe essere una passeggiata. Eppure, spesso, proprio in un luogo della quotidianità come può esserlo un negozio, inizia tutta una serie di problemi e si presentano ostacoli invisibili per i normodotati, insormontabili per chi è diversamente abile.

Marvin Aldi, gerente della filiale Migros di Molino Nuovo e Brando Rickenbach, responsabile Total Store per Migros Ticino, insieme a collaboratrici e collaboratori, in un progetto che rappresenta una sorta di «prima» nel Cantone, hanno deciso di coinvolgere il Team Ticino Accessibile (dopo essere stati da questo contattati) nel lavoro di ristrutturazione del supermercato, al fine di renderlo meglio fruibile per chiunque debba convivere con una forma di disabilità, trasformandolo così in un servizio interessante per l’intero quartiere e inclusivo. «Il nostro focus è da sempre il benessere del cliente», spiega Rickenbach, «e ciò che può fare stare bene una persona con disabilità, non può che fare bene a tutti. Marvin si è subito messo a disposizione investendo anche tempo extra». «Mi sembra doveroso, perché tra le e i nostri clienti vi sono numerose persone con difficoltà di diverso livello che fanno la spesa nel quartiere», completa il gerente, «ed è doveroso avere un occhio di riguardo anche per le loro necessità; per me dunque è stato un processo naturale». Conclude Rickenbach: «Devo molto alle donne del Team Ticino Accessibile, perché mi hanno permesso di rendermi conto di determinate realtà, come quella delle casse. Grazie a loro, nella filiale che si aprirà a Bellinzona Nord a fine giugno, avremo solamente “casse per tutti”, o inclusive».

Sei donne che lottano con il sorriso

Abbiamo incontrato alcune esponenti del Team Ticino Accessibile che ci hanno raccontato il percorso che ha portato a questa preziosa collaborazione, destinata a fare scuola. Fanno parte del Team Ticino Aurora Savoldo, Simona De Simone, Denise Carniel, Dana Paris, Christiane Ndassi-Fongang e Ilaria Perren.

Come nasce il Team Ticino Accessibile?
Siamo sei donne provenienti da tutto il Cantone che si sono conosciute tramite associazioni come il Gruppo InSuperAbili, Inclusione Andicap e in quanto socie del Gruppo Paraplegici Ticino, GPT. L’idea che sta alla base del nostro gruppo è quella di costruire qualcosa per il futuro degli altri portatori di andicap, e dunque anche per le generazioni future. L’adesione al nostro gruppo è aperta a tutte le persone con disabilità: uomini e donne, giovani e anziani. Ci ritroviamo regolarmente per condividere le nostre situazioni di vita quotidiana e scoprire dove risiedono le difficoltà maggiori.

Con quale regolarità vi riunite?
Ci siamo conosciute durante l’ultimo periodo Covid, ma poiché abitiamo lontane e abbiamo le nostre difficoltà oggettive, abbiamo deciso di optare per lo più per degli incontri online, via WhatsApp o Teams. Abbiamo rinunciato anche ad avere una sede fissa, poiché comporterebbe ulteriori sforzi di spostamento. Ci riuniamo circa ogni tre settimane per portare avanti le tematiche in discussione.

Come vi siete avvicinate al progetto del supermercato Migros di Molino Nuovo?
Nel corso degli incontri si ripresentavano sempre le stesse problematiche: tu come fai a fare la spesa? come fai ad arrivare agli scaffali? e con il carrello? Quando poi sono stati cambiati i frigoriferi e i congelatori, con le loro pedane, ci siamo ritrovate con un’ulteriore barriera, e ci siamo dette che era arrivato il momento di fare qualcosa. Quando alcune di noi si sono rivolte ai gerenti dei negozi per chiedere il motivo di quei congelatori con pedana, apparsi nonostante la sensibilizzazione fatta nel 2021 attraverso un corso specifico per Migros Ticino (proposto da Inclusione Andicap Ticino), si sono sentite rispondere che erano scelte della sede centrale, al che abbiamo cominciato a mandare delle lettere proprio alle sedi centrali per esporre il problema, spiegando che si trattava di una forma di discriminazione. Ci vedevamo private della nostra autonomia: ogni volta che volevamo fare una piccola spesa eravamo costrette a disturbare la cassiera. Nelle prime lettere di risposta ricevute, ci si invitava a rivolgerci al personale, che sarebbe stato ben contento di aiutarci. Di rimando noi abbiamo però fatto notare come le difficoltà non fossero solo nostre, ma anche di chi aveva una stampella, un deambulatore, o perfino un passeggino. A quel punto siamo state contattate da alcuni responsabili di Migros Ticino. Questi ci hanno detto che era in corso una ristrutturazione interna di alcune filiali e che grazie alle nostre osservazioni avevano fatto delle riflessioni. Ci hanno quindi invitato a condividere con loro alcuni suggerimenti per eventuali migliorie, laddove possibile. Per noi è stata una grande sorpresa, e molto gradevole.

Cosa è stato particolarmente importante per voi?
La cosa importante è che sia passata la nostra richiesta di autodeterminazione: quando facciamo la spesa grande una volta al mese sappiamo bene che non possiamo arrangiarci da sole, ma se vogliamo fare una spesa veloce, prendere il pane, due stuzzichini e un succo di frutta, perché dobbiamo interrompere il lavoro della cassiera, magari già oberata, attirando l’attenzione degli altri? Perché sentirci discriminate o persone di serie B, dovendo dipendere da altri, quando con alcune accortezze si può ovviare e renderci più libere? In fondo lo dice anche l’Art. 9 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (CDPD): «Al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita, gli Stati parte adottano misure adeguate a garantire alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione…»

E come è andata concretamente a Molino Nuovo?
Ci siamo recate al supermercato in quattro, Christiane, Dana, Simona e Aurora, che era appena diventata mamma, lei è venuta in carrozzina con il passeggino. In questo modo abbiamo potuto testare tutte le situazioni: Simona, infatti, ha una carrozzina elettrica, Christiane quella manuale, ma con una serie di difficoltà in più, e Dana è la più veloce di tutte. Quattro persone con diversi livelli di esigenze e di difficoltà, ma con dei punti comuni, come la questione degli spazi all’interno dei corridoi, dell’altezza dei banconi, della distribuzione del cibo, della disposizione sui ripiani, della posizione della cassa. Non da ultimo ci siamo occupate dell’altezza del terminale per il pagamento con la tessera: spesso è troppo in alto e noi dobbiamo digitare il codice alla cieca, senza possibilità di privacy: se io sono più bassa del terminale, il cliente dietro di me può leggere il mio codice.

Ora Molino Nuovo è soddisfacente come filiale dal punto di vista dell’accessibilità?
Tante cose sono state cambiate in modo interessante, soprattutto in un’ottica di spazio di manovra; la disposizione di alcuni articoli è stata modificata, rendendola di facile accesso; sono state tolte le barriere che ci impedivano di avvicinarci ai congelatori o ai frigoriferi; in futuro verranno fatte delle modifiche strutturali di mobilio, e a questo proposito ci hanno chiesto consiglio. Da ultimo, ma non per importanza, abbiamo discusso la comunicazione: è infatti giusto creare un cartello all’esterno del negozio per segnalarne l’accessibilità, ma è importante che lo possa vedere anche la persona ipovedente, o chi ha un’altezza diversa da quella standard. Altrimenti il servizio diventa nullo. Tutti questi accorgimenti permetteranno a più persone di fare la spesa in autonomia.

Il vostro esempio sembra avere fatto scuola all’interno dell’azienda…
Sì, Migros Ticino ha deciso di fare tesoro di questo lavoro, e cercherà di generalizzarlo su tutte le nuove strutture. Prossimamente, ad esempio, alcuni accorgimenti saranno presi anche nella filiale di Grancia. Ci hanno inoltre invitate a vedere la filiale di Arbedo-Castione, ed è top!

Su cos’altro state lavorando al momento?
Sui problemi legati ai parcheggi per disabili e sulla loro scarsa disponibilità sul territorio. Non basta infatti che il parcheggio sia vicino all’ingresso, esso deve anche essere sicuro, al riparo da pericoli e dal traffico, e purtroppo non è sempre così. Inoltre, succede che non sia segnalato a dovere. Spesso siamo costrette a muoverci su strada perché alcuni marciapiedi per noi sono inaccessibili. Oppure siamo confrontate con le buche in strada, che per noi sono un grande pericolo. Ci siamo però rese conto che, presentandoci in sei in carrozzella a chi potrebbe aiutarci, otteniamo molto, perché siamo in grado di mostrare concretamente la nostra situazione. Partiamo sempre da situazioni concrete di vita vissuta, quindi riusciamo ad attirare l’attenzione sui pericoli che incontriamo.

Team Ticino Accessibile è alla ricerca di nuovi membri?
Il gruppo è aperto a tutte e a tutti, ma chi è interessato non deve essere di passaggio. Per entrare nel gruppo non basta la semplice curiosità, ma ci vogliono impegno e costanza. Occorre esporsi ed essere attivi e proattivi. Noi non cerchiamo la polemica, il nostro obiettivo è quello di affrontare le situazioni con il sorriso e con la benevolenza, poiché siamo portatrici di suggerimenti e di soluzioni, e al primo posto mettiamo la sincerità.