azione.ch
 


Dove e quando

Inaugurazione Panchina dell’Amicizia alla presenza dello scrittore Andrea Vitali, sabato 8 giugno 2024, ore 15.30, Lugano (Via Trevano 55). www.gentletude.com


«Non credo molto agli amori platonici»

Sarà lo scrittore di Bellano Andrea Vitali a inaugurare il prossimo 8 giugno a Lugano la «Panchina dell’amicizia» ideata da Gentletude e sostenuta dal Percento culturale Migros
/ 27/05/2024
Carlo Silini

Le amicizie terribili, come quella mitologica tra Achille e Patroclo, e quelle veraci con gli «umili», le amicizie (forse) impossibili tra uomini e donne, da qualche parte tra letteratura e vita reale, tra Italia e Svizzera, tra Ticino, Lombardia e il lago di Bienne. Di tutto questo chiacchieriamo a metà maggio con uno scrittore di «confine» amatissimo e lettissimo, da una parte e dall’altra della ramina: Andrea Vitali. Lo facciamo perché sarà proprio lui, il prossimo 8 giugno, a inaugurare in via Trevano 55 a Lugano, nel parco di Villa Carmine, la «Panchina dell’amicizia», un progetto ideato da Gentletude e sostenuto da Percento culturale Migros (ne avevamo parlato su «Azione» nell’edizione dello scorso 5 febbraio).

Andrea Vitali, qual è l’amicizia letteraria che ha preferito tra Achille e Patroclo (Omero), Sherlock Holmes e Watson (Conan Doyle), Athos, Portos e Aramis (Dumas), Huckleberry Finn e Tom Sawyer (Twain), Narciso e Boccadoro (Hesse)?
Sicuramente quella tra Achille e Patroclo. Sono un fan dell’Odissea, di tutto il mondo classico che rileggo continuamente. Adesso, per esempio, sto leggendo l’Antigone e un saggio da poco pubblicato per Einaudi da Eva Cantarella: Contro Antigone. Adoro quel mondo e cerco di tenerlo sempre presente. La profondissima amicizia tra Patroclo e Achille è quella che mi avvince di più, tra le coppie sottoposte.

Un’amicizia feroce e tragica.
Sì, ed è uno degli aspetti che più mi affascinano del mondo classico. Ci sono moltissime implicazioni legate alla visione della vita e dell’aldilà. Non è mai conosciuto abbastanza quel mondo. È un’amicizia che si porta dietro delle conseguenze ancora più tragiche, la vendetta, lo scempio che Achille compie sul corpo di Ettore. Priamo che si piega a inginocchiarsi davanti a lui per riavere il corpo del figlio, per poterlo seppellire, altrimenti l’anima non riuscirà a entrare nel mondo sotterraneo. Non ci sono più differenze di classe, di grado o di censo. Lo testimonia poi Odisseo quando entra negli Inferi e incontra Agamennone e lo stesso Achille. È una ragnatela di suggestioni, tipica della mitologia, che mi fa preferire questa amicizia.

È anche un’amicizia attuale, un’amicizia di guerra.
Esatto. E chissà quante di queste cose sono successe in Ucraina, in Israele e in Palestina.

Quali sono le amicizie che hanno ispirato i suoi romanzi?
Prima di tutto ci sono le amicizie letterarie, con Piero Chiara, Giovannino Guareschi, o Nico Orengo per citarne solo alcune. Tanti scrittori italiani. Tra le amicizie vere, cito quelle con i personaggi cosiddetti «umili», che non so in quale categoria mettere. Insomma, parlo di uno spazzino, di un’operaia di un cotonificio, di un uomo che una volta andato in pensione faceva il «guardiafili» per le ferrovie e si è poi dedicato completamente alla campagna. Sono tutte persone che non hanno mai praticato molto la lettura, ma questo non le ha private di un profondo senso della vita, dell’umanità, dei rapporti umani. Mi hanno insegnato molto.

Nel «piccolo mondo antico» dei nostri laghi, figure semplici che trasmettono grandi valori.
Sì, l’ha detta giusta.

L’eterna questione, che sicuramente si è posta anche creando i suoi personaggi: è possibile l’amicizia tra uomini e donne?
Secondo me sì, ma solo oltre una certa età. L’ormone comanda fino a una certa età, poi non comanda più. A un certo punto – non vorrei essere prosaico – ma quando un essere umano ha soddisfatto le sue voglie o pretese, ecco che l’amicizia tra un uomo e una donna può diventare possibile.

Quindi bisogna aspettare la pace dei sensi.
Oppure che i sensi si siano così raffinati da pretendere qualcosa in più e non quello che i sensi esigono quando sono loro a comandare.

Ma allora Dante e Beatrice? L’amore platonico?
L’amore platonico – come dire – è una bella cosa, ma generalmente gli amori platonici lo sono solo da una parte. Uno si tiene l’amore platonico e l’altro o l’altra cerca di farsela passare.

Lei è una persona facile alle nuove amicizie?
Non sono selettivo, ma abbastanza cauto. Avere un’amicizia significa anche confidare certe cose a una persona, parlare di certi argomenti anche personali o che riguardano la sfera del come si intende la vita. Sono aperto alla conoscenza degli altri, ma l’amicizia, quella vera e profonda la concedo a pochi.

Esiste una sua «panchina dell’amicizia», un luogo che facilita l’amicizia anche occasionale con gli altri? Dov’è?
Esiste e si trova di fronte al molo di Bellano. È una panchina che ho frequentato per anni. Oggi ci vado un po’ meno. Ma lì ho vissuto esperienze narrative importanti. È una panchina che è stata protagonista di confidenze che mi hanno permesso di raccontare molte cose.

Parliamo di amicizia tra Italia e Svizzera, anzi tra Lombardia e Ticino. Sono amici sinceri o sono piuttosto «fratelli coltelli»?
Per quanto mi riguarda sono amici sinceri. Ho molti amici che abitano nel cantone Ticino e in altri cantoni della Svizzera. Con la Svizzera mi è capitato spesso di fare magnifici giri, come quelli organizzati dal Forum Elle o dalla Dante Alighieri, raccontando i miei libri. Ho sempre sperimentato un’ottima ospitalità. E poi, siccome sono nato in una casa vista lago di fronte alla Svizzera, l’ho sempre vissuta come un traguardo da raggiungere.

Perché?
Perché è una terra che chiamava, per le leggende vere o meno che arrivavano da là. Quando mi trovo nel sud dell’Italia, il fatto di dire che vivo a un quarto d’ora dalla Svizzera mi rende orgoglioso.

Mi scusi ma è inevitabile: qual è il prossimo libro che ha nel cassetto? Si parlerà anche di amicizia?
Si tratta di una storia ambientata in Svizzera! Uscirà nella primavera dell’anno prossimo. In realtà ce n’è uno pronto per l’autunno, ma mi piace raccontare questo perché inizia proprio sul lago di Bienne. È un romanzo che fa parte di una collana di cold case. Inizia con il ritrovamento di un cadavere sulle sponde del lago di Bienne ed è estremamente legato alla Svizzera. Inizia e finisce lì.