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Un buono per migliorare le competenze di base
Formazione: Francesca Di Nardo ci spiega come funzionano e che opportunità danno i 160 buoni da 500 franchi pensati per sostenere gli adulti che vogliono rafforzare le proprie conoscenze fondamentali dell’italiano, della matematica e delle tecnologie
Guido Grilli
In Svizzera circa 800’000 adulti non sono in grado di leggere e scrivere correttamente. In Ticino il loro numero si attesta a 40’000. Quali soluzioni esistono per ridurre questa lacuna non propriamente trascurabile? Approfondiamo il tema con Francesca Di Nardo dell’Ufficio della formazione continua e dell’innovazione, ispettrice attiva nella promozione della formazione continua degli adulti e delle competenze di base, alla luce di un importante progetto pilota promosso dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) lo scorso marzo e la cui sperimentazione durerà fino ad ottobre: l’offerta di «buoni di formazione» per accrescere le competenze di base in coloro che lo richiedono, buoni che implicano uno sconto di 500 franchi sui corsi.
Chi ha diritto ai buoni di formazione? E qual è il profilo di coloro che ne fanno richiesta?
Possono beneficiare dei buoni le persone maggiorenni (fino ai 65 anni) che abitano in Ticino, di nazionalità svizzera o con permesso C o B, con una conoscenza elementare dell’italiano – è richiesto un livello A2 acquisito – e non al beneficio di indennità di disoccupazione o di misure di inserimento e integrazione. Le potenziali persone cui è destinata l’iniziativa sono fra di noi. Sono molti, infatti, coloro che possiedono un telefonino senza essere in grado di conoscere e attivare le sue funzioni. Vuoti, questi, che non vengono vissuti come un tabù. È invece un tabù la difficoltà di capire un testo. Questo deficit emerge spesso lungo il percorso professionale di molti lavoratori e lavoratrici, che non riescono ad esempio a rimanere al passo con lo sviluppo delle tecnologie: basti pensare alla pratica introdotta ormai dalla maggior parte delle aziende di inserire i turni di lavoro o le vacanze online. Se non lo so fare, sono escluso. C’è inoltre il caso di chi ottiene una promozione sul posto di lavoro e nel momento in cui gli viene richiesto di redigere dei rapporti si scopre in difficoltà ad assolvere questo compito. Da qui emerge la necessità di formarsi. Dal canto nostro sensibilizziamo sul tema, cercando di incentivare le persone a frequentare senza alcun imbarazzo i molteplici corsi mirati a questo tipo di apprendimento e disponibili sul territorio nell’ambito della formazione per le competenze di base che il DECS promuove ormai da diversi anni.
L’iniziativa è partita da pochi mesi. Si può già tracciare un primo bilancio?
Il primo corso con i buoni di formazione ha riguardato l’italiano nell’ambito delle professioni sociosanitarie: si sono iscritte 12 persone un po’ di tutte le età, tra i 25 e i 65 anni, perlopiù con un percorso migratorio. Che seguono i corsi in ambito competenze di base ci sono anche ticinesi scolarizzati che ad esempio hanno sempre svolto lavori pratici e si vedono d’un tratto nel bisogno di rafforzare il vocabolario e la lingua italiana per far fronte a nuove sfide professionali. Molti non se la sentono di tornare sui banchi di scuola, magari memori di esperienze poco gratificanti; quello che cerchiamo di chiarire con loro è che si tratta di formazioni fra adulti, con un’attenzione diversificata nei confronti di ogni partecipante. I corsi sono sia diurni sia serali. Tutto il corpo docente è formato e ha competenze nella didattica per gli adulti.
Oltre all’italiano, quali altre materie promuovete?
Da lunedì 3 giugno sarà disponibile sul sito Internet dell’Istituto della formazione continua (IFC), all’indirizzo www.ifc.ti.ch/competenzebase, il catalogo dei corsi con una decina di nuove offerte pagabili con i buoni di formazione: verteranno ad esempio sull’uso dello smartphone, sulla gestione del budget e sull’informatica in genere. I corsi cominceranno in settembre, seguendo il calendario scolastico. Le lezioni, previste principalmente nel Luganese, nel Bellinzonese e a Chiasso, prenderanno il via se sarà raggiunto un minimo di quattro iscritti. Attueremo naturalmente azioni di promozione. In questa fase sperimentale i corsi sono proposti da CFP-OCST, Croce Rossa Ticino, ECAP Ticino Unia e dall’Istituto della formazione continua (IFC) stesso.
Come è nata l’iniziativa?
Questa sperimentazione sorge dall’impulso di una mozione presentata nel 2022 dalla granconsigliera Anna Biscossa (e confirmatari), che proponeva di creare buoni di formazione per le persone residenti per rafforzare le competenze di base, ossia leggere, scrivere, parlare nella lingua in cui si vive, saper usare la matematica nel quotidiano. Ci sono poi le tecnologie, indispensabili anche solo per acquistare un biglietto dei mezzi di trasporto con lo smartphone. Questa, in estrema sintesi, è la definizione di competenza di base contemplata dalla legge federale sulla formazione continua. Il Consiglio di Stato ha accolto la proposta parlamentare, incaricando il DECS di avviare la sperimentazione che si concluderà in autunno e che si limiterà all’attribuzione di 160 buoni da 500 franchi.
A suo avviso il progetto ha concrete opportunità di proseguire?
Occorre sottolineare che il Ticino promuove ormai da diversi anni anche altre iniziative: solo lo scorso anno abbiamo registrato quasi 3000 partecipazioni ad altri tipi di corsi organizzati a favore delle competenze di base. Il la è stato dato nel 2017 con la Legge federale sulla formazione continua. A livello svizzero, attraverso la Segreteria di stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) sono stati avviati i Programmi cantonali in questo preciso ambito, con i relativi finanziamenti. L’obiettivo è offrire la possibilità alle persone adulte di estendere le proprie competenze di base, una premessa indispensabile per l’apprendimento permanente e per garantire l’inclusione sociale e professionale. Proprio per incrementare l’accessibilità alle nostre proposte formative in ambito di competenze di base è attivo, tutto l’anno, un numero verde gratuito (0800 47 47 47) che consente di ricevere informazioni relative a questi corsi.
Da parte nostra abbiamo anche un ruolo di vigilanza, dal momento che parliamo di fondi pubblici, e osserviamo dunque da vicino lo svolgimento dei singoli corsi. Proprio a fine maggio andremo a conoscere gli iscritti del primo corso promosso attraverso i buoni di formazione. Inoltre, la sperimentazione vedrà una valutazione esterna da parte di ricercatori e ricercatrici del Centro competenze innovazione e ricerca sui sistemi educativi (CIRSE) della SUPSI, che si occupa proprio di monitorare il progetto per valutarne la sostenibilità organizzativa, amministrativa e finanziaria. Anche in vista di un eventuale suo consolidamento futuro.