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Alla scoperta della sessualità con un dizionario

È stato appena pubblicato in italiano il libro della sessuologa canadese Myriam Daguzan Bernier, per i teenager over 14 e per gli adulti che hanno bisogno di strumenti per l’educazione sessuale
/ 13/05/2024
Stefania Prandi

La scoperta della sessualità non è mai un percorso semplice. Qualcuno sostiene se ne debbano occupare le ragazze e i ragazzi da soli, altri pensano sia compito dei genitori, altri ancora ritengono vada inserita tra le tematiche da affrontare a scuola. Per mettere ordine in «quest’avventura della conoscenza» che riguarda il corpo, ma non solo, è arrivato un nuovo testo, rivolto alle lettrici e ai lettori dai quattordici anni in su e agli adulti che hanno bisogno di strumenti per l’educazione sessuale, appena tradotto in italiano. Si intitola A nudo! Dizionario amorevole della sessualità (Settenove) e l’ha scritto Myriam Daguzan Bernier, sessuologa e giornalista canadese. Nel dizionario l’autrice esamina domande e parole legate non solo alla scoperta del proprio fisico, ma anche alle questioni relative all’identità, alle relazioni, alle emozioni e all’immagine di sé. Centocinquanta voci, per ciascuna delle quali si indicano origine, definizione, esempi concreti collegati all’attualità e suggerimenti di approfondimento attraverso film, serie tv e libri.

Come spiega Bernier ad «Azione», «parlare di sessualità è importante. Tendiamo ad associare la sessualità all’erotismo, ma non è solo quello: si tratta di un ambito fondamentale nella vita quotidiana. C’entra con le mestruazioni, il buon funzionamento dei genitali, l’autostima, l’immagine corporea e molto altro. La sessualità è anche tutto ciò che concerne le emozioni corporee, ciò che ci definisce come persone. Penso che tendiamo a dimenticarlo e, in particolare, abbiamo paura di cadere nell’erotismo e nella pornografia, quando in realtà si tratta di sapere come essere e agire, e di accumulare conoscenza su chi siamo come esseri umani».

Oggi, con l’accesso incontrollato sempre più precoce dei teenager (e a volte anche dei bambini) all’enorme quantità pornografia presente in rete (v. pagina 13, La stanza del dialogo di Silvia Vegetti Finzi), è necessario superare il tabù ancora vivo e trattare la sessualità «con apertura, senza paura, imbarazzo e vergogna. Con la convinzione che la questione sia necessaria e che abbia il suo posto nella società. Dobbiamo poterne discutere con libertà e consapevolezza, per una migliore comprensione di noi stessi».

Più facile a dirsi che a farsi, ma un approccio laico può rendere tutto più semplice. In fondo, con intelligenza, sensibilità, consapevolezza, tatto e nei contesti e tempi giusti, si può affrontare qualsiasi argomento. Ovviamente, sottolinea Bernier, ci sono priorità a seconda della fascia di età, ma alcune parole devono diventare patrimonio del nostro vocabolario comune. Tra queste ci sono, ad esempio, il termine «consenso», cioè essere sempre d’accordo con l’altra persona rispetto a una certa azione o situazione e il potersi tirare indietro in qualunque momento. Altri concetti cardine sono il rispetto dei limiti, la comunicazione, l’intelligenza emotiva, le relazioni sane, la contraccezione.

In famiglia, secondo la sessuologa, è necessario ragionare delle questioni legate alla sessualità il prima possibile. «Non è solo una conversazione da tirare fuori durante l’adolescenza per “avvertire” i giovani sui pericoli delle malattie sessualmente trasmissibili e sulle gravidanze indesiderate. In primo luogo, perché i discorsi fondati sulla paura non funzionano. E, in seconda battuta, perché è un dialogo che deve continuare dalla prima infanzia fino all’età adulta. La sessualità, infatti, cambia nel tempo e le esperienze variano nelle diverse fasi della vita».

A nudo! Dizionario amorevole della sessualità è un manuale che non incute timore né suscita pensieri scabrosi. I testi sono accompagnati da illustrazioni e non da fotografie. Una scelta sicuramente rassicurante. I disegni di Cécile Gariépy sono vivaci, gioiosi e inclusivi. Inoltre, i personaggi sono di genere neutro e hanno colori della pelle che non rappresentano la realtà (blu, azzurro e arancione) il che aiuta a dimostrare che chiunque può sentirsi rappresentato in questo libro.

Un altro punto forte è l’umorismo: ironia e leggerezza non significano superficialità, come ci hanno insegnato bene alcuni scrittori del passato. «Ascoltare i giovani, lasciarli esprimere, invitarli a dare un nome alla loro realtà, serve a fargli capire che è un argomento divertente, ricco e che se ne può parlare con facilità, attenti a fare bene le cose. È importante fornire uno spazio sicuro e privo di giudizi», sostiene Bernier che ha una predilezione proprio per la parola «umorismo», dato che aiuta a mettere a proprio agio e a sgomberare il campo da sentenze e battute tranchant. Spesso espressioni pronunciate in buona fede, ma col tono sbagliato oppure in un momento inopportuno, possono creare imbarazzo e barriere insormontabili.

Nel dizionario, ad esempio, la parola «orgasmo» (dal greco orgasmos, derivato da organ, «essere in preda al desiderio») viene gestita con il rigore che le spetta: è la risposta fisiologica del corpo al momento in cui l’eccitazione sessuale è al suo massimo ed è, in un certo senso, uno degli scopi del rapporto sessuale. «In poche parole vogliamo godere perché fa bene ed è piacevole. Anche se non sempre durante un rapporto sessuale si ha un orgasmo. E, a meno che non sia una costante, non c’è da preoccuparsi». «Godere» (dal verbo latino gaudere, «rallegrarsi») è un’altra parola chiave, l’apice dell’eccitazione che provoca una forte tensione. Godere, scrive Bernier, permette di rilassarsi, provare piacere, dormire meglio e alleviare i dolori mestruali. «Quando proviamo piacere il cervello rilascia nel corpo diversi ormoni, tra cui la dopamina e la serotonina, ed è come se ci iniettassero una grossa dose di felicità tutta insieme».

Forse non è un caso che un libro così venga dal Canada, dove, come in parte del mondo anglosassone, certe tematiche stanno venendo affrontate in maniera più esplicita, utilizzando anche gli strumenti offerti dalla pedagogia. Rispetto a questo Bernier ha un’opinione precisa: «Penso che, in base al Paese in cui ci si trovi, nello sviluppo dei contenuti dell’educazione sessuale si debba comunque tenere conto delle componenti politiche, religiose, culturali e sociali».