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Una Trilogia per il Ticino
Sabato 11 maggio alle 17.00 l’i2a inaugurerà presso la Limonaia di Villa Saroli a Lugano la mostra Anatomy of Change. Ticino Trilogy a cura della prof. Elli Mosayebi (ETH Zürich). I progetti degli studenti esposti sono il risultato di un’esplorazione, durata tre semestri, del potenziale di diverse cornici temporali: permanente, circolare e temporanea in relazione alla produzione architettonica nel contesto ticinese. La giornata inaugurale sarà l’occasione per partecipare a tre tavole rotonde dedicate ai temi trattati nei progetti degli studenti. Informazioni: www.i2a.ch
Leggere l’esistente per progettare il futuro
L’edilizia sostenibile porta vantaggi a tutti, ma l’attenzione va puntata anche su risanamenti e spazi pubblici
Loris Fedele
Parlando di Baukultur, nello scorso articolo apparso su «Azione» del 15 aprile avevamo detto che la trasformazione nell’ambito delle costruzioni concerne l’integrazione di tecnologie digitali avanzate nel ciclo di vita del territorio costruito. Tutto ciò richiederà un profondo cambiamento culturale, socioeconomico e gestionale, rivoluzionando l’intero settore. Le nuove opportunità comprendono progettazioni con simulazioni avanzate, con rilievi di dati geospaziali, con immagini 3D e relative mappe. Poi – e sembra fantascienza – c’è la sensoristica applicata agli edifici nuovi e di grandi dimensioni, con le costruzioni intelligenti e l’internet delle cose. Nel mondo delle costruzioni pare che tutto si muova all’insegna del BIM (Building Information Modeling), che sta a indicare un metodo di lavoro che sfrutta il sistema digitale ed è composto dal modello 3D, integrato con i dati fisici e funzionali della struttura e delle sue informazioni sul ciclo di vita previsto. Inoltre, con la realtà aumentata applicata all’industria delle costruzioni è possibile, per esempio, inserire virtualmente un oggetto o un fabbricato in un contesto reale, per simulare il suo impatto sull’ambiente circostante.
Disponiamo ormai di molti strumenti, da usare secondo le esigenze. La metodologia potrà essere quella di portare avanti più varianti da mettere a confronto, per poi scegliere quella che soddisfa maggiormente. Tutto ciò per quel che riguarda la tecnica. Ma nel nostro Ticino, come sarà? Nella giornata di studio della SUPSI intitolata Ticino 2050: scenari Timothy Delcò, esperto nell’ingegneria del costruito e Portfolio Manager per la gestione strategica del patrimonio immobiliare dello Stato del Cantone Ticino, ha voluto smorzare qualche entusiasmo e fare un esame di realtà. «Con l’occhio dell’imprenditore immobiliare non mi preoccupano gli edifici del futuro, ma come gestiamo gli edifici di oggi e come arriveremo al 2050. Il settore saprà affrontare le sfide che incombono? Dobbiamo guardare con attenzione all’economia circolare e occuparci soprattutto del costruito esistente». Per Delcò cinque sono le parole chiave per un grande proprietario immobiliare: innovazione, che non può esistere se non è accompagnata dai valori di sostenibilità e dai principi dell’economia; digitalizzazione, il cambiamento edilizio oggi è guidato dal digitale (e sottolineo è), ma c’è molta strada da fare; mercato, che deve essere un buon alleato della transizione per attuare le soluzioni («Le competenze e le tecnologie oggi ci sono, ma vanno usate per quello che sono e bisogna integrarle. La formazione è fondamentale»); comunità, dobbiamo costruire un pubblico composta da privati e istituzioni, che siano capaci di condividere gli stessi valori. «Non cambierai mai le cose combattendo contro la realtà esistente» diceva il grande architetto americano Richard Buckminster Fuller, il padre delle cupole geodetiche (quelle del radar del Monte Lema, per intenderci) e delle tensostrutture, che invitava a fare di più con meno. L’ultima parola è novità: per cambiare davvero bisogna creare nuovi paradigmi che rendano obsoleti i vecchi modelli, ancora in uso. Occorre creatività e puntare sulla proposta di soluzioni più convenienti – per tutti gli attori della filiera – e sulla gestione introducendo le competenze digitali. «L’equazione è questa: tecnologie digitali + economia circolare = edilizia sostenibile». La sostenibilità paga e aumenta la redditività di una proprietà immobiliare. Delcò infine ha ricordato che non c’è futuro senza risanamento, che porta vantaggi ambientali (riduzione del CO2, consumi minori), sociali (attenta pianificazione abitativa e qualità della stessa) ed economici (meno deprezzamento, lungo ciclo di vita).
La realtà della Svizzera italiana è piccola e tutto il nostro territorio è sempre combattuto nel dualismo conservazione e trasformazione, con la paura di guastare quello che per noi è stato un valore culturale. Pensiamo a molti villaggi delle nostre valli, costruiti per rispondere alle necessità di una società che fondamentalmente non esiste più, ma che vengono in un certo senso congelati in una forma ideale o idealizzata. Attorno a questa questione è importante capire oggi come pianificare gli interventi e in che misura si può trasformare adattandosi ai tempi. Ludovica Molo, architetta, direttrice dell’i2a, Istituto Internazionale di Architettura, e presidente centrale della Fas (Federazione architette e architetti svizzeri) invita a cercare semplicità e inclusione, uno spazio accessibile per tutti: «L’architettura degli spazi pubblici spero che sia soprattutto un’architettura di ripristino. Quando parliamo di cultura della costruzione non parliamo soltanto di costruzioni ma anche dello spazio che sta tra gli edifici: è quel tessuto connettivo che avvicina i cittadini, un luogo di incontro che fa vivere in società».