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Lotta alla violenza domestica anche in farmacia

Il Piano di azione cantonale prevede anche attività di sensibilizzazione e formazione rivolte a diverse categorie professionali, tra queste il personale delle farmacie
/ 29/04/2024
Alessandra Ostini Sutto

Quella della violenza domestica resta, purtroppo, una tematica d’attualità, che non risparmia – ovviamente – nemmeno la realtà in cui viviamo. Nel nostro Cantone, infatti, nel 2023 la polizia è intervenuta 1’037 volte per disagi in famiglia, quindi mediamente quasi tre volte al giorno, mentre a livello nazionale nello stesso anno sono stati complessivamente compiuti 19’918 reati di violenza domestica, tra cui 25 omicidi (i dati sono della polizia).

Negli ultimi anni, il Consiglio di Stato del Canton Ticino ha posto la lotta alla violenza domestica tra i suoi obiettivi prioritari. Convinto del fatto che questa preoccupante problematica sociale, che tocca tutti i ceti e le nazionalità, possa essere contrastata solo attraverso l’azione congiunta e attiva su più fronti di istituzioni e società civile, ha approvato, nel 2021, il «Piano d’azione cantonale sulla violenza domestica», implementato nel 2022, il quale mostra per la prima volta un sistema d’intervento e sostegno fatto di misure in gran parte già attivate e altre in fase di sviluppo. Quattro sono gli assi di intervento: politiche coordinate (a livello internazionale, nazionale, cantonale e regionale), prevenzione (attraverso la sensibilizzazione di popolazione e professionisti), protezione delle vittime e perseguimento degli autori dei reati.

In materia di prevenzione, occupa una posizione di rilievo l’attività di formazione delle varie categorie professionali che in qualche modo hanno a che fare con il tema, cui sono riservate numerose misure, a livello sia cantonale che nazionale. È in questo ambito che si iscrive un interessante progetto che riguarda il personale delle farmacie che in quanto a violenza domestica può giocare un ruolo importante a livello di informazione, prevenzione e orientamento sia attraverso le sue specifiche competenze sia grazie al rapporto di fiducia che instaura con la propria clientela.

«Le farmacie sono una comoda “porta d’accesso” per chiedere informazioni in caso di bisogno. Lo abbiamo visto bene con il Covid, quando erano uno dei pochi servizi rimasti accessibili», spiega Myriam Proce, Coordinatrice istituzionale del dossier violenza domestica. Inoltre esse sono presenti in modo capillare sull’intero territorio. «La farmacia è un canale di contatto privilegiato; con la scusa di prendere un qualsiasi medicamento, si ha la possibilità di chiedere aiuto o quantomeno di abbordare il tema. Il fatto poi che le persone si rivolgono tendenzialmente alla medesima farmacia, dà modo a chi vi opera di captare eventuali segnali e osservare dei cambiamenti», continua la coordinatrice.

«Il coinvolgimento delle farmacie è frutto di un’iniziativa congiunta lanciata dalle sedi regionali ticinesi di Soroptimist International Club e Zonta International Club, che tuttora sostengono il progetto, ripresa poi nel Piano d’azione cantonale sulla violenza domestica», aggiunge Myriam Proce. All’idea hanno da subito aderito l’Ufficio del farmacista cantonale, l’Ordine dei farmacisti e l’Associazione ticinese degli assistenti di farmacia, i quali, in collaborazione con la Divisione della giustizia, hanno promosso un’indagine volta a individuare le esigenze del personale in merito al tema.

Per raggiungere gli obiettivi del progetto fondamentali sono l’adesione delle oltre 200 farmacie sparse sul territorio cantonale e del Moesano, come pure le conoscenze di base che consentono a farmacisti e assistenti di farmacia di riconoscere i segnali di una situazione di violenza domestica e di poter offrire un primo supporto, per esempio orientando chi necessita di aiuto sulla base degli specifici bisogni espressi.

La prima fase del progetto, svoltasi lo scorso anno, prevedeva la messa a disposizione dell’utenza da parte di ogni farmacia del Cantone di un flyer formato tessera contenete i principali numeri di telefono da contattare in caso di necessità. «Prioritario resta infatti far circolare il più possibile le informazioni e favorire quindi l’accesso agli aiuti per chi è toccato dal problema», commenta Myriam Proce. Nel frattempo, dall’indagine conoscitiva svolta durante la scorsa primavera, è emerso un forte bisogno di formazione sul fenomeno e un’importante difficoltà per gli operatori del settore a confrontarsi con persone che subiscono violenza nel proprio ambiente domestico. In particolare è risultato che farmacisti e aiuto farmacia entrano effettivamente in modo regolare in contatto con vittime di violenza domestica o presunte tali senza tuttavia – nella metà circa dei casi – sapere come comportarsi. Da qui – considerato anche che il tema non è praticamente trattato durante i percorsi formativi – la necessità, emersa in maniera evidente, di approfondire il tema, soprattutto per quel che attiene ai servizi sul territorio.

Tali risultati hanno dato conferma dell’importanza di organizzare un percorso formativo rivolto a chi opera all’interno di una farmacia. «Nel Canton Vaud è stato sviluppato un progetto di formazione online molto interessante, che attualmente stiamo adattando alla realtà ticinese – spiega la coordinatrice sul tema della violenza tra le mura di casa in Ticino – La formazione, alla quale si accederà tramite iscrizione, sarà disponibile a partire dall’autunno. Si tratta di un percorso formativo strutturato in moduli che ogni dipendente di farmacia potrà seguire individualmente in base alle esigenze personali e professionali».

Al pari delle farmacie, diverse altre categorie professionali, attive in svariati ambiti, hanno già svolto o prevedono una formazione di base e continua sul tema della violenza domestica. «Tanta sensibilizzazione viene fatta anche sul più specifico tema della violenza nei confronti degli anziani – aggiunge Myriam Proce – Pro Senectute in collaborazione con l’Ufficio degli anziani e l’Ufficio del medico cantonale del Dipartimento sanità e socialità sono molto attivi per quel che riguarda la formazione del personale delle case per anziani, dei servizi di cura a domicilio, come pure l’attività di sensibilizzazione nei centri diurni e negli istituti scolastici frequentati dai ragazzi che si stanno formando nell’ambito socio-sanitario».

Restando in ambito sanitario, medici e infermieri che operano nelle strutture d’emergenza dell’Ente ospedaliero cantonale negli ultimi anni hanno seguito una formazione volta al riconoscimento e presa a carico delle vittime di violenza domestica, facente sempre parte del Piano d’azione cantonale. «Dopo questa esperienza, il personale si è organizzato per mantenere attivo un gruppo di formazione continua, nell’ambito del quale vengono regolarmente approfonditi nuovi aspetti volti a migliorare la presa a carico dei pazienti e la collaborazione con la rete esterna», spiega Myriam Proce. In tal senso, oltre a favorire ed approfondire tutta una serie di collaborazioni con diversi settori professionali, si sta per esempio sviluppando, in collaborazione con l’Ordine dei medici del Cantone Ticino, un progetto di formazione destinato alla categoria dei medici di famiglia che al pari delle farmacie rappresentano un canale privilegiato per il riconoscimento di situazioni di violenza domestica.

Tra le iniziative già svolte ricordiamo anche la formazione online rivolta a psicologi e psicoterapeuti, proposta in collaborazione con l’Associazione ticinese degli psicologi, o ancora il pomeriggio di studio dedicato ad avvocati, praticanti legali e giuristi, promosso dall’Ordine degli avvocati del Canton Ticino. «Nel corso dell’anno sarà inoltre proposto un pomeriggio di studio sulle conseguenze della violenza domestica per i bambini coinvolti e le misure previste per proteggerli – precisa la coordinatrice – in generale comunque l’attività di sensibilizzazione rivolta all’insieme della popolazione e quella di formazione indirizzata a professionisti e volontari attivi nell’ambito della lotta contro la violenza domestica, vanno proposte regolarmente e sul lungo termine, poiché è soltanto tutti insieme uniti contro la violenza che possiamo davvero fare la differenza».