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Dove e quando

Desiderati, curati, martirizzati. I corpi nel Medioevo. Progetto espositivo ideato da Aaron Estermann e Rahel Grunder, Museo nazionale, Zurigo, fino al 14.7.2024. Didascalie nelle tre lingue nazionali + inglese.
www.landesmuseum.ch


Le avventure del corpo nel Medioevo

Mostre ◆ Al Museo nazionale di Zurigo un percorso in sette tappe analizza la fisicità umana nelle sue varie forme e manifestazioni
/ 01/04/2024
Orazio Martinetti

Il Medioevo è sempre tra noi. Epoca lunghissima – mille anni di storia – ha lasciato tracce nella politica, nell’economia, nell’architettura e nell’arte, nella letteratura, nel cinema. All’esperienza comunale medievale si è rifatta ad esempio la Lega Nord per l’indipendenza della Padania sul finire del secolo scorso; il sistema delle corporazioni anima ancora la vita socio-economica di molte città nordiche («Zünfte»); il romanico delle nostre chiese di valle desta sempre ammirazione, così come la maestosità delle cattedrali gotiche… Suggestioni continue provengono poi dai romanzi (si pensi al successo del Nome della rosa di Eco) e dalla cinematografia, e finanche dalle feste e dai tornei che molti borghi mettono in scena ogni anno. Medioevo, età di mezzo a lungo condannata come tenebrosa e oscurantista, e ora reimmessa nel circuito dell’industria culturale come intreccio formidabile di «audaci imprese» e leggende, avventure cavalleresche e ascesi mistiche, battaglie epiche e castelli inespugnabili. Ma un conto è la rappresentazione, spesso fantasiosa, del periodo; un altro è la ricostruzione su base scientifica della vita reale delle persone, uomini, donne e bambini, nobili e plebei, sacerdoti e mercanti, la varia umanità che popolò l’Europa cristiana dalle invasioni barbariche fino alle soglie del Rinascimento.

A questo compito si dedica ora il Museo nazionale nella sua sede principale di Zurigo attraverso un’esposizione che pone al centro il corpo. Il corpo umano conteso, venerato oppure svilito, raffigurato con tratti realistici oppure trasfigurato come esigeva la patristica cristiana. Il Museo propone un percorso in sette tappe, che si apre con il trittico del Carro di fieno di Hieronymus Bosch e si conclude con l’Età dell’oro di Lucas Cranach. Tra questi due capolavori, sapientemente spiegati per mezzo di didascalie luminose, sfila il corpo nelle sue varie forme e manifestazioni, dalla nascita alla morte, dalla nudità iniziale fino alla decrepitezza dell’autunno della vita. Perfette sono le figure della Sacra Famiglia e dei martiri, che pur sottoposti a supplizi orrendi, risplendono circonfusi di luce divina; opposta è l’immagine che gli artisti offrono degli aguzzini: sgraziati e malvagi, posseduti dal demonio. Ecco, il diavolo è uno dei grandi protagonisti di questa mostra. Appare nel paradiso terrestre sotto le spoglie del serpente tentatore per poi insinuarsi perfidamente nelle fattezze di un caprone nell’anima umana, cercando di strapparla all’influenza di Dio. La mano del maligno è onnipresente, è all’origine di malattie e di epidemie come la lebbra e la peste, e guida le sue vittime sulla strada del vizio e della perdizione. Il corpo più ambìto è quello femminile, depositario della vita e oggetto del desiderio. Possederlo vuol dire catturarne l’anima e quindi impadronirsi del creato. Per questo l’influenza demoniaca va combattuta con ogni mezzo, lecito e illecito, dall’esorcismo al rogo. Ossessionati dal peccato, teologi e chierici, appoggiati dalle autorità temporali, predispongono un dispositivo difensivo centrato sulla sessualità. Controllare la sfera sessuale è fondamentale per la Chiesa, il cui biopotere è nel Medioevo potenzialmente totale: mondano e spirituale.

Si è detto della durata del Medioevo: dieci secoli. È quindi arbitrario osservare questo ampio arco temporale da un unico angolo visuale. Pur essendo vigile e inquisitorio fin nelle camere da letto, lo sguardo ecclesiastico non riesce a governare le anime come vorrebbe. Qualcosa gli sfugge, soprattutto nel basso Medioevo e fino alle soglie del Rinascimento. I mutamenti non riguardano tanto le classi inferiori, il «volgo», i sudditi alle prese con le fatiche di una quotidianità che non concede tregua, quanto la nobiltà, la vita di corte, le case regnanti. Qui inizia a farsi strada un modo di vivere più libero che si prende cura delle membra, intervenendo sulle acconciature, sull’igiene, su vestiario e calzature dalle fogge stravaganti. Attraverso prontuari e stampe le classi superiori apprendono il gioco della seduzione, abbandonandosi alla voluttà e riscoprendo i benefici delle acque termali e dell’esercizio fisico. Tutte pratiche che insospettiscono, condannate dalla Chiesa come anticamera della «concupiscenza della carne».

Ma al corpo, al suo funzionamento e alle sue patologie, s’interessa anche la scienza. All’inizio in modo superficiale ed empirico, attraverso l’esame del colore delle urine e del sangue, e poi in modo sempre più attento e pervasivo, sezionando cadaveri e scomponendo viscere. Nelle dimore signorili entrano portatori di saperi che al corpo malato dedicano un’attenzione sempre meno condizionata da superstizioni e credenze popolari: sono cerusici, chirurghi, levatrici, farmacisti. Raccolgono e classificano informazioni che poi travasano in grossi manuali riccamente illustrati.

Siamo dunque di fronte a «un autre Moyen Âge», come amava dire Jacques Le Goff, uno storico che al corpo ha dedicato un volume edito in italiano da Laterza. Una scena, quella medievale, sempre più gremita di figure, sia umane che animali, nonché di miti, congiure, crociate, invenzioni, monache e prostitute. Basta aprire i libri di Alessandro Barbero, Chiara Frugoni, Piero Camporesi per incontrare personaggi e momenti che ancora popolano il nostro immaginario che si vuole disinibito e post-moderno. Sappiamo invece quanta parte occupi la corporeità nell’odierno spazio mentale: il corpo esibito, levigato, mortificato, tatuato, scansionato in ogni sua sezione da apparecchi diagnostici sofisticati, per tacere della piaga dei corpi femminili violentati e uccisi. Ieri come oggi il corpo è un campo magnetico, in cui confluiscono tensioni e forze contrastanti, fisiche e spirituali: «Organismo da sanare, forza lavoro da impiegare, carne da redimere, inconscio da liberare» (Umberto Galimberti).