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Addio alla micro utilitaria

Motori - La mitica due posti della Smart esce dalla produzione a partire da questo mese
/ 04/03/2024
Mario Alberto Cucchi

La Smartina è morta, viva la Smart. Ebbene sì, dal mese di marzo l’iconica Smart Fortwo, la prima del suo genere, non viene più prodotta. Chi desidera un esemplare deve sperare in quanto resta, ancora per poco, disponibile nelle concessionarie. Ripercorriamo la Smart-storia.

L’idea della minicar fu dell’inventore di Swatch Nicolas Hayek, imprenditore svizzero di origini libanesi, motivo per cui la vettura fu inizialmente chiamata «Swatch Car». L’obiettivo di Hayek era quello di costruire un’auto elettrica di alta qualità, a basso costo ed ecologica. Dopo un tentativo fallito con VW, Hayek diede vita all’idea della piccola auto ecologica in collaborazione con Mercedes-Benz. Oggi lo possiamo dire: la sua intuizione era giusta.

Ma lo svizzero non si sentì soddisfatto neppure della collaborazione con Mercedes. L’auto infatti funzionava con un motore a combustione interna invece che con un più ecologico motore elettrico, come inizialmente previsto. Così il pioniere dell’orologeria vendette tutte le sue azioni poco dopo l’inizio delle vendite. E lì forse, con il senno di poi, sbagliò. Basti pensare che di Smart sono stati venduti oltre due milioni di esemplari sino ad oggi. Declinati in vari modelli. Dalla Fortwo alla Fourfour passando per la crossblade e la coupé sino alle attuali #1 e #3.

Lanciata nel 1998 da Swatch e Mercedes-Benz, la prima Smart era prodotta da MCC, acronimo di Micro Compact Car. Smart, invece, acronimo di Swatch Mercedes Art, era solo il nome del modello. Un vero e proprio marchio come noi oggi lo conosciamo, lo è diventato nel 2002. Dal 2004, con il debutto della prima generazione di Fourfour a quattro posti la due porte è stata battezzata Fortwo.

Tre le generazioni costruite che hanno sostanzialmente mantenuto le stesse dimensioni. La prima era lunga 2,5 metri mentre la seconda e la terza sono arrivate a 2,7 metri. Solo venti centimetri in più ma quanto basta per non poterla più mettere come in un «tetris» in parcheggi di fortuna in cui a volte ci stava giusto una Smart di prima serie. Quella attuale è la terza generazione ed è stata lanciata nel 2014. Con lei è sparito il motore a gasolio presente sulle due precedenti. Inizialmente è stata proposta con due propulsori a benzina. Entrambi tre cilindri: un 1,0 aspirato da 71 cavalli e un 0,9 litri turbo da 90 cavalli equipaggiati con un cambio a doppia frizione a sei rapporti o in alternativa una trasmissione manuale a cinque marce.

Dal 2020 in poi sono sparite le versioni termiche ed è rimasta in vendita unicamente la Smart elettrica: la EQ. La Smart Fortwo EQ è spinta da un motore elettrico che con 82 cavalli e 160 NewtonMetro di coppia muove le ruote posteriori. La batteria pesa 160 kg ed è alloggiata sotto il pavimento, ha una capacità di 17,6 kWh ed è garantita 8 anni o 100mila km. Per fare «il pieno» è possibile usare la corrente alternata a 4,6 kW o il caricatore di bordo da 22 kW (optional), che consente di ripristinare l’80% in 40 minuti. L’autonomia è di 159 km, sufficienti per gli spostamenti quotidiani.

Ma perché cessano le vendite di Smart? La risposta è da cercare probabilmente proprio nell’elettrificazione di una vettura che non era nativa elettrica. Smart EQ ha un peso di poco superiore ai mille chilogrammi con un pacco batterie da 17,6 kWh. Questi due dati sono quelli analizzati da chi se ne intende di elettriche per capire se le prestazioni in termini soprattutto di autonomia sono buone. Basti pensare che la grande Mercedes EQS, l’ammiraglia della Casa di Stoccarda, se da una parte ha un peso di oltre 2600 chilogrammi dall’altra ha una batteria da oltre 100 kWh. Oltre 600 i chilometri di autonomia.

Vero è che Smart è una citycar ma è un po’ troppo «energivora» rispetto allo standard attuale delle versioni elettriche. Il progetto resta vincente e per questo c’è da aspettarsi che nel giro di un paio d’anni possa ritornare la Fortwo godendo di nuove tecnologie che a parità di dimensioni permetteranno di abbassare i pesi e aumentare l’autonomia.

Adesso è giunto il momento di fare outing: chi scrive di Smart Fortwo negli anni ne ha comprate ben quattro. E le ha amate tutte. Dalla prima w450 grigio metallizzata con gli interni in pelle nera di inizio anni Duemila, alla successiva nera con gli interni color biscotto su cui era montato anche un portabici al posteriore sino alla w452 di colore verde lime mat che non passava di certo inosservata.

Se non è prevista un’erede di Smart Fortwo a breve va detto che attualmente ci sono in vendita altri due modelli: Smart #1 e Smart #3. Una versione più grande della Smart, costruita unendo le forze con la casa automobilistica cinese Geely nel 2020, con lo scopo di diventare uno dei leader nel segmento dei veicoli elettrici premium. Entrambe elettriche, hanno anche buone prestazioni e grande appeal, ma senz’altro poco a che fare con la Smart Fortwo. La «smartina», così chiamata dai tanti appassionati, è stata amata da molti e soprattutto a Roma che è la città con più Smart al mondo.