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Un cane come tanti

Mondoanimale - Dalle origini controverse, il Chihuahua è una razza per nulla scontata che sta prendendo sempre più piede
/ 16/05/2022
Maria Grazia Buletti

«È un cane come tutti gli altri e non è sicuramente un “soprammobile” o, peggio, “da borsetta” come purtroppo e a torto pensano in tanti. E posso anche dire che è davvero “tosto”, da non sottovalutare per il solo fatto che è piccolo: per prima cosa, non sa di essere alto una spanna e un po’, ma nel suo cuore crede di essere un vero leone in grado di affrontare qualsiasi cosa. Poi, è intelligentissimo e se – con molta pazienza – si riesce a ottenere la sua fiducia e catturare la sua attenzione, allora è fatta: è un cane come un altro e, compatibilmente con la sua piccola dimensione, può fare quasi di tutto, dall’obbedienza all’Agility e, perché no, anche il cane da terapia». Marina Bontognali è istruttrice cinofila e una decina di anni fa ha fondato il Club Biby Chihuahua: un sodalizio a scopo ricreativo dedicato, per l’appunto, alla razza di cui ha descritto molto bene temperamento, carattere e attitudine.

Tanto sono controverse le origini di questo cane in miniatura, quanto possiamo affermare che ora abbia davvero conquistato il mondo perché oramai se ne vedono sempre di più, accomodati nelle famiglie soli, a coppie o a terzetti (qualcuno ha detto che sono come le ciliegie: si inizia con uno e arrivano gli altri). «Per undici anni ha vissuto con noi in famiglia un Pastore tedesco. Poi, quando ci ha lasciato, non me la sono sentita di ricominciare l’iter riservato ai proprietari di cani soggetti a restrizioni, e ho cercato un nuovo compagno di avventure che potesse pure accompagnarmi in vacanza senza grosse limitazioni», racconta Ines che ha adottato Rocco, un Chihuahua di cinque anni. «E due anni fa è arrivata Coraline, la seconda!».

Aveva grandi pregiudizi, Ines, su questa razza di cagnolini che vedeva per lo più, dice: «Litigiosi, “abbaiosi”, sempre in braccio o in borsetta e vestiti come bambole». Poi ha cambiato radicalmente idea: «Adottando Rocco ho scoperto un mondo e ho compreso che tutte quelle cose strane dipendono dal proprietario, non dal Chihuahua che, invece, è un perfetto cane da compagnia e la sua piccola taglia permette di portarselo sempre con sé. Malgrado la sua infinita dolcezza, il Chihuahua non è solo un cane da coccole ma possiede altre qualità interessanti: un carattere vivace, una spiccata personalità, un coraggio ben più grande di lui e una simpatia disarmante».

Anche Marina Bontognali, da esperta, sostiene che il fatto di poter vivere così tanto a stretto contatto col proprietario, di poterne condividere tantissimi momenti di vita, porta entrambi a una sintonizzazione fortissima e speciale. Ma attenzione a non sottovalutare la sua innata capacità manipolatoria: «Dotato di vivissima intelligenza, questo cane riesce sempre ad arrivare allo scopo che si prefigge, usando di volta in volta la sua capacità di suscitare tenerezza, oppure ricorrendo a baci a profusione o a sorrisi irresistibili (ndr: proprio così, il Chihuahua sorride sollevando le labbra). Bisogna quindi sempre ricordarsi che è un cane come gli altri, e come tale va educato con pazienza e dedizione. Così come gli altri cani, necessita del giusto movimento e delle corrette attenzioni».

Scalfiti i pregiudizi che avvolgono questa razza, resta da comprenderne le origini che rimangono ancora avvolte nel mistero e tramandate da leggende più o meno verosimili che vedono come protagonista quello che è considerato il cane più piccolo del mondo. Bontognali conferma che quando si tenta di scoprire la verità sull’origine di questa razza, è facile lasciarsi cogliere dalle più svariate ipotesi senza che, comunque, vi siano sufficienti documentazioni storiche che possano poi convalidare tali teorie.

Esistono comunque alcune certezze: «La Federazione Cinologica internazionale (FCI) attribuisce il Paese d’origine della razza al Messico dove peraltro è tutelata. Si dà per certo che il suo nome deriva dal capoluogo di una regione per l’appunto messicana al confine con gli Stati Uniti e che la sua storia sembra affondare le proprie radici nelle civiltà precolombiane». Difatti, sappiamo che le popolazioni come gli Inca dimostravano già prima del XII secolo un forte legame con i cani come nel caso del «cane nudo messicano» che, data l’alta temperatura del suo corpo privo di peli, veniva usato per curare svariate malattie. Per questo fu reso oggetto di culto in quanto considerato «inviato dagli dei».

Sempre protagonista in ogni luogo e in ogni situazione, il Chihuahua si prende il suo spazio e si sente membro della famiglia che lo ha adottato. Ma non solo, afferma Bontognali che, con il Club Biby Chihuahua, ha creato spazi ricreativi e di incontro per «ogni Chihuahua con o senza Pedigree. Tutto è iniziato con pomeriggi ricreativi dove venivano parecchi Chihuahua che, così, potevano giocare fra cani di simile stazza senza farsi male».

Biby era la sua prima Chihuahua, vissuta fino all’età di 16 anni. «Ora c’è Lenny a tenere alto il nome del Club! E pensare che aveva sette mesi quando è stato lasciato temporaneamente a casa mia. Poi ci è rimasto e oggi ha 10 anni». Quindi, dopo il periodo di pandemia, Lenny, Bontognali e il comitato del sodalizio preparano una grande rimpatriata cantonale per festeggiare il 15esimo raduno Chihuahua. «Domenica 29 maggio saremo ad Avegno, alla Cinofila Tra da Nüm, per il raduno che non ammette altre razze», chiosa Bontognali che spera in una grande affluenza di Chihuahua e famiglie (si prega di segnalare la partecipazione a marinabontognali@gmail.com): «Per divertirci e per mostrare ancora una volta che questo cagnolino piccolo dal cuor di leone è davvero degno di essere un vero e proprio grande amico a quattro zampe, dignitoso come qualsiasi altro». Anzi, forse di più?