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Più alberi e acqua, meno cemento

Sono una trentina le Regioni-Energia in Svizzera, di cui cinque nella Svizzera italiana: Bellinzonese, Energia ABM, Grono-Lostallo-Soazza. Malcantone Ovest e appunto quella del Verbano (REV) che, dal 2021, coinvolge i comuni di Ascona, Locarno, Minusio e Muralto.

A caratterizzare queste entità è una contiguità territoriale e la collaborazione nel realizzare progetti nei settori delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. Con il programma Regione-Energia, l’Ufficio federale dell’energia sostiene pertanto i comuni, i quali beneficiano di una consulenza specialistica e possono anche accedere a interessanti sovvenzioni economiche. Come indicato nel sito di Svizzera Energia, grazie alla collaborazione intercomunale, le Regione-Energia perseguono obiettivi di politica energetica congiuntamente ai propri abitanti, alle aziende e alle organizzazioni presenti sul proprio territorio, riuscendo a ottenere risultati migliori con uno sforzo collettivo.

Sono già diversi i progetti realizzati, avviati o previsti dalla REV, tra cui la partecipazione a quello per la messa a disposizione di biciclette condivise (Bike Sharing), uno studio sulla mobilità ciclabile o sull’efficienza energetica nel settore alberghiero, senza dimenticare quello presentato a Muralto sulle Isole di calore.


Ma che caldo fa(rà) in questa città

Ambiente - La Regione-Energia Verbano ha presentato uno studio che contiene anche quattordici misure per mitigare il riscaldamento climatico nei centri urbani
/ 23/01/2023
Elia Stampanoni

Mentre parte dell’Occidente cerca di resistere alla stretta polare, in Ticino si cercano soluzioni per le prossimi stagioni calde per far fronte a un problema sempre più pressante.

Si chiamano isole di calore, ma non sono oasi piacevoli. Stiamo parlando di quelle zone urbane che, durante il periodo estivo, fanno registrare un caldo insopportabile, creando anche disagi o problemi alla popolazione. Le giornate afose, infatti, come hanno potuto subire molti abitanti della Svizzera la scorsa estate, e in quelle precedenti, sono sempre più frequenti e intense. Una sensazione che si percepisce maggiormente alle basse quote e ancor di più nelle città o negli agglomerati, dove determinati aspetti accentuano l’effetto delle isole di calore.

Tra questi aspetti si annoverano alcune caratteristiche non solo architettoniche: se da una parte troviamo, infatti, elencati materiali e rivestimenti esterni degli edifici e delle vie di comunicazione, o la forma e la disposizione delle costruzioni, dall’altra sono denunciate anche l’assenza di acqua, di zone verdi o di aree ombreggiate.

Come detto, tali «espressioni urbane» sommate a estati più calde, all’aumento delle giornate di canicola e delle notti tropicali, così come a periodi prolungati di siccità, rendono sempre più roventi i centri abitati. Conseguenza enfatizzata da alcuni processi tipici dell’urbanizzazione: l’aumento di superfici impermeabilizzate che assorbono il calore, la maggiore densità degli stabili che limitano la circolazione dell’aria, il calore generato dal traffico e dalle industrie, eccetera. Un’intera «macchina» che crea un tale accumulo di calore diurno da risultare sempre più faticoso da smaltirsi nelle ore notturne.

Questi e altri aspetti sono emersi nello studio promosso dalla Regione-Energia Verbano (REV), voluto proprio per indagare l’influsso della struttura urbana sulle isole di calore. Lo studio comprende anche interessanti linee guida per provare a mitigarne gli effetti. I risultati e le relative proposte sono stati illustrati da Simona Piubellini e Luca Solcà della CSD Ingegneri. Per tale indagine è stata creata una mappatura del territorio, individuando le quattro zone centrali dei quattro comuni coinvolti: Ascona, Locarno, Minusio e Muralto. Ciascuna di queste misura tra il mezzo e il chilometro quadrato di estensione. Grazie all’impiego di droni equipaggiati con termocamere, sono stati rilevati diversi dati ambientali, poi incrociati con gli elementi della struttura territoriale. A sintetizzare le misure volte ad alleviare gli effetti dei cambiamenti climatici negli agglomerati urbani è quasi uno slogan: più alberi e acqua, meno cemento.

Dalle osservazioni è emerso in modo chiaro come le aree verdi, i fiumi e le zone acqua aperte hanno un effetto importante sul refrigerio, mentre, al contrario, le superfici dure e non drenanti, assieme all’assenza di alberature, creano le condizioni più sfavorevoli. È stato per esempio osservato che, in due zone adiacenti, una adibita a posteggi, l’altra a prato verde, la differenza di temperatura misurata alle 22 di sera è stata fino a 5°C (in estate, in una giornata calda ma non ancora di canicola). Stessa situazione riscontrata anche tra aree con o senza alberature, con o senza presenza di acqua oppure tra superfici scure (che assorbono il calore) o chiare (che invece lo riflettono).

Lo studio ha dunque evidenziato le situazioni critiche, ma anche sottolineato i possibili interventi. Provvedimenti che possono essere di carattere costruttivo a breve termine ma pure a medio-lungo termine, con degli adattamenti sul modello di urbanizzazione. Tra gli accorgimenti di maggior efficacia rientrano le pavimentazioni drenanti, la creazione di aiuole e isole spartitraffico inverdite e, di certo, la piantumazione di viali alberati o, in caso di impossibilità, anche di strutture ombreggianti artificiali. Anche l’acqua, è stato detto, gioca un ruolo fondamentale e pertanto l’accesso a zone aperte è auspicabile, così come l’utilizzo di materiali chiari e riflettenti (invece di scuri e assorbenti) per il rivestimento delle superfici, per esempio nei parchi giochi.

Le linee guida sono oggi uno strumento per i Comuni che potranno così intervenire e regolamentare i possibili provvedimenti. Le quattordici misure presentate dallo studio ricalcano i concetti sottolineati, ossia rendere più verdi e meno grigie le città, in modo che l’accumulo di calore durante le giornate di canicola venga mitigato.

Oltre ai provvedimenti già citati, realizzabili dai Comuni ma pure dai privati, il catalogo propone anche di vegetalizzare le facciate o di sviluppare parchi pubblici diversi, dove ci siano le condizioni per un clima favorevole. In quest’ottica rientrano anche una migliore accessibilità e migliore fruibilità degli spazi d’acqua, siano essi fiumi, fontane, erogatori o altro.

Lo studio ha pure proposto dei possibili incentivi per favorirne l’attuazione e accelerare così il processo di adeguamento degli spazi urbani. Un cambiamento che dovrebbe avvenire anche con il coinvolgimento della popolazione, sia tramite iniziative individuali, sia tramite progetti pilota, i quali sarebbero un esempio da seguire, come per altro già avvenuto in altre città della Svizzera, dove il tema delle isole di calore è pure d’attualità.

Link utili:
Svizzera Energia