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La natura e il passato della Bregaglia
Sulle tracce dei contrabbandieri, una gita per raccogliere indizi, esplorare il territorio e conoscere la storia
Elia Stampanoni
Una passeggiata nella foresta, ma anche un percorso didattico sulle orme dei contrabbandieri, alla scoperta di luoghi affascinanti e a «caccia di un tesoro». Questo, in poche parole, è il «percorso dei contrabbandieri», un itinerario didattico in Bregaglia, a Maloja, ideale da percorrere nel periodo da giugno a ottobre, come indicato nel pieghevole illustrativo di Bregaglia Engadin Turismo, promotore e ideatore dell’interessante proposta.
Un tema, il contrabbando, ricorrente nelle fasce di confine della Svizzera italiana, le quali sono ricche di storie e aneddoti a esso legati. Vicissitudini che hanno lasciato tracce indelebili nella memoria della gente e anche sul territorio, divenendo lo spunto per quest’allettante esperienza adatta alle famiglie: «Dagli inizi del XIX e fino a buona parte del XX secolo, il contrabbando fu una fonte importante di reddito per la popolazione, specialmente per quella della Val Bregaglia e dell’Engadina. Fu scambiata una vasta gamma di prodotti, tra cui in prevalenza alimentari e bevande», leggiamo nella presentazione. Merce che era oggetto di commercio con la Val Malenco (Italia), e che rese più movimentata e avventurosa la vita alla popolazione di queste valli.
A spingere verso quest’attività erano motivi molto semplici: abbondanza o carenza di alcuni beni di prima necessità, che divennero articoli più o meno interessanti anche in seguito all’applicazione di dazi doganali, legislazioni, imposte, divieti o sanzioni.
Il «Percorso dei Contrabbandieri – Capel» esiste in questo formato dal 2015 (prima c’era un percorso avventura) e parte dai 1790 metri d’altitudine, nei pressi di Villa Baldini a Maloja, a pochi passi dalla diga per il controllo delle piene di Orden, dove si trova anche una tavola informativa. Dopo aver superato lo sbarramento artificiale costruito nel 1971 (e testato con successo durante l’alluvione del 1987), si raggiunge l’inizio del percorso, segnalato con il simbolo del Capel (il cappello). Ad accompagnare i visitatori ci sono storie, nozioni e tanta natura, oltre ai cinque personaggi (vedi cartellonistica) che, nei panni dei contrabbandieri, svelano una parte della loro vita lungo il chilometro e trecento metri che conducono al Lägh Bitabergh, luogo d’arrivo.
I cinque si chiamano Maiöc, Vito, Marchetto, Elda e Raffaele, e hanno sviluppato proprie conoscenze, abilità e astuzie per svolgere questo «mestiere» evitando i pericoli. Uno è forte e abile con il tempo, l’altro conosce tutti i nascondigli, mentre Marchetto sa come orientarsi. Tra di loro c’è anche chi padroneggia le erbe e loro proprietà, mostrando tanta sapienza ai visitatori in occasione di alcune delle diciassette postazioni disseminate lungo il percorso, caratterizzato anche da una stupenda foresta di larici.
La percorrenza stimata è di un’ora e mezza circa, a cui si deve aggiungere il tempo necessario per il rientro, che può avvenire ripercorrendo la stessa via oppure continuando la gita e completando un circuito sulla rete pedestre esistente. Non mancano dei punti con ampia vista sulla Bregaglia, oppure le possibilità per una sosta lungo il tragitto, che presenta anche dei passaggi impegnativi, come ripide salite (in totale 120 metri di dislivello positivi), qualche discesa, ponti sospesi o passerelle su tronchi di legno.
Le postazioni sono differenti e anche partecipative, dato che bisogna per esempio cercare le sette merci più importanti del contrabbando (nascoste nel bosco, nel raggio di una decina di metri), le quali saranno poi fondamentali per la ricerca del nascondiglio alla fine del percorso. Elda e Raffaele dispensano poi informazioni sulle erbe, sia quelle commestibili, utilizzate per placare la fame durante il viaggio, sia quelle medicinali, impiegate anche dai viandanti per curarsi le piccole ferite.
Interessanti, nei pressi di una suggestiva postazione panoramica, anche i consigli di Maiöc. Il simpatico personaggio ricorda come il tempo possa mutare molto velocemente in montagna, diventando un pericolo se lo si sottovaluta. Lui e i contrabbandieri dovevano pertanto essere capaci di osservare la natura, per interpretare correttamente i suoi segnali.
Indizi che si possono ricavare osservando le nuvole, il colore del cielo, il fumo dei falò, le api, le rondini, i moscerini o i ragni, ma anche la nebbia. Nebbia che in determinate condizioni, soprattutto nelle mattine autunnali, crea un fenomeno spettacolare in Bregaglia, formando dei banchi allungati che ricordano un serpente, il quale non si ferma, ma sovente «striscia» verso il passo del Maloja. Un elemento che può anche dissolversi in fretta e al di sopra del quale spesso splende il sole.
Una volta giunti al lago Bitabergh (a 1855 m di altitudine), un’ulteriore tavola informativa verifica le conoscenze apprese durante la gita. Con cinque domande legate a quanto visto e letto lungo il cammino s’ottengono le coordinate per raggiungere il «tesoro», abilmente nascosto nelle vicinanze del lago.