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Come risparmiare elettricità in casa
Consigli utili - Con alcuni piccoli accorgimenti quotidiani è possibile migliorare i consumi a favore di ambiente e contabilità domestica
Rocco Bianchi
Brutte notizie per i consumatori sul fronte energetico in questo 2022: in vista ci sono infatti aumenti delle bollette e, forse, anche una penuria negli approvvigionamenti, ciò che fatalmente finirà a riversarsi sulle bollette dei cittadini sotto forma di ulteriori aumenti. Non solo: una ricerca condotta dalla SRF (Schweizer Radio und Fernsehen) ha mostrato come a causa di lockdown e telelavoro durante i primi mesi di pandemia nel 2020 il consumo di energia elettrica delle economie domestiche è aumentato del 10-12 per cento.
Possibilità di intervento? Non tantissime. Metodi per contenere le fatture ci sono, ma non c’è da aspettare grandi risparmi. I calcoli sono presto fatti: gli esperti hanno quantificato per le famiglie in Svizzera il potenziale di risparmio solo per l’energia elettrica tra i 400 e i 500 milioni di franchi l’anno (Svizzera energia parla di 160 milioni eliminando unicamente la funzione stand by dagli apparecchi elettronici); essendo gli abitanti della Confederazione circa 8,5 milioni, il potenziale di risparmio è quindi tra i 59 e i 47 franchi a persona, 19 circa solo con gli stand by. Non una fortuna, ma probabilmente abbastanza per compensare i previsti aumenti, fors’anche qualcosina in più.
Eppure, risparmiare è necessario, non solo o non tanto per le nostre bollette, quanto per l’ambiente e, appunto, per prevenire un possibile blackout energetico (dunque economico e sociale). Le cifre dei consumi da questo punto di vista sono impressionanti: nel 2020 nel mondo si sono consumati 23mila terawatt/ora di elettricità, ossia mille miliardi di watt moltiplicati per 23mila. Di questi, 56 terawatt/ora sono stati consumati in Svizzera, un terzo dei quali nelle case private. Cifre impressionanti, appunto, e per di più destinate a crescere, dato che in futuro si prevede di elettrificare un numero sempre maggiore di servizi energetici.
La buona notizia è che si possono ridurre i consumi quasi senza fatica, poiché le nostre case sono spesso colme a nostra insaputa di apparecchi energivori. La tecnologia, unita a un po’ di indispensabile buona volontà, aiuta. Iniziamo dall’illuminazione. Per quanto strano possa sembrare, questo particolare settore del consumo energetico non è tra i più importanti: in un’economia domestica tipo occupa infatti solo il 10 per cento dei consumi. Comperare le lampadine a risparmio energetico comunque conviene (le LED sono quelle che consumano meno di tutte e durano molto), ma conviene soprattutto scegliere la lampadina giusta per ogni tipo di locale. Il sito italiano Altroconsumo.it ha stilato una lista, che parte dai 15-20 W per i soffitti dei locali che devono essere più illuminati anche perché più utilizzati, come bagno, cucina e salotto, passa dai 10 W delle camere da letto e dei luoghi di lavoro e finisce ai 5 delle varie lampade da tavolo, come quelle di comodini e scrivanie.
Non solo: è bene anche fare attenzione ai lumen, ossia l’intensità della luce che una lampadina riesce a emettere (una vecchia lampadina da 40 W ne emetteva circa 600-800), e ai kelvin, l’unità di misura della temperatura della luce: bianco caldo (tra 2700 e 3000), bianco neutro (4000) e bianco da luce diurna (6500). I primi sono preferibili in salotto e camere, il secondo in bagno e il terzo negli ambienti di lavoro.
Ma per risparmiare davvero? Occorre concentrarsi sugli apparecchi elettronici e di ufficio, che occupano circa il 30 per cento dei nostri consumi. Qui il risparmio energetico come visto è importante, e lo si ottiene unicamente solo eliminando, o limitando, la modalità stand by, che non serve assolutamente a nulla (misteri dell’industria più che della tecnologia, pare addirittura che ci siano apparecchi che consumano di più in questa modalità rispetto a quando sono attivi). Basta poco: anzitutto là dove si può è bene collegare questi apparecchi a una ciabatta multipresa con interruttore incorporato, in modo da poter eliminare la funzione stand by ogni volta che non li adoperate. Se si è troppo pigri o troppo distratti per spegnere la presa o ricordarselo, la tecnologia come detto aiuta: sul mercato ormai ci sono decine di app che lo fanno al nostro posto. Inutile, ad esempio, tenere accesa anche quando si dorme la WI-FI o perennemente pronti all’uso tv, pc, stampante e apparecchi vari: spegnere tutto, gioverà sia all’ambiente sia al portafoglio.
Bene sarebbe anche lasciare acceso il PC quando si va in pausa pranzo (spegnerlo significherebbe fargli eseguire processi di memorizzazione piuttosto complessi e dunque energivori), non ne vale la pena: basta metterlo in modalità riposo. Da non confondere tuttavia con il salvaschermo, che lascia il computer attivo e dunque funzionante alla massima potenza. Inoltre, per quanto strano possa sembrare, anche il caricatelefonino consuma energia quando è collegato a una presa. Se non viene usato, meglio dunque staccarlo.
Piccola ulteriore annotazione: in generale il consumo energetico di un apparecchio elettronico di intrattenimento durante il suo ciclo di vita è inferiore rispetto all’energia necessaria alla sua produzione e al trasporto; pertanto, è bene cercare di contenere la nostra ansia consumistica da ultimo modello sempre più performante e utilizzarli il più a lungo possibile.
In una casa, tuttavia, quasi il 50 per cento dei consumi elettrici proviene dalla cucina e dalla lavanderia: forni, frigoriferi, lavastoviglie e affini sono infatti estremamente energivori. Difficile qui effettuare grandi risparmi, anche perché sono tutti apparecchi a torto o a ragione ritenuti oggi indispensabili. Indispensabile quindi è acquistarli consapevolmente, ossia il più possibile efficienti (per questo tutti sono dotati di etichetta energetica) oltre che adatti alle nostre esigenze, e soprattutto utilizzarli correttamente. In alcuni è pure prevista una funzione «eco», più lunga ma paradossalmente meno energivora.
Alcuni consigli comunque si impongono. In cucina, ad esempio, sono da preferire le cotture a bassa temperatura rispetto a quelle ad alta, e il forno consuma di meno se ventilato anziché in modalità statica (sopra e sotto). Sia per le cotture in padella/pentola che per quelle al forno si può inoltre spegnere l’apparecchio qualche minuto prima, in modo da sfruttare il calore residuo. Il coperchio inoltre è sempre consigliato: risparmia energia ed evita un eccessivo rilascio di odori, grassi e vapori nell’ambiente (la nostra cappa aspirante, e di conseguenza i suoi consumi, ringraziano).
Il frigorifero va impostato attorno ai sette gradi centigradi (-18 il freezer), ché di meno è inutile, ed è meglio refrigerare gli alimenti quando non sono più caldi/tiepidi e, al contrario, farli scongelare in frigo e non all’aria aperta: nel primo caso usate meno energia, nel secondo, oltre a rispettare un’elementare regola igienica, sarà sfruttata la bassa temperatura dell’alimento per raffreddare l’elettrodomestico, che dunque lavora con meno energia.
Lavastoviglie e lavatrici vanno usate come detto il più possibile a pieno carico e seguendo programmi a bassa temperatura e/o «eco»: durano probabilmente un po’ di più, ma consumano meno e il risultato finale non cambia (anzi c’è pure chi afferma che è migliore).
Per gli altri elettrodomestici (macchina per il caffè, frullatore, aspirapolveri, robot di vario tipo, microonde eccetera) vale invece una sola raccomandazione: devono essere collegati solo quando sono adoperati. E se proprio, come di solito si fa ad esempio con la macchina per il caffè e il forno a microonde, restano perennemente attaccati a una presa, per lo meno sarebbe utile non tenerli in stand by. Davvero, ne vale la pena.