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Cure veterinarie equine in sicurezza
Mondoanimale - Le misure di protezione da Coronavirus obbligano a ridefinire il modus operandi del veterinario
Maria Grazia Buletti
La lunga situazione pandemica non risparmia il mondo equestre dove protagonista è il cavallo: un animale con esigenze di cura costanti, perché necessita di movimento quotidiano e accudimento specifico senza pause. Perciò, la Federazione svizzera sport equestri (Fsse) e Swiss Horse Professional hanno adeguato all’attuale situazione il vademecum Covid-19 – Concetto di protezione negli Sport equestri raccomandando (insieme alla sua omologa cantonale Ftse) che venga fatto un uso ragionevole e prudente delle regole in vigore, onde evitare ogni inutile rischio di infortuni e di contagio. «Ciò significa che la pratica degli sport equestri continua a beneficiare di un trattamento privilegiato, nell’ottica di protezione e dei bisogni del cavallo, ma sempre nel rispetto delle regole di protezione delle persone», afferma la presidente della Ftse, avvocato Ester Camponovo, pur conscia dell’esistenza di situazioni che mettono a dura prova queste raccomandazioni e, di conseguenza, la sicurezza dei cavalli e delle persone.
Si nota, nell’ambiente un «abbassamento della guardia» in rapporto alle norme contro il Covid, seppur inconsapevole
Come accade ad esempio nell’ambito veterinario: «I cavalli possono ammalarsi, infortunarsi o necessitare semplicemente di visite di controllo e quindi, anche in tempi di chiusura e confinamento, capita di dover ricorrere al veterinario che deve recarsi dall’animale bisognoso del suo consulto». Abbiamo interpellato il veterinario Stefano D’Albena che ha confermato come il suo lavoro non abbia subìto arresti anche in tempo di pandemia, pur spiegando i cambiamenti della sua professione a causa del coronavirus che «ha mutato tutto il nostro vivere e quello dei nostri cavalli»: «Siamo chiamati a visitare e a curare i cavalli come sempre: anche se le competizioni sono chiuse, e le relative problematiche di salute del cavallo non entrano in considerazione, rimangono le patologie classiche che meritano visita, diagnosi e cura: pensiamo alla temutissima colica, alle zoppie, alle ferite e quant’altro».
Egli è sempre disponibile, ma lamenta con mesto rammarico il comportamento di parecchi proprietari che chiedono il suo intervento e si fanno trovare poco disposti al rispetto delle regole di protezione peraltro d’obbligo su tutto il territorio: «Pochi, nelle scuderie, portano la mascherina, nemmeno quando si trovano inevitabilmente a distanza ravvicinata col veterinario che deve visitare il cavallo». Egli riflette sul fatto che i proprietari dovrebbero capire le sue richieste di protezione e sicurezza: «Significa avere rispetto e collaborazione».
Racconta di aver contratto la malattia da un cliente: «Oramai è acqua passata e per fortuna ero asintomatico; resta il fatto che io portavo la mascherina ma il cliente in questione no». D’Albena ricorda che le misure da attuare per la reciproca tutela sono facili da ricordare e da mettere in pratica, portando l’attenzione sul fatto che il veterinario si sposta di scuderia in scuderia e in azienda agricola, e incontra parecchie persone. Per questo, la sua accorata raccomandazione del rispetto delle regole vale ancora di più: «Diciamo che io sono come una mosca, un veicolo perfetto del virus se pensiamo che mi sposto da una scuderia all’altra per visitare i cavalli che richiedono le mie cure», per cui indossare la mascherina è la regola più semplice ed efficace che si dovrebbe sempre osservare.
Le raccomandazioni e la loro osservanza sono sempre tema della Ftse verso i suoi affiliati, ricorda la presidente Camponovo che osserva: «È evidente a tutti che, allo stato attuale delle cose, la priorità è quella di trovare un giusto equilibrio tra la necessaria tutela della salute pubblica e le comprensibili esigenze del cavallo e del mondo equestre. Questo equilibrio permette di proseguire le proprie attività, siano esse di carattere professionale o ricreativo. Siamo tutti chiamati ad attenerci ai piani di protezione e alle regole di comportamento, al fine di salvaguardare l’interesse pubblico della salute collettiva, come pure quanto ancora è lasciato alle nostre disponibilità e responsabilità. Apparteniamo a una categoria fortunata, perché l’equitazione si può praticare senza contatto fisico e all’aperto. Ma ciò non toglie che dobbiamo sapere di non essere completamente immuni dal rischio di contagio».
Eppure, D’Albena racconta: «Da sei-otto mesi, quando arrivo per una visita a un cavallo, mi ritrovo sempre a discutere: per favore mettete la mascherina?». La risposta più frequente non origina da rispetto e protezione reciproca: «Ma siamo qui tra di noi». Egli si chiede: «Che cosa significa “tra di noi”? Poi si va a casa, dalla famiglia, e il “tra di noi” viene subito a cadere». È suo dovere ricordare ai proprietari dei cavalli che il benessere di questi ultimi passa anche per il rispetto delle regole tra gli umani: «Durante la visita del cavallo, per esigenze veterinarie, spesso la distanza non può essere mantenuta; allora indossare la mascherina è ancora più importante».
Dal canto suo, la presidente della Ftse è dispiaciuta di queste situazioni: «Devo purtroppo rilevare che il problema di un “abbassamento della guardia”, pur inconsapevole, è riscontrato un po’ in tutti gli ambiti. La popolazione è palesemente stanca e la percezione del rischio si è attenuata rispetto agli albori della pandemia». Ma sappiamo che quella di cui parla Camponovo è «una percezione» e non corrisponde a una reale attenuazione del rischio: «Perciò è importante insistere e perseverare nel rigoroso rispetto delle disposizioni, ben sapendo che il virus si insinua proprio in queste occasioni di permissivismo, deliberato o rassegnato».
Anche durante la pandemia, il veterinario serve e accorre al bisogno di cure del cavallo. Il rispetto delle regole e delle disposizioni (che impongono, fra l’altro, l’uso della mascherina e la disinfezione delle mani oltre che la distanza che non sempre si può tenere nella presa a carico di un cavallo malato) è tutto a beneficio dell’animale e delle migliori cure che potrà ricevere durante una visita accurata e priva di tensioni o fretta.