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Bibliografia

Guido Grandi, Introduzione allo studio dell’entomologia, Edizione Calderini (Bologna, 1951).


A qualcuno piace il caldo

Entomologia - Le tigri delle sabbie
/ 04/10/2021
Alessandro Focarile

Non occorre andare in lontani e assolati deserti, oppure su una spiaggia mediterranea. È sufficiente frequentare le rive sabbiose del Ticino, del Brenno, e della Maggia in piena estate per rilevare, forse con meraviglia, che il termometro può indicare 57 gradi, una temperatura già poco gradita per i nostri piedi.

L’abbacinante riverbero accentua la sensazione di estrema calura. Questa, per contro, è ben sopportata da un insetto che, con rapidi voli e repentini atterraggi, mostra di muoversi a suo agio in un ambiente apparentemente ostile a ogni forma di vita. Se ci avviciniamo con cautela, per non allarmarlo, notiamo un bel coleottero dal vivace colorito rameico, che imita a meraviglia il colore della sabbia. Corre velocissimo, e quando una formica – oppure un altro incauto insetto – entra nel suo campo visivo, ha pochi scrupoli e le sue poderose mandibole a forma di falce dentata (vedi foto) non lasciano scampo.

Le Cicindela appartengono alla famiglia dei carabidi, e sono note presso gli anglosassoni con il ben appropriato nome di «tiger beetles». Sono splendidi coleotteri diffusi in quasi tutte le regioni della Terra, con una particolare predilezione per le zone tropicali. Possono raggiungere dimensioni di 3-4 centimetri, amano il caldo secco, e le 15 specie europee sono ben poca cosa rispetto alle 1500 finora conosciute e descritte.

Le Cicindela popolano gli ambienti più variati: dalle coste sabbiose agli arenili di fiumi e torrenti, le radure e i sentieri soleggiati, fino ai 3000 metri delle morene che delimitano i ghiacciai alpini. Si può ben dire che esse amano il solleone, e vivere e prosperare con i piedi ben al caldo.

Le larve sono particolarmente singolari, sia per la conformazione del corpo, sia per le loro abitudini. Esse scavano profonde gallerie nei sedimenti sabbiosi, fino a 140 centimetri. Lo sviluppo di questi passaggi sotterranei è essenzialmente verticale, con alcuni diverticoli sub orizzontali: sala da pranzo, deposito dei rifiuti.

Alcuni uncini, disposti lungo il corpo, consentono alla larva di mantenersi in posizione verticale nel lume della galleria, comportamento piuttosto insolito e raro negli insetti che vivono nel suolo. La parte anteriore del corpo (e cioè il capo e il pronoto) è foggiata «a tetto» che occlude l’ingresso della galleria a livello della sabbia (vedi foto). Qui, il padrone di casa, opportunamente camuffato con granelli di sabbia, attende pazientemente il passaggio di qualche ignaro insetto. L’attesa può protrarsi a lungo, ma la larva della Cicindela è attrezzata fisiologicamente per i digiuni, in quanto un lauto pasto le è sufficiente per parecchio tempo.

La Cicindela della Val Bavona è largamente diffusa in Europa nelle distese sabbiose di fiumi e torrenti. È dunque una specie continentale. Ma la particolarità del suo insediamento in una valle, che penetra profondamente nel mondo alpino, è costituita dal fatto che essa ritrova temperature particolarmente elevate anche in mezzo a montagne di 2500-3000 metri d’altitudine. La sabbia è un pessimo conduttore di calore: si riscalda rapidamente in superficie, e altrettanto rapidamente si raffredda.

In Val Bavona, nel mese di agosto, al mattino e nell’arco di un’ora, la temperatura si innalza da 12°C a 45°C, per stabilizzarsi (a cavallo delle ore meridiane) tra 50°C e 55-58°C. La nostra Cicindela sopporta dunque notevoli sbalzi termici che possono essere fisiologicamente sopportati da ben pochi insetti: solo una specie di Formica, e un minuscolo coleottero anticide. Entrambi si muovono velocissimi sulla sabbia, anche con 50°C.

È ben nota la vita e il comportamento degli insetti «deserticoli». Ma in quelle contrade essi esplicano un’attività esclusivamente notturna, mentre sulle dune mediterranee altre specie presentano due cicli di attività: al mattino di buon’ora, e nel tardo pomeriggio, evitando le ore di maggiore caldo. Sulle coste siciliane ho misurato (in giugno) temperature di oltre 70°C e, naturalmente, non vi era traccia di vita sulla sabbia.

Anche il più feroce e sanguinario predatore ha, nel suo corpo, un punto debole. Il «tallone di Achille» della larva di Cicindela è costituito dalla parte interna dell’arco di curvatura delle due mandibole. Qui esiste un interspazio libero, ove una minuscola vespa parassita, e altamente specializzata nel suo comportamento, esplica la sua attività. Temeraria e audace (ma conosce il fatto suo), con mossa fulminea trafigge il capo della larva, e deposita il suo uovo.

Da questo nascerà una larva che, sempre più sviluppata e famelica, divorerà lentamente ma inesorabilmente la larva della Cicindela le cui temibili mandibole sono state impotenti all’attacco della vespina. Un mirabile esempio di due intelligenze antagoniste, e vince quella che alberga nell’insetto più piccolo. E per imbattersi in questi episodi non occorre andare lontano. È sufficiente osservare, nel luogo e al momento opportuno, con occhio attento e cervello aperto.