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Papà, educate i figli maschi alle emozioni

Il caffè delle mamme – Lo psicoterapeuta Alberto Pellai nel suo libro Ragazzo mio. Lettera agli uomini veri di domani si rivolge agli adolescenti con le parole che lui stesso, da ragazzo, avrebbe voluto sentirsi dire dal proprio padre
/ 25/12/2023
Simona Ravizza

«Spesso i nostri figli maschi fanno fatica a gestire i loro stati emotivi, approcciano la sessualità con i codici della pornografia, per un senso di appartenenza al maschile trattano e banalizzano la relazione con l’altro sesso con commenti volgari». Lo dice Alberto Pellai e lo fa come padre di 4 figli di cui 2 maschi e come psicoterapeuta dell’Età evolutiva. Sono parole che a Il caffè delle mamme fanno riflettere sull’importanza di un’educazione emotiva al maschile, per promuovere competenza sentimentale, affettiva e sessuale nei nostri figli che sono gli uomini di domani. Per farlo allora anche stavolta, come già fatto in passato, invitiamo i papà: «Il cambiamento nella vita dei nostri figli maschi può avvenire a partire da noi», è la convinzione di Pellai che ci piace sottoscrivere per favorire un dialogo padre-figlio. 

Nel suo libro Ragazzo mio – Lettera agli uomini veri di domani (ed. DeAgostini, 2023) Pellai si rivolge ai preadolescenti e agli adolescenti con le parole che lui avrebbe voluto sentirsi dire da ragazzo dal proprio padre e che oggi ritiene importante condividere con i figli: «Perché di molte cose, a chi nasce maschio, si dice poco o niente. Su molti temi fondamentali della vita, noi uomini, quando siamo ragazzi, proviamo a fare tutto da soli. Di emozioni, affetti, sessualità nessuno ci dice nulla». Tra le life skill che i ragazzi devono inserire nel loro processo di crescita, l’obiettivo è insegnargli a vivere senza paura dell’amore, esplorare la sessualità senza cadere in alcune trappole ancora troppo diffuse. E infine, fornirgli la competenza più importante di tutte: il rispetto. Il risultato finale per noi genitori è una sorta di vademecum utile per crescere maschi emotivamente più consapevoli. È un dialogo al maschile da cui possiamo però imparare anche noi madri.

Partiamo qui a Il caffè delle mamme con un’operazione-verità: quali sono gli argomenti tipici di una conversazione al maschile fin da piccoli? Pellai centra in pieno la risposta: i videogiochi, il calcio, poi il sesso. Vediamo cosa c’è dietro. Ai maschi fin da bambini vengono proposte storie di supereroi che compiono imprese straordinarie, salvano il mondo, combattono con armi di ogni tipo e misura. L’ambito del tifo sportivo poi è proprio uno di quelli dove la violenza reale e virtuale spesso raggiunge l’apice e una delle esperienze più divertenti e formative degli esseri umani – lo sport – si trasforma in occasione di umiliazione, prepotenza e aggressività senza senso. Basta peraltro vedere, ci diciamo al Caffè, cosa succede ai bordi dei campi da calcio dove giocano i nostri figli. Infine il sesso: è il termine più utilizzato, difficilmente nei discorsi al maschile si parla d’amore.

Cosa imparano, dunque, i nostri bambini? «Tutto ciò che viene proposto nel tempo libero ha a che fare con i temi del combattimento e della guerra, dello sport e dell’azione, mentre nulla, e ribadisco nulla, ha al centro i grandi temi della vita – sottolinea Pellai –. Eppure sarà molto più probabile avere a che fare, prima o poi, con una storia d’amore, piuttosto che con un missile lanciarazzi o con un raggio laser». Succede poi che in casa si guardi a volte un film sentimentale e, mentre qualcuno piange, spesso i maschi alzino gli occhi al cielo come a dire: ma che roba è? I maschi stanno lì, rigidi, impalati, consapevoli – e forse anche fieri – del fatto che loro nella vita non si lasciano nemmeno sfiorare da tutto ciò che è emozionale. Del resto, le storie che parlano di vicende sentimentali, dell’amore, delle fatiche e delle gioie di costruire un percorso di intimità con un’altra persona sembrano andare bene solo per le ragazze. «Non ti metterai mica a piangere come una femminuccia?», è la frase con cui ancora oggi molti papà si rivolgono ai propri figli. E quando arrivano gli ormoni a mille, il modello di sessualità che i giovanissimi hanno, più spesso di quel che pensiamo, è dettato dalla pornografia (chi è interessato può leggere Il caffè delle mamme del 28 agosto 2021). Spiega Pellai: «Uno dei problemi che la pornografia porta nella vita dei giovanissimi è mostrare una sessualità che esiste spesso solo nei video. Uno dei problemi più grandi della pornografia facilmente accessibile da smartphone e tablet è che spesso comprende violenze fisiche e psicologiche rivolte al genere femminile. Sullo schermo vengono rappresentate interazioni connotate, in percentuale enormemente superiore rispetto a quello che avviene nella vita reale, da atti violenti, di dominazione, di sottomissione, mentre le donne sono spesso solo corpi sempre disponibili e pronti a tutto».

Insomma, i sentimenti sono considerati una cosa da femmine, il vero uomo è forte, a volte duro, senza cedimenti, non lascia trasparire mai alcuna emozione, ma affronta la vita sempre di petto, e l’argomento del sesso tutt’al più viene affrontato nei suoi aspetti pratici – ovvero come si fa, come ci si protegge dal rischio di malattie a trasmissione sessuale e gravidanze indesiderate, come si ottiene il massimo del piacere –, difficilmente negli aspetti più emozionali e relazionali.

In questo contesto arriva il messaggio, potente, di Pellai che si appella ai giovanissimi e ai loro padri (ma non solo) per ribaltare un falso mito: quel che conta non è crescere veri uomini, ma uomini veri. «È questo e solo questo il messaggio che dobbiamo rivoluzionare. “Sii un vero uomo”: queste quattro parole per milioni di uomini al mondo sono state la causa della peggiore infelicità cui potessero essere esposti. Perché sentirsi dire quella frase li ha obbligati a fingere di essere come i cowboy: sprezzanti del pericolo, sempre pronti a estrarre la pistola dal cinturone e fare fuoco, senza nemmeno un secondo di ripensamento. Invece, ogni uomo è innanzitutto una persona, e come tutte le persone prova gioie, paure, dubbi». Eccolo, il modello diverso di cui i padri devono farsi portavoce: «Vorrei parlarti di un modello diverso, quello dell’“uomo vero” – osserva Pellai –, un uomo che sa provare emozioni e soprattutto sa mostrarle, un uomo che non ha timore di vivere e rivelare tutti i lati di sé, anche quelli comunemente considerati “deboli”». Basta maschere per nascondere le lacrime, basta definire sdolcinata la parola amore e parlare del fare sesso come di qualcosa che conferisce potere e virilità: nella realtà è molto meglio fare l’amore. Il messaggio finale di Pellai, per Il Caffè delle mamme, se diventasse realtà sarebbe davvero capace di rivoluzionare il mondo: «Uomini adulti e veri si diventa costruendo la propria identità e progetto di vita sul termine rispetto». Papà che ne pensate? Impariamo a crescere maschi emotivamente maturi!